sabato 28 dicembre 2013

FracooksJamie: Twister bread e Chocolate, orange and nut pudding

[Colonna sonora del post: AFI - 17 Crimes]

Non posso dire che questo Natale mi sia piaciuto molto. Non il giorno di Natale in particolare, che a dire il vero è stato l'unico giorno di tutto questo periodo che mi è proprio piaciuto, ma tutti gli altri giorni. Non so, sarà perché giunta a questo periodo dell'anno mi ritrovo sempre a tirare le somme sulla mia vita e sulle persone che mi stanno intorno, ma questa volta il risultato mi sembra particolarmente negativo.
Ma lasciamo perdere, c'è comunque una cosa che mi rincuora. Tra pochi giorni sarà il mio compleanno e io lo passerò in uno dei posti che preferisco e soprattutto lontana da (quasi) tutti.


E passiamo direttamente alle ricette di Jamie di oggi! La prima è la Twister bread, ricetta particolarmente riuscita. Semplice, come quasi tutte le ricette che vi ho fatto vedere fino ad ora, ma buonissima, come quasi tutte le ricette che vi ho fatto vedere fino ad ora!
Per realizzarla basta fare l'impasto per il pane, una volta lievitato la prima volta si stende con uno spessore di circa 1 cm e mezzo, ci si spalma sopra il pesto, si arrotola e si taglia a fette spesse circa 4 cm. Poi si mettono tutte queste girelle su una teglia, si fanno lievitare un'altra volta e alla fine si cuoce a 225°C per circa 15-20 minuti. Sono buonissime! Ovviamente se vi fate il pesto da soli saranno ancora più buone!

Voto: 8 e mezzo


La seconda ricetta è il Chocolate, orange and nut pudding. Allora, l'altra volta non vi ho scritto la ricetta base del pudding, oggi ve la lascio: mischiate insieme 220 g di farina, un cucchiaino di lievito, 85 g di zucchero, un pizzico di sale e 115 g di burro morbido. Poi aggiungete 1 uovo e 8 cucchiai di latte. A questo impasto base potete aggiungere quello che volete, in questo caso io ho aggiunto del cacao, 100 g di nocciole (o mandorle o noci, o tutto insieme) tritate e la buccia grattugiata di un arancio. Poi si cuoce. Ed è questo il “problema”! Tutto questo impasto lo dovete mettere in uno stampo che potete infilare dentro un pentolone pieno d'acqua, dove dovrà stare per circa 2 ore. L'acqua deve arrivare circa a metà dello stampo. E vi consiglio di mettere un panno pulito sotto lo stampo, altrimenti saranno due ore di tin tin tin tritin tin tritin, abbastanza snervante. Alla fine, potete anche farci una salsetta da metterci sopra, con cioccolato, zucchero a velo, burro e un po' di latte. Alla fine non è proprio male ma, arrivata a questo punto, il pudding ancora non mi convinceva per niente.

Voto: 6

E dato che non sono particolarmente in vena di chiacchiere vi lascio, spero di fare un altro post prima della fine dell'anno!

lunedì 23 dicembre 2013

Zuppa di farro con funghi e salsiccia e Cibo invernale

[Colonna sonora del post: Lana Del Rey - Summertime Sadness]


Si avvicina il Natale e si avvicina il mio compleanno; in pratica si avvicinano le 2 feste che mi piacciono di più. Mi piace l'atmosfera del Natale e mi piace che al mio compleanno ci sia ancora l'atmosfera natalizia. Un'altra cosa che mi piace del periodo natalizio è il fatto che sia freddo, non tanto perché il caldo non mi piace proprio, più che altro per il cibo. Il cibo del periodo freddo mi piace molto di più di quello del periodo caldo, in linea di massima. Insomma, le insalate mi piacciono molto di meno delle zuppe, il gelato mi piace molto di meno di una bella cioccolata calda.
E non scordiamoci che d'inverno i maglioni di lana e i cappotti sono molto più coprenti di un costume o delle magliette leggere che lasciano intravedere i rotolini. Quindi uno si sente libero di mettere su quei 4-5 chili, mangiando cose più pesanti. Non so, polenta ai formaggi, zuppe sostanziose, fondute di formaggio e tortellini in brodo mi sembrano più appetitosi di un'insalata.
Che poi io mangio polenta al forno anche il primo di agosto e la cena del 15 agosto la faccio con i tortellini in brodo, il tutto rigorosamente con un ventilatore puntato addosso. Però è diverso, in estate lo faccio più per golosità, adesso invece posso mascherare la mia ingordigia con un “mi serve per scaldarmi”. E allora via con cose fatte al forno, formaggi filanti, minestre sostanzione e zuppe.

Questa di oggi è proprio in linea con quello che vi ho scritto e non è nemmeno esageratamente calorica. Quindi potete tranquillamente fare la dose per due persone e poi mangiarvela tutta, tanto serve per scaldarsi!

ZUPPA DI FARRO CON FUNGHI E SALSICCIA

INGREDIENTI per 2
olio
uno spicchio d'aglio
1 salsiccia
4-5 grossi funghi
½ bicchiere di vino
1 litro di brodo
200 g di farro
prezzemolo
sale e pepe

Scaldare un po' d'olio nella padella e aggiugere lo spicchio d'aglio. Soffriggere la salsiccia per un paio di minuti e poi aggiungere i funghi tagliati a fettine. Quando l'acqua che butteranno fuori i funghi sarà evaporata, sfumare con mezzo bicchiere di vino, lasciarlo evaporare e aggiungere il brodo. Portare a ebollizione e cuocere il farro per il tempo scritto nella confezione. Alla fine spolverare con il prezzemolo e condire con un filo d'olio, sale e pepe.

martedì 17 dicembre 2013

FracooksJamie: Slow-cooked artichokes with cherry tomatoes and A spottier dick pudding

[Colonna sonora del post: Eminem - Berzerk]

Oggi mi sembra una bella giornata! Ho il mio pigiama nuovo, morbidoso, con il cappuccio e con una tasca conigliosa sul davanti, ho i miei gatti che fanno a gara per avere più bacini, una tazza di tè pronta da bere e musica in sottofondo, in pratica la perfezione! ^-^
Si, ogni tanto uno dei gatti mi abbandona per andare a staccare un pezzo di ghirlanda dall'albero, ma poi ritorna sempre per la sua razione di coccole!

Allora, questa volta invece di dilungarmi in chiacchiere senza senso, passerò direttamente alle ricette di Jamie, dato che sono terribilmente indietro con gli aggiornamenti e vorrei mettermi al pari.


La prima ricetta è la Slow-cooked Artichokes, Sweet Cherry Tomatoes, Thyme and Basil. Insomma, ci vuole di più a scriverla che a farla. Si prendono i carciofi, si tagliano in quarti e si fanno cuocere 4-5 minuti in padella con un po' d'olio, con il coperchio. Poi si aggiunge un po' d'aglio, il timo e una spruzzata di succo di mezzo limone. Quando è evaporato si toglie dal fuoco. Poi si condiscono dei pomodorini ciliegino con olio, basilico, peperoncino, sale e pepe. E poi si mettono i carciofi e i pomodorini in una teglia, si mette tutto in forno a 180°C per circa 30-40 minuti, si sforna e si mangia!

Adesso, voi dovete sapere che i carciofi sono una delle mie verdure preferite in assoluto. Questa ricetta è buona, ma per me i carciofi sono quelli che cucina mia nonna (o mia madre) e basta. La differenza sta nel metodo di cottura, perché questi rimangono piuttosto crocchiarelli, quelli di mia nonna sono morbidi morbidi. Sono anni che cerco di capire come fa(nno) a farli venire così, la spiegazione (sia di mia nonna che di mia madre) del loro metodo di cottura è stata: metti i carciofi con mezzo bicchiere d'acqua e mezzo di vino in un pentolino, ci metti il prezzemolo e l'aglio e fai cuocere una ventina di minuti, finché non è evaporato tutto.
E io prendo i carciofi, li metto nel pentolino con l'acqua e il vino, ci metto aglio e prezzemolo e cuocio. Dopo 20 minuti sono duri. Aggiungo acqua: dopo 20 minuti sono duri. Aggiungo acqua: dopo 20 minuti sono duri. In pratica qui si sfidano le leggi della fisica, non capisco come fanno a rimanere duri dopo un'ora... Alla fine arrivano le 21.30 e io inizio ad avere fame e quindi me li mangio duri. Insomma, il segreto dei carciofi morbidi non l'ho ancora scoperto, se qualcuno volesse darmi delucidazioni gliene sarei davvero grata!

E tra l'altro: qual'è la vostra parte preferita del carciofo? La mia decisamente il gambo! A pranzo da mia nonna facciamo a gara per chi se ne prende di più! Per fortuna che la nonna ha l'occhio lungo e ne mette sempre tantissimi!

Voto: 6 e mezzo


La prossima ricetta è la A Spottier Dick Pudding. Ho già descritto la mia terrificante esperienza con i pudding in questo post, quindi vi lascio alla lettura di quello che avevo scritto tempo fa.
Riassumendo (per chi non avesse voglia di leggere), fare un pudding è complicato per il metodo di cottura e il risultato, nel caso di questo pudding in particolare, non è che mi abbia entusiasmato. E dato che ci sono altre 5 varianti du pudding, ho avuto la tentazione di saltare le 2 pagine seguenti! Per fortuna non l'ho fatto, perché mi sono ricreduta!

Voto: 5

Per oggi è tutto, un saluto da me e dai gattacci che sono ancora qui con me!

sabato 14 dicembre 2013

Kartoffelsuppe mit speck e ricordi austriaci

 [Colonna sonora del post: Sido - Bilder im kopf]


Quest'estate, tra agosto e settembre, ho vissuto un mesetto in Austria. Non so se sia giusto dire che ci ho vissuto, diciamo che per come sono andate le cose ci sono stata a fare una vacanza + un breve periodo di lavoro.
L'esperienza mi ha lasciato varie cose, prima tra tutte la consapevolezza che provare a stabilirsi in un paese straniero è più difficile di quanto mi aspettassi. Poi, che stare in un posto dove si conosce molto poco la lingua è davvero snervante. Poi, che alcuni stereotipi sui popoli tedeschi sono veri e altri falsi: non si può certo dire che siano delle persone aperte, anche se dipende da chi incontri e soprattutto da come ti poni tu. Per dire, nel giro di una settimana che frequentavamo un bar, il proprietario ha iniziato ad offrirci da bere. Una cosa che non tutti sanno forse, è che le prese in giro sul tedesco come lingua dura e “sgraziata”, non trovano davvero nessun fondamento, almeno dove sono stata io. Si vede già dai saluti: loro dicono Grüß Gott. Dai, ditemi che non vi immaginate questi tedeschi che lo dicono in modo orribile e facendo delle smorfie! Invece sono di una gentilezza disarmate. Voi entrate in un negozio qualsiasi e vi trovate TUTTI i commessi che, anche quando vi incontrano in giro per i reparti, vi sorridono e vi dicono in modo gentilissimo Grüß Gott. E vogliamo paragonarlo con l'italia? Il nostro ciao sembrerà anche più musicale (tra l'altro comunque lo usano tantissimo anche lì), ma le commesse che ti dicono ciao in un negozio si contano nelle dita di una mano e quelle che lo fanno non usano di certo un tono gentile.

Ma la cosa che mi ha davvero lasciato il viaggio in Austria sono i libri di cucina e la capacità di fare una traduzione decente delle ricette dal tedesco. Il che è stato un vero colpaccio, dato che questi libri sono pieni zeppi di foto invitanti, quasi tutte cose che io definirei “porcate”, dato che la loro cucina non è molto dietetica (in genere). E quindi vi lascio la ricetta di questa Kartoffelsuppe mit speck, un po' particolare perché dentro ha anche il sedano rapa. Non so se sono l'unica (ma non penso), ma per me sa di finocchio.
La cosa bella è che proprio adesso ho riaperto la pagina dove c'è scritta la ricetta per trascriverla e... si è sprigionato un fortissimo odore di finocchio!! Ormai questa pagina sarà segnata per sempre!


KARTOFFELSUPPE MIT SPECK

ZUTATEN (ingredienti) für 2-3:
600 g di patate
150 g di sedano rapa
1 cipolla
1 noce di burro
1 cucchiaio di curry
1 litro (e poco più) di brodo di verdure
150 g di speck tagliato sottile
sale e pepe

Tagliare a dadini le patate e il sedano rapa e affettare la cipolla.
Mettere il burro a sciogliere in una padella, aggiungere le patate, il sedano rapa e la cipolla e cuocere un paio di minuti. Aggiungere il curry e il brodo e cuocere per 15 minuti.
Nel frattempo tagliare lo speck (come preferite) e cuocerlo in un'altra padella per qualche minuto, finché non diventa croccante.
Frullare il resto della zuppa, mettere sale e pepe a piacere e servire spolverando con lo speck croccante.

mercoledì 11 dicembre 2013

FracooksJamie: Turron nougat semifreddo e Pork and crackling

[Colonna sonora del post: AFI - Love like winter]

Finalmente le decorazioni di Natale sono fatte, e quest'anno ho pure un po' esagerato. Penso che se qualcuno da fuori guarda verso la mia veranda pensa che sono una pazza invasata, e non ho ancora messo le lucette nel balcone!
In pratica quando sono seduta nel divano (cioè quasi sempre, a parte quando dormo nel letto), posso vedere un'esplosione di luce! Verso la veranda abbiamo un arco contornato da lucette splendide, a palletta, che si illuminano con tutti colori diversi, la finestra decorata con lucette a forma di fiocco di neve dell'Ikea più la scritta buon Natale e, ovviamente, non può mancare l'albero, in stile peluchoso (anche la punta stellosa dell'albero è sempre di peluche), coloratissimo e con lucette a forma di stellina. Poi passiamo nel reparto tv, dove abbiamo una bella ghirlanda con le alci e un calendario dell'avvento a forma di albero di Natale e nel mobile vicino c'è il presepe, quest'anno con il muschio vero.

Detta così sembra stupendo, in realtà il periodo nataliazio è catastrofico sotto un punto di vista: i gatti. E soprattutto uno, quello nero, che si chiama... bè, ha circa mille nomi diversi (Schlange, Orochimaru, Ori, Fogna, Gatto stupido, Senzavolto, Nero, Scendidalì, Nonmangiarequello, Mauro, Orochimauro, Tiziano, ecc – non me li sto inventando adesso, ha davvero avuto tutti questi nomi!), quindi continuerò a chiamarlo “quello nero”. Dicevo, il periodo nataliazio la casa diventa una grande mangiatoia per il nero.

Per tutto l'anno ci sono sempre piante che girano dentro casa, quando ne vedo una carina mi dico sempre “ma si dai, la prendo, la tengo sopra il mobile e sto attenta che il nero non la mangi”. Puntualmente il giorno dopo lo sento che sta per vomitare dei rametti.
La sua carriera da mangiatore di piante è iniziata poco dopo che lo avevo preso al gattile, quando ha assaggiato l'erba aglina (come l'erba cipollina, ma sa di aglio) e è stato spedito una settimana in vacanza dal veterinario perché per giorni non mangiava niente (cosa alquanto preoccupante). E' poi proseguita con piante di peperoncino, mimosa, conifere varie, fiori, ecc. Ah si, l'erba gatta ce l'ha avuta per mesi nella sua bella ciotola, ovviamente non l'ha mai toccata.

Ecco, nel periodo di Natale ha un banchetto extra: le ghirlande dell'albero. L'anno scorso vomitava stelline dorate un giorno si e uno no. Una volta l'ho beccato che aveva ancora la stellina appiccicata nell'angolo della bocca.
E quest'anno non si è ancora accorto del muschio: suppongo che quella diventerà la sua mangiatoia ufficiale!


Ma passando dalla pappa del nero alla pappa per noi, eccovi un'altra variante del semifreddo: il Turron-nougat semifreddo. Vi avevo già scritto come fare la base qui, in questo caso aggiungete ai tuorli e allo zucchero il torrone sbriciolato (la grandezza dei pezzi che ci mettete dipende dai vostri gusti, potete ridurlo in polvere o farlo a pezzi, o metà e metà) e dei pistacchi (io avevo aggiunto delle nocciole). Alla fine cospargete tutto con il cacao. Buonissimo e facilissimo!

Voto: 8


La seconda ricetta devo ammettere che non l'avevo fatta come c'era scritto nel libro... la ricetta si chiama Pork and crackling ma a me è mancata la parte del crackling perché ho usato solo la l'arista di maiale senza la parte che diventa croccante (il grasso? la pelle sopra?). Quindi se voi volete farla giusta, prendete la carne con il grasso? la pelle sopra? e, nella parte dove non c'è il grasso? la pelle sopra? strofinate un mix fatto con semi di finocchio, aglio e rosmarino. Poi mettete tutto a marinare con aceto balsamico e olio per una mezzora. Intanto prendete qualche ossa e mettetela ad arrostire nel forno. Dopo che la carne ha marinato strofinate la parte con il grasso? la pelle sopra? con il sale e mettete a cuocere. Jamie dice di cuocere la carne sopra a una gratella, mettendo sotto una teglia per raccogliere i succhi di cottura. E nella teglia si devono mettere anche le ossa arrostite, un po' di verdure (sedano, carote e cipolle, ma penso che possiate metterci quello che volete), quello che era rimasto della marinata e mezzo litro d'acqua. Poi quando la carne si cuoce, colerà nella teglia tutto il grasso e alla fine quindi vi ritroverete con una bella salsetta. Ah si, tempi di cottura: circa un'ora a 220°.

Voto: 8

lunedì 9 dicembre 2013

Gnocchi di polenta ai porcini e il Natale per me

[Colonna sonora del post: Michael Bublé - Silent night]


Ieri era l'8 e io avevo programmato tutto: avrei dovuto fare l'albero, il presepe e le decorazioni varie. Dovevo andare a comprare le ultime decorazioni, spargere nell'aria un po' di profumo di pan di zenzero con il diffusore e magari avrei preparato anche qualche biscotto.
Invece mal di pancia e mal di testa tutto il giorno, che continua anche oggi. Chiamiamolo virus intestinale...

E' strano come le cose cambino, quando ero piccola non mi interessavano molto le feste. Il Natale mi è sempre piaciuto, soprattutto fare l'albero, però il fatto di riunirsi con la famiglia e tutto il resto, non erano cose che ritenevo particolarmente importanti. Si andava a pranzo in campagna e io ero una bambina silenziosa, mangiavo e mi mettevo in un angolo a leggere. Ogni tanto qualcuno cercava di dirmi qualcosa, io rispondevo a monosillabi e tornavo al mio libro. Non posso credere di essere diventata una delle persone più logorroiche che conosco, adesso. In compagina di certe persone mi viene ancora voglia di tirare fuori un libro e mettermi a leggere, ma in generale le chiacchiere mi piacciono (se avete letto qualche altro mio post ve ne sarete accorti). Potrei stare ore a parlare (o a scrivere, purtroppo per voi) di un argomento a casaccio, anche del più insulso.


Ma ecco, stiamo divagando, io parlavo del Natale. E oggi mi ritrovo ancora la casa senza decorazioni, cosa che odio, a parte delle lucette a forma di fiocco di neve dell'Ikea attaccate alla finestra. Mentre io sono una di quelle che illuminerebbe tutta la sua via di casa, se potesse. Andare in giro e vedere tutte le lucette di Natale mi piace tantissimo,e chissenefrega se a tanti sembra tutto consumismo, io non ci credo. Io voglio credere che ancora il Natale significhi qualcosa, che le lucette in giro non servano solo ad attirare la gente in centro per fare acquisti, che le decorazioni dentro casa non servano solo a spendere soldi dai cinesi, che i pandori non servano solo per farti andare dal dentista nei prossimi mesi e che i regali che si ricevono non sono fatti solo per circostanza.
Per me il Natale è come una morbida coperta luccicosa, che non dura solo un giorno. Inizia quando metto la prima lucetta, la prima ghirlanda, e finisce quando tolgo tutto. Circa un mese. Un periodo che mi fa tornare bambina, che dovrebbe far tornare tutti bambini. Di quei bambini che, andando in giro per una via illuminata, alzano gli occhi e si meravigliano per tutte quelle luci. Di quei bambini che non pensano ai disagi provocati dalla neve, ma che si meravigliano ancora per quei fiocchetti bianchi che cadono dal cielo.


GNOCCHI DI POLENTA AI PORCINI

INGREDIENTI
farina per polenta (o polenta avanzata)
farina
panna
burro
porcini, tagliati come preferite

Come al solito è più un'idea che una ricetta vera e propria, è tipo una ricetta della nonna, di quelle che non ci sono dosi precise. Ma il procedimento è questo: preparate la polenta come indicato nella confezione che avete, lasciatela però abbastanza soda, altrimenti sarà difficile fare gli gnocci. Mettete la polenta in una spianatoia e impastatela con un po' di farina. Aggiungetene un po' alla volta fino a che l'impasto non abbia una consistenza simile a quello degli gnocchi normali (comunque rimarrà sempre un po' morbidino). Fate dei salsicciotti e tagliate gli gnocchi. Cuoceteli in acqua salata fino a che non vengono a galla, poi scolateli.
Nel frattempo sciogliete un po' di burro in una padella e cuocete i porcini. Aggiungete la panna, cuocete un altro paio di minuti e poi buttateci dentro gli gnocchi. Mescolate bene e servite!

sabato 7 dicembre 2013

FracooksJamie: Betroot tagliatelle with pesto and mussels, Mascarpone cream e Telefilm che ti segnano la vita


Scrivo questo blog in modo discontinuo da qualche anno, ma in pratica parlo sempre di cucina (bè, è o almeno dovrebbe essere un food blog) o di cavolate varie. Ma magari chi passa di qui vorrebbe anche sapere che tipo di persona è quella che sta dietro lo schermo di un computer mezzo scassato, con il tasto della G che è mezzo staccato e che quindi deve premere 2-3 volte prima di farlo scrivere. Non è nel mio stile però stare a descrivermi, quindi per darvi un'idea di che tipo di persona sono ho pensato di fare in un altro modo.

Vi hanno mai detto che assomigliate a un personaggio di una serie tv? A me si. E dato che è una serie che adoro e che ho visto milioni di volte, mi viene sempre da chiedermi se sono sempre stata così e è un caso che questo personaggio mi assomigli così tanto o se è il contrario, cioè che guardando e riguardando questa serie, in qualche modo ne sia stata contagiata. Bah, è un po' come l'uovo con la gallina, chi lo sa chi è nato prima.
Bene, la serie in questione è Una mamma per amica o Gilmore's girl. No, non sono come Rory, a questo punto avrei già un paio di lauree. Sono come Lorelai. A parte il fatto che un paio di anni fa ho deciso di limitare drasticamente l'uso di caffè (altrimenti ero uguale pure per quello). E si, l'unica cosa che proprio non abbiamo in comune è che io, al contrario di lei, adoro cucinare, per il resto non trovo altre differenze! Ma davvero, non è una somiglianza così, un po' superficiale. In certi pezzi del telefilm mi blocco e penso “oddio, ma mi hanno filmato senza che lo sapessi?”. Poi giro la testa lentamente verso il mio ragazzo che nello stesso momento si gira verso di me e mi dice “cioè, ma sei uguale! Ma quanto ti ha segnato questo telefilm??”. Non so, sarà il rapporto un po' difficile che ha con i genitori, il modo di parlare a mille che ha, le cavolate che le escono sempre dalla bocca, ma davvero, se dovessi dare un'idea di come sono non troverei un modo migliore: prendete una puntata a caso, guardatela e eccomi lì, sono io.

Il video che ho messo all'inizio del post è in pratica la prima volta che mi sono accorta che c'era una somiglianza. Ma davvero, una qualsiasi puntata, meglio dove Lorelai fa qualche specie di monologo, vi farà capire che razza di persona si cela dietro questi post!
 
Preambolo che come al solito c'entra poco con le ricette, a parte il fatto che Jamie mi ha segnato culinariamente parlando, come Una mamma per amica evidentemente ha fatto in tutti gli altri campi della mia vita.


La prima in particolare è una ricetta che mi sta molto a cuore perché è proprio particolare: è la Betroot tagliatelle with pesto, mussels and white wine, usando la ricetta della Betroot pasta. Insomma, non mi capita tutti i giorni di fare delle tagliatelle rosa, e nemmeno il pesto. E nemmeno comprare le cozze. E di sicuro mi capita molto poco di fare tutte e tre le cose insieme. Sembra proprio una pasta strana, ma stranamente funziona!

Potete replicarle facilmente. Non dico che sia la cosa più facile del mondo, più che altro per le tagliatelle perché il pesto, se proprio non avete voglia di farlo, potete anche comprarlo già fatto, anche se non c'è proprio paragone. Le tagliatelle vi tocca farle se le volete rosa!
Per l'impasto normale si dovrebbero usare 500 g di farina e 5 uova. Per farle rosa sostituite 2 uova con uguale peso di barbabietola cotta e pureata. Impastate impastate, stendete stendete e poi tagliate tagliate. Poi gli preparate un sugo semplicissimo, olio, cozze, sfumate con un bicchiere di vino e ci mettete le tagliatelle (cotte ovviamente!). Poi mettete nei piatti e ci aggiungete un paio di cucchiai di pesto. Ottima!
Che poi a pensarci, questo piatto mi sembra proprio femminile. Sarà per il rosa-tagliatella, sarà per le cozze (o moscioli, come diciamo qua), ma questo non mi sembra proprio un piatto da macho. Ma chissenefrega, io sono ancora una gentil donzella e quindi è un piatto adattissimo per me!

Voto: 8


Ricetta numero 2: Mascarpone cream. Ok, questa non è proprio una ricetta perché si tratta di mischiare 250 g di mascarpone con un cucchiaio di zucchero e un po' di semini di vaniglia. Però devo riconoscere a Jamie il fatto di avermi fatto scoprire il mascarpone. Perché prima di lui per me il mascarpone era sinonimo di tiramisù e nient'altro. Cioè, ogni volta che andavo a fare spesa e vedevo quelle scodelle di mascarpone non potevo fare a meno di pensare “ma dov'è tutta sta gente che compra tutte queste scatole di mascarpone per fare il tiramisù?”. Tra l'altro voi non potete saperlo ma adesso ve lo dico: mentre scrivevo “scatole di mascarpone” mi sono sbagliata e ho scritto “scatole di tiramisù”, che tanto ve l'ho detto, per me erano davvero la stessa cosa! Poi la ricetta di Jamie delle tagliatelle con il mascarpone, usato quindi in un piatto salato, cosa che proprio non avevo mai immaginato. Ed è stato subito amore! Anche questa crema in realtà è ottima, si può tranquillamente sostituire alla panna! Io l'avevo usata per fare un dolce con la pasta frolla, banane e sopra (una volta cotta) ci avevo messo questa crema. Buonissima e versatile!

Voto: 7 e mezzo

("Questa è l'ultima volta che compro qualcosa solo perché è pelosa" - Una mamma per amica)

mercoledì 4 dicembre 2013

Temaki di bastoncini e Tonno universitario

[Colonna sonora del post (in onore delle scatolette di tonno mangiate alle 4 di notte dopo il Tartaruga e il kebab): Folkabbestia - Tre briganti e tre somari]


Periodo di studio. Per tante persone questo significa stare lontane dalla cucina e dedicarsi quasi esclusivamente a leggere, leggere, memorizzare e ripetere ripetere e ripetere. Infatti ho appena trovato su internet una pagina che elencava i 10 cibi degli universitari, cose orribili. Ma io dico, davvero vanno tutti di pasta al tonno, scatolette, kebab e pizze surgelate?
Quando studiavo fuori casa non ho mai mangiato in modo così brutto. E non è che fossi già appassionata di cucina (la passione mi è venuta in un altro modo, ma questa è un'altra storia, che tra l'altro credo che non racconterò mai qui sul blog), ma la prima volta che ho avuto in mano una scatoletta di lenticchie pronte, ho telefonato a mia nonna per chiederle come avrei potuto cucinarle. Ma vi pare che butto una scatola di lenticchie nel piatto? Io ci ho fatto un soffritto, un sugo di pomodoro e poi ho aggiunto le lenticchie! Le faccio così anche oggi, magari però ci aggiungo anche un pezzo d salsiccia!

Non che non mangiassi mai schifezze, ovvio che di notte, verso le 3 o le 4, con l'alcol che scorreva nelle vene al posto del sangue, mi sbafavo kebab e milioni di scatolette di tonno. Ma in generale ho sempre mangiato più che bene, anche troppo (a giudicare dai 10 chili che avevo messo su in quel periodo).
Bah, come se a cucinare una fetta di carne ci volesse più tempo rispetto a scaldare una pizza surgelata...

Ma comunque, sarà per questo che in ambito universitario non ho mai combinato granché in questi anni, forse mi è mancata l'alimentazione della studentessa! Si, deve essere per questo! Forse è ora di smettere di cucinare e darsi alla pasta con il tonno e alle pizze surgelate!

Nel frattempo ho preparato dei temaki di bastoncini, che in questo caso sono abbastanza in linea con questo discorso, dato che sono una versione semplice dei temaki classici, che invece avrebbero bisogno di comprare il salmone, sfilettarlo, tagliarlo... Anche se a dire la verità quello che occupa più tempo è cuocere il riso. Dato che la ricetta è stralunga (se non avete una cuociriso), vi consiglio di andare a cercarvi la ricetta su internet, oppure vi lascio il link a un video che avevo fatto tempo fa, proprio su come si preparava il gohan!

La ricetta vera e propria in realtà non c'è, perché dovete solo cuocere il riso e i bastoncini (io li ho fatti al forno), poi prendete l'alga, ci mettete un po' di riso, un po' di wasabi (se vi piace), mezzo bastoncino e arrotolate in modo da formare un triangolo.
Sembra una schifezza, ma è buono!! 

(...Siamo sempre tre, tre somari e tre briganti, solo tre...)

venerdì 29 novembre 2013

FracooksJamie: Spicy Squash Risotto e Minted Asparagus and Pea Risotto

[Colonna sonora del post: Bandabardò - Mojito F.C.]

I gatti, che animali pessimi. Mai che facciano quello che gli chiedi. Prendete i miei, per esempio. E' un'ora e mezzo stamattina che li chiamo per farli venire a scaldarmi le gambe, ce ne fosse uno che abbia risposto. Se ne stanno tutti in camera sopra al piumone (qualche volta sotto), senza preoccuparsi del freddo che ho io. A un certo punto se ne è affacciato uno dei tre, è passato titubante davanti al tavolo dove studio, è andato a bere un po' d'acqua, poi si è girato di corsa e è tornato in camera a dormire. Ma vi pare? Io cosa li sfamo a fare per tutto l'anno se poi non mi fanno risparmiare sui termosifoni? Ma guarda un po'...

Comunque, oggi sono ancora rotolante dalla cena del Thanksgiving che ho preparato ieri. Thanksgiving all'italiana, che io il tacchino non so cuocerlo e non fa nemmeno per niente parte della nostra tradizione culinaria. Non che il Thanksgiving invece ne faccia parte, ma ogni motivo è buono per festeggiare. Tra l'altro era anche Hannukkah, quindi doppio festeggio. Insomma, ho fatto il pollo ripieno al posto del tacchino. E la zucca. E gli spinaci con il formaggio. E la torta di mele. E, giusto per non farci mancare niente, il sorbetto al limone. Come vi dicevo, ancora sto rotolando da ieri sera, non so quando mi riprenderò.


A proposito di zucca (ma quando l'ho menzionata? Ah si, prima, tra i contorni di ieri sera!), oggi vi faccio vedere la ricetta che ha battezzato il mio amore per la zucca. Perché prima non l'avevo mai assaggiata, ma Jamie ha questi e altri poteri: farmi innamorare di cose che non avevo mai provato.
 
Iniziate con la Spicy Roasted Squash: cuocete la zucca tagliata a fette o a pezzi (dipende da quale usate e dalla grandezza). Cioè, la tagliate e la mettete in una ciotola, poi ci aggiungete un po' di cose che prima avrete pestato nel mortaio (potete scegliere voi le spezie e le erbe, ma Jamie consiglia: semi di coriandolo e di finocchio, peperoncino, sale, pepe e aglio, conditi con l'olio). Trasferite tutto su una teglia e infornate per circa 30 minuti o comunque finché la zucca non sarà cotta e dorata (ma già lei è arancione, il termine “dorata” andrà bene anche nel suo caso? Boo, l'importante è che abbiate capito!).
E adesso preparate lo Spicy Squash Risotto with Thyme and Mascarpone. Ricetta base del risotto (penso che tutti lo sappiano fare): quando iniziate ad aggiungere il brodo, mettete un po' di timo e metà della zucca che avevate cotto, tagliata a pezzi. Cuocete, cuocete, alla fine aggiungete la zucca rimasta (Jamie dice di tagliarla finemente, ovviamente voi potete tagliarla come vi pare) e un paio di cucchiai di mascarpone.
Bene, primo assaggio di zucca per me, amore a prima forchettata!!

Voto: 9 e mezzo!!


Altro giro, altro risotto, stavolta faremo il Minted Asparagus and Pea Risotto.
Prendete gli asparagi (quando sarà stagione, quindi non adesso!), puliteli e staccategli le punte. Le punte poi le cuocete nell'acqua bollente salata, il resto dell'asparago lo tagliate a fettine. Sbollentate anche i piselli.
Cuocete il risotto, sempre con la ricetta base, aggiungendo proprio all'inzio le fettine di asparago e metà piselli, alla fine aggiungete l'altra metà dei piselli, le punte degli asparagi e qualche foglia di menta tritata.
Se volete fare più veloce: io i piselli li metterei da congelati quando mettete il primo mestolo di brodo, tanto il risotto si cuoce in 10-15 minuti, quindi hanno tutto il tempo di cuocersi così.

Ottimo risotto anche questo, anche se io forse ho dei problemi con la menta. Cioè, io adoro la menta, latte e menta, ghiaccioli alla menta, gelato alla menta e qualsiasi altra cosa aromatizzata alla menta mi piace. Mi piace soprattutto in versione Mojito e forse è questo il problema. Ne ho bevuti talmente tanti che ormai appena sento l'odore delle foglie di menta (e non di sciroppo), mi viene in mente il rum, il lime e lo zucchero (più le varie serate passate in compagnia di NonMiRicordoChiPerchèEroTroppoUbriaca e le varie mattine dopo passate con mia sorella a rotolare nel divano cercando di pensare all'acqua e limone mentre in tv passavano pubblicità di vini Tavernelli o Sangiovesi). Ma che poi mi piace usare la menta in cucina, dà quella nota di freschezza caratteristica di quelle belle foglioline verdi, è solo che riporta a galla vecchi ricordi e mi fa venire voglia di Mojito. Forse la soluzione c'è: la prossima volta mi faccio questo risotto e mi ci bevo un bel Mojito invece dell'acqua!

Voto: 7 e mezzo

(C'era stato un profumo di menta, di ghiaccio e di liquore...
C'era stata una fine, una scusa per finire in abbraccio
Con le mani unite sotto una cascata di menta e di ghiaccio...
Bandabardò - Mojito F.C.)

venerdì 22 novembre 2013

Zuppazucca in attesa di pioggia

[Colonna sonora del post: Passenger - Let her go]


Oggi aspetto la pioggia. Sarà perché tanto sono costretta a stare a casa a studiare, ma non riesco a pensare a niente di più bello di un bel temporale. Anche una pioggerellina, ma non queste nuvole grigie con qualche sprazzo di sole. Di quelle piogge che sei contento di poter stare nel divano con una tazza di tè (e con un libro da studiare in mano), una coperta e tre gatti che ti scaldano. Invece niente.
Poi non è che la pioggia mi piace sempre sempre. Per quanto amo pensare a me stessa come a un'amante della stagione invernale, devo ammettere che il sole delle giornate primaverili mi piace parecchio. Ma comunque la neve batte tutto, senza dubbio.

Si vede che studiare mi deprime, mi sono messa a parlare del tempo come una vecchietta ottantenne! E' che voglio la pioggia!
Mi consolo pensando già al Natale e iniziando a mettere qualche decorazione, giusto per avere un'atmosfera un po' più allegra dentro casa, dato che nei rari periodi di studio l'allegria è un sentimento che se ne va lontano...
Vabbè basta, mi sta prendendo la depressione ancora di più, mi consolo pensando che il meteo ha messo questa benedetta pioggia praticamente oggi pomeriggio e quindi mi basterà aspettare.
Ne frattempo mi consolo con la mia zuppazucca con la feta, piatto che ormai è annoverato tra i miei comfort food ormai da tempo.
Le quantità degli ingredienti non le metto perché non so voi, ma quando io faccio una zuppa in pratica butto giù roba quasi a casaccio, faccio cuocere e poi frullo tutto!


ZUPPAZUCCA

INGREDIENTI
zucca
zucca
zucca
1 patata (facoltativa)
brodo di verdure (o dado, io di solito uso quello)
olio
sale e pepe
curry
feta

Tagliare la zucca e la patata a tocchetti delle stesse dimensioni. Scaldare un po' d'olio in una padella e mettere tutta la patata e quasi tutta la zucca (tenetene qualche pezzetto da parte). Far cuocere 2-3 minuti e poi coprire con il brodo. Portare a bollore e lasciare sobbollire finché la zucca e la patata non siano diventate tenere.
Nel frattempo scaldare il forno (a circa 180-200°C) e cuocere la zucca che avevate messo da parte, fino a che non diventi un po' sbruciacchiata (ottimo termine tecnico!).
Frullare la zuppa e seasoningare con sale, pepe e un po' di curry. Versare nei piatti e mettere sopra la feta tagliata a pezzetti e la zucca arrostita.

Slurpare!

mercoledì 6 novembre 2013

FracooksJamie: Focaccia e Pan-cooked artichokes with lemon, thyme and garlic

[Colonna sonora del post: Offspring - Totalimmortal]

Oggi continuo con le ricette di Jamie, senza tante chiacchiere. Almeno spero, che poi quando inizio a scrivere, anche se non ho voglia, di solito non mi fermo più.


Allora, Focaccia focaccia, che Jamie fa con l'impasto del pane. Quindi è semplice, prendetevi una ricetta a caso per fare il pane, fate l'impasto e fatelo lievitare una o due ore (deve raddoppiare di volume), poi stendetelo con uno spessore di circa 1 cm e mezzo, metteteci un topping a vostro piacere (poi vi dico quale ho usato io), fateci dei buchetti (cioè, non proprio buchetti, dovete schiacciarci le dita, ma non fateci dei buchi!) e lasciate lievitare altri 45 minuti. Mettete in forno per circa 15 minuti et voilà, avrete la vostra focaccia bella pronta.
Io ho seguito i consigli del mastroJamie e i topping che ho usato sono copiati pari pari dal suo libro, cioè il Basil and olive oil topping (aglio, basilico, olio, sale, pepe e peperoncino), il Potato and rosemary topping (patate tagliate a rondelle abbastanza fine – bollite per un paio di minuti – olio, sale, pepe e rosmarino) e l'Onion topping (cipolle, cipolle e cipolle!).
Ricordo che quando l'ho fatta mi era piaciuta parecchio ma devo dire che mr. Geom non aveva ancora iniziato a pizzare (verbo che significa: fare la pizza), adesso che pizza (sempre voce del verbo pizzare) con regolarità, questa focaccia non l'ho più fatta. Ma adesso che mi è rivenuta in mente un pensierino ce lo farei... magari faccio fare l'impasto a mr. Geom e mi invento qualche topping nuovo!

Voto: 7 e mezzo

L'altra ricetta è la Pan-cooked artichokes with lemon, thyme and garlic. Altra ricetta che ci vuole di più a scriverla che a farla: padella, olio, aglio e scorzetta di limone. Aggiungete i carciofi tagliati a metà e il succo di limone e fate cuocere 3-4 minuti a fuoco non tanto alto. Poi ci mettete un po' di vino (poco meno di un bicchiere), mettete il coperchio e fate cuocere una decina di minuti. Quando togliete dal fuoco metteteci una noce di burro. Apposto, fatta anche questa.

Voto: 6 e mezzo
 
Adesso che ci penso potrei mettere i carciofi sopra la focaccia... peccato che mr. Geom non gradisce i carciofi (ma come si fa??) del resto come non gradisce quasi tutto quello che è di colore verde o che sa di verdura. A meno che non sia camufatto. Del tipo, se gli dai le melanzane così, storce il naso. Se gliele metti dentro una pasta sfoglia con la salsiccia è contento. O gli spinaci: da soli non li mangia, dentro uno sformato con del prosciutto si. O ancora meglio, affogati con dei formaggi, cosa che ha scoperto da poco, purtroppo per me. Si perché nei pochi giorni dell'anno in cui sono a dieta, io mi mangio gli spinaci conditi con un filo d'olio e un po' di limone (giusto per non sprecare il ferro che ci sta dentro), e lui “mi fa compagnia”, o almeno così dice. Mangia gli spinaci, si, ma ci mette dentro 4 sottilette, il parmigiano e altri formaggi vari ed eventuali che abbiamo in frigo. E questo è uno dei momenti in cui decido di abbandonare la dieta. 
Alla prossima!

giovedì 31 ottobre 2013

Dolce Stardust e Invettiva contro gli anti-Halloween

[Colonna sonora del post: Mika - Stardust]


Oggi è Halloween. E chi se ne frega se non è una festa nostra e l'abbiamo importata dall'estero. Come se i vestiti che ci mettiamo fossero tutti Made in Italy. O i cellulari che usiamo siano stati fatti tutti in Italia. O i programmi che guardiamo in tv siano tutti frutto di menti italiane. O le cose che mangiamo venissero tutte prodotte dal contadino sotto casa.
Io penso che si possa stare in pace con se stessi sia mangiando la salsiccia prodotta dal macellaio di fiducia che usa solo carne dell'allevamento che ha dietro casa, sia usando la salsa di soia prodotta in Giappone. Non so, tutti a urlare allo scandalo alla vista dei bambini che imitano quelli americani quando bussano alla porta e fanno dolcetto o scherzetto e poi magari vedi le stesse persone che hanno tutti i dvd di Glee pronti per essere guardati. La coerenza si sa, non è per tutti.

La mia vita mi piace così, ricca di spunti che vengono un po' qua e un po' là. Nel mio balcone ho una piantina di pomodori che (se mi ricordo di darle da bere) mi permette di fare qualche insalatina o qualche sugo di tanto in tanto: nemmeno a chilometro zero, qui si parla di Centimetro Zero. Nel frigo ho le verdure prese al mercato del centro, le salsicce del macellaio, una salsa allo zenzero e una salsetta di pesce comprate in Austria; nella dispensa ho i fagioli del contadino, i ceci della Coop, la salsa di soia, i ramen pronti, i mochi comprati nel negozietto asiatico, una crema di nocciole austriaca, le tortillas e le alghe nori; nel congelatore ho l'impasto della pizza fatto a mano dal sig. Geom e il gelato alla zucca della Lidl.
E mi vengono a dire che Halloween non è una festa nostra e quindi non possiamo “sentirla”? Quindi dato che la salsa di soia non è italiana, non posso gustarla? E cos'ho mangiato negli ultimi anni quando sono andata milioni di volte al ristorante giapponese? Un risotto di pesce con una salsa nera e salata? No, ma allora rinchiudiamoci tutti in Italia, blocchiamo le frontiere e non facciamo passare niente, che tanto qualsiasi cosa che arriva dall'estero non ci appartiene.
E non sto dicendo che quello che è fatto in Italia fa schifo, sto solo dicendo che, per quanto mi riguarda, per me è come per le persone: se c'è un italiano e un americano, con chi preferite fare amicizia? Non so voi, ma io con il più simpatico. E nel cibo è la stessa cosa: tra un piatto di tortellini e uno di crauti scelgo i tortellini, tra la zuppa di miso e un piatto di spaghetti al pomodoro scelgo la zuppa di miso (sacrilegio per un'italiana!), tra una peperonata e i canederli io scelgo i canederli. Scelte insensate? No, sono scelte che rispettano i miei gusti. Le cose che mi piacciono le scelgo in base al gusto, non alla provenienza.

In realtà non ero partita per fare un'invettiva contro gli anti-Halloween... Volevo solo presentarvi la mia ricetta che non c'entra niente con Halloween! Si perché in questo periodo i blog di cucina si riempiono di ricette spaventose, arancioni e nere, piene di dita mozzate e zucche insanguinate, tutte cose che farebbero concorrenza a qualsiasi film horror. E io avrei anche pronta pronta una ricettina a tema, non horror, ma fatta con la zucca. Ma che gusto c'è a postarla adesso? Probabilmente aspetterò Natale o Pasqua.
Invece oggi vi lascio la ricetta di un dolce scintillante e colorato, l'anti-Halloween in persona. L'ho chiamato Dolce Stardust perché l'ho fatto un paio di settimane fa, in piena estasi X Factor. Dato che Mika è tra i giudici e io mi ricordavo solo una canzone che aveva fatto (la prima forse) mi sono detta “Cavoli, tutti smattiti per questo Mika e io conosco una canzone si e no?”. Allora mi sono improvvisamente ricordata che l'anno scorso aveva cantato qualcosa con Chiara, mi sono andata a cercare la canzone, che appunto si chiama Stardust, e mi è piaciuta molto! Ed ecco da cosa viene il nome! Il dolce non è frutto della mia immaginazione va viene da un libro!


DOLCE STARDUST

INGREDIENTI (stampo rotondo da 22-23 cm)
Per la base:
250 g di farina
150 g di burro
1 tuorlo
un po' d'acqua
Per la farcitura:
3 uova
20 g di maizena
75 g di zucchero
400 ml di latte
150 g di cioccolato
vaniglia
1 confezione di gelatina in polvere (io ho usato quella in fogli ma non ricordo quanti ne ho messi...)
45 ml di acqua (se usate la gelatina in fogli non serve)
30 ml di rum
150 g di panna

Preparare la frolla mescolando farina e burro, fino a che non si formino tutte briciole, poi aggiungere il tuorlo e un po' d'acqua, per formare un impasto della giusta consistenza. Vi avviso che con questi ingredienti la frolla viene particolarmente insapore: per me poi ci sta bene perché il dolce è particolarmente dolce, ma se volete una frolla più “classica” usate la vostra ricetta di fiducia!
Stendere la pasta, foderare uno stampo da 22-23 cm e mettere in frigo per circa mezz'ora. Poi fare dei buchetti nel fondo, coprire con la carta forno con sopra dei ceci/fagioli/altri pesi a vostro piacimento e cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 10 minuti. Togliere i ceci e la carta da forno e continuare la cottura per altri 10 minuti.
Mentre si raffredda, separare i tuorli e gli albumi. Mescolare i tuorli, la maizena e 30 g di zucchero. Scaldare il latte, versarlo nel composto con le uova, mescolare, rimettere tutto nella pentola e cuocere a fuoco lento finché la crema sarà cotta.
Dividere la crema in 2 ciotole. Sciogliere il cioccolato a bagnomaria, unirlo a una delle due metà della crema e metterla sul fondo del dolce. Lasciar raffreddare. Sciogliere la gelatina in polvere nell'acqua (se usate quella in fogli fatela ammorbidire) e versarla nell'altra metà crema, insieme al rum. Aggiungere lo zucchero e mescolare tutto. Montare gli albumi a neve e aggiungerli alla crema. Amalgamare tutto e versare nel dolce, sopra alla crema al cioccolato.
Mettere il dolce in frigo finché non si sarà rassodata (un paio d'ore), poi decorare con panna montata e polvere di stelle!

Lo giuro, oggi mi ero ripromessa di non fare un post chilometrico...
E per la cronaca, per fare questo dolce ho usato uova del contadino, panna dell'Auchan e polvere di stelle austriaca!

sabato 26 ottobre 2013

FraCooksJamie: Tagliatelle with baby courgettes and Pork chops with pesto and mashed potato

[Colonna sonora del post: Abba - Dancing Queen]

Ditemi che succede anche a voi. Che anche voi siete quelli de “Da lunedi inizio tutto per bene”.
Da lunedi prometto che mi metto a dieta. Da lunedi prometto che mi metto a studiare seriamente. Da lunedi prometto che terrò più ordinata casa. Da lunedi prometto che mangerò più sano. No, l'ultima non l'ho mai detta seriamente. Per me il concetto di dieta non è legato a mangiare più sano ma continuare a mangiare quello che mangio ma di meno.
Dai si, insomma, le promesse del lunedi. Io ci vivo di queste promesse.

Capitolo 1: la Dieta
Puntualmente di lunedi mi ripropongo di diminuire la quantità. Allora inizio dal pranzo, invece di 100 g di pasta passo a 70 g. Ovviamente con sughi di salsiccia e panna, ma cmq sempre 70 g di pasta. A cena un po' di carne con qualche verdura. E passa lunedi.
Martedi solitamente prosegue bene, poi però esco e mi faccio una bevuta. Il giorno dopo magicamente ho preso mezzo chilo. E allora mi dico “Ma che cavolo, a questo punto mi mangio un etto di pasta e non vado a bere!”.
E allora mercoledi mi mangio un etto di pasta a pranzo. A merenda mi prende fame e così mi tocca per forza finire quei 4 cupcake avanzati dal giorno prima. E vi assicuro che non è una scelta mia, sono i cupcake che vogliono farsi mangiare! Stanno lì, che mi dicono “Ma perché gli altri 14 li avete mangiati e a noi non ci mangia nessuno? Siamo molto tristi... Forse siamo più cattivi degli altri?”. Ci vuole un cuore di pietra per lasciarli lì. Io invece, che il cuore ce l'ho fatto di morbido impasto rosa per cupcake, non ce la faccio proprio e, mossa a commozione, me li pappo tutti prima di cena. A cena avevo programmato un po' di pesce al forno con qualche pomodorino. Ma dopo 4 cupcake, chissà perché, la fame invece di passarmi mi viene ancora di più. Inizio pensando che ho quella salsiccia avanzata dal sugo del giorno prima e che ci potrei farcire i pomodorini. Pomodorini, salsiccia, sopra un po' di molliche di pane, mi sembra un'ottima idea, e chissenefrega se salsiccia e merluzzo al forno non ci dicono per niente. Il giorno dopo ho preso un altro mezzo chilo.
Giovedi sono di nuovo animata di buoni propositi. Eh si perché se avete abbandonato la dieta, non c'è giorno migliore di giovedi per riniziare, di venerdi no di sicuro dato che “né di venere né di marte ci si sposa né si parte”. E i proverbi bisogna sempre seguirli, si sa, per non incorrere nelle ire funeste di Zeus con i suoi fulmini e saette. Quindi giovedi riparto, con un chilo in più, ma con la determinazione del lunedi. Colazione e pranzo perfetti, a merenda non ho nemmeno fame e qui faccio l'errore più grosso: non mangio niente. Arrivata a cena ecco il disastro. Avevo programmato una bella zuppa depurativa di legumi, ma la sera prima, presa dalla foga dei pomodorini con la salsiccia, mi sono dimenticata di mettere il tutto a bagno. Guardo la confezione con aria avvilita pensando “40 minuti di cottura dopo 12 ore di ammollo?? Ma io ho fame!”. Mi giro con gli occhi da cerbiatto verso Mr. Geom, che cerca invano di farmi mantenere le diete (anche se senza successo) e, sbattendo le ciglia (che prima avevo anche allungato con un bel mascara supervolumizzante, per ottenere un effetto ancora più convincente) sussurro “Amore, che ne dici se prendiamo una pizza?”. Lui sconsolato risponde “Va bene, ne prendi una con le verdure?” e io “Ma certo, prendo la Royal, quella con i funghi (verdura), il tartufo, la salsiccia e le scaglie di parmigiano. Ah si, che dici, faccio l'aggiunta di prosciutto crudo?”. E il venerdi mi ritrovo con 1 chilo in più.
Il fine settimana passa con buoni propositi sul lunedi successivo. Mi ripeto che sabato e domenica farò la brava per non arrivare troppo appesantita all'inizio della settimana, ma come d'incanto sbucano fuori inviti a pranzo dai genitori, nonni, zii, inoltre mi accorgo che la panna che avevo usato per il sugo di lunedi sta scadendo e quindi devo usarla, che in realtà avevo altre 2 salsicce da finire e che sabato sera ho gente a cena e quindi devo fare un dolce, per gli altri, che io non toccherò di sicuro, perché a parte panna, salsiccia, prosciutto e formaggi, ci tengo a tenermi leggera. Ovviamente dopo cena mi mangio metà dolce da sola.
Arriva il lunedi successivo che ho preso 3 chili.

Cosa c'entra tutto questo con le ricette di oggi di Jamie? Niente, assolutamente niente. Ma mi andava di raccontarvi delle mie diete del lunedi. La prossima volta vi racconterò del mio qualcosaltro-del-lunedi.


Saltando di palo in frasca quindi, eccovi delle buonissimi Tagliatelle with baby courgettes, lemon and basil. Come sempre, è più un'idea che una vera e propria ricetta: cuocete le tagliatelle e le condite con un sugo fatto con olio, zucchine (Jamie dice baby, io ho usato le adult, quelle normali insomma), un po' di succo di limone e basilico. La foto fa schifo, ancora non avevo imparato bene a fare la pasta fresca, vedrete più in là la differenza!

Voto: 6 e mezzo (giusto perché non è niente di speciale, cioè la pasta con le zucchine me la faccio in uno di quei lunedi di dieta...)


Ecco, questa è stata una scoperta. Sono le Pork chops with Thyme, lemon and pesto. Non so voi ma io non davo un minimo di fiducia alla carne con il pesto. E invece... per prima cosa mi ha dato l'occasione di fare, per la prima volta in vita mia, il pesto a mano. E dato che io non sono di sicuro un vampiro (adoro l'aglio) l'ho potuto fare a mio gusto (intossicando Mr. Geom che si, gli piace ma una volta è stato morso da Edward, quindi è un mezzo vampiro) ed era buonissimo! Per fare questa bontà, cuocete delle belle fette alte di maiale, Jamie dice di farle cuocere più o meno 4 minuti per parte (ovviamente dipende dallo spessore), e fatele riposare qualche minuto. Mi raccomando a non stracuocerle, altrimenti vi perderete tutto il gusto! Poi fate la Pesto sauce (cioè il pesto, con la ricetta che preferite) e lo mettete sopra alle fettone di maiale. Una delizia!! Ho anche completato tutto con le Mashed potato, cioè bollite le patate in acqua salata e le schiacciate. Tutto insieme è una delizia!

Voto: 8 e mezzo (quasi 9!)

Ah, se pensate che quello che vi ho raccontato sopra non è vero, venite a vedere la mia pagina FB: Polpette Rosa, oggi è sabato e, come vi avevo detto, ho gente stasera e quindi c'è un dolce in preparazione! Che io non mangerò di certo.....

domenica 20 ottobre 2013

Salsicce in pastella e Essere fuori dal tempo

[Colonna sonora del post: Bluvertigo - Fuori dal tempo]

Con questa canzone dei Bluvertigo (una delle mie preferite di tutti i tempi, io AMO Morgan - e per inciso: Morgan, torna a fare musica con i Bluvertigo!) introduco benissimo la ricetta di oggi. Perché questa ricetta è proprio fuori dal tempo. Viene da dei vecchi libri di cucina di mia madre (o mio padre? Chi lo sa...) che da piccola trattavo con molto rispetto. Ricordo ancora che stavano lì, sopra lo scaffale della libreria, pronti per essere sfogliati da me. Più che “mi ricordo”, in realtà li sto guardando proprio ora dato che questo post lo sto scrivendo proprio da casa dei miei, in attesa del pranzo domenicale e rubando internet, dato che Fastweb dopo quasi un mese non ci ha ancora attaccato la linea e quindi ne approfitto anche per fare un breve ringraziamento a chi abita vicino a me e ha lasciato la connessione internet senza password, cosa che mi ha permesso di aggiornare il blog nell'ultimo mese.

Ma dicevo, i vecchi libri di cucina, un'enciclopedia di cucina divisa in varie sezioni: maiale, vitello e manzo, pasticceria, ecc ecc. Suona così retrò! Quello che mi incuriosiva di più era un volume rosa confetto (ho sempre adorato il rosa, tranne che nei miei anni punk, ma sotto sotto lo amavo anche in quel periodo, solo non volevo ammetterlo), quello della pasticceria. Infatti è anche quello che ha la copertina più rovinata, soprattutto nel punto in cui dovevo fare forza per tirarlo fuori dalla libreria. Poi mi mettevo a sfogliarlo, pagina per pagina, rimanendo a bocca aperta davanti a tutte quelle immagini così invitanti e chiedendomi perché mia madre non preparasse mai quelle cose. Mi ero fatta l'idea che quelli fossero solo dei libri da ammirare e che per mangiare le prelibatezze descritte in quelle pagine bisognasse andare in quei ristoranti di lusso, che ovviamente all'epoca (avendo circa 8 anni) non potevo permettermi. Bè, in realtà non posso permettermeli nemmeno adesso, però qualcosa è cambiato da 20 anni fa: posso cucinarmi quelle cose da sola! E allora ecco che ho ritirato fuori questi vecchi libri, un po' fuori dal tempo, che ti fanno capire che le cose cambiano, anche in cucina. Le ricette che ci sono dentro sono palesemente fuori dal nostro tempo.

Prendiamo il primo volume: il maiale. Una ricetta si chiama “Hamburger di salsiccia”. In pratica prendete una salsiccia, datele la forma dell'hamburger ed eccovi l'hamburger di salsiccia! Ma chi cucina una roba così?
O la moltitudine di ricette che recita “scaldate dell'olio con lo strutto in una padella...” Strutto?? Ma qui abbiamo una linea da difendere. Che vabbè che siamo a ottobre e quindi fino a giugno la prova costume possiamo rimandarla (poi io nemmeno ci vado al mare), ma se iniziamo a mangiare lo strutto adesso ci toccherà stare a digiurno per almeno 2 mesi!
Ah si, c'è anche la ricetta del maialino arrosto, come se fosse una cosa normale comprare un maialino intero per sfamare, non so, 20 persone?? Noi a casa siamo in 2 (più i 3 gatti-avvoltoi), se cuocio un maialino ci tocca mangiarlo per un mese!
Oppure si, anche questa: la gelatina. Non so perché andasse così forte in quegli anni (anni 80?), ma adesso non è una di quelle cose che incontrano i gusti delle masse. Nella versione dolce io la adoro, ma salata... bleah! La tollero a malapena nella Simmenthal, il pensiero di farla da me... bleah bleah! Si vede poi che ho guardato troppe vole Julie&Julia, ma la parte dove lei tenta di fare l'aspic è bene impressa nella mia mente, e non ho nessuna intenzione di replicare la sua esperienza.


Ok, descritta così sembra che l'idea di ritirare fuori questi libri sia stata pessima. Invece no. Sia perché, in mezzo a tante cose strane, ci sono anche ricette molto invitanti (giusto per stare lì a testimoniare che le cose si, cambiano, ma tante restano uguali negli anni), sia perché mi piace troppo l'idea di cucinare cose che vengono dal passato.

La ricetta che ho scelto per aprire questa categoria “old style” non è eccessivamente fuori dal tempo, ma di sicuro non è un'insalatina leggera. Sono delle salsicce in pastella. Buonissime, saporitissime, quindi vi consiglio di provarle anche perché ci vuole poco a farle.
E dopo averle provate vi sentirete molto ciccione. E vi chiederete: ma come si faceva in quegli anni a mangiare così pesante? Non diventavano tutti obesi? Ma poi vi si chiarirà tutto quando (come nel mio caso) sentirete vostro nonno, che sta guardando la televisione, esclamare “Vedi, io mi sono innamorato di quella lì, quella cicciona che prepara i tortellini. Non vedi che belle cosciotte che ha?”. Ce ne fossero oggi di uomini così!


SALSICCE IN PASTELLA

INGREDIENTI (per 2)
3-4 salsicce
3 uova
125 g di latte
3 cucchiai di farina
olio
sale e pepe
rosmarino

Scaldare il forno a 200°C. Bucherellare le salsicce con una forchetta, metterle in una pirofila con un po' d'olio e mettere in forno per circa 20 minuti. Nel frattempo preparare la pastella: mescolare i tuorli, il latte, la farina, il rosmarino, il sale e il pepe. Lasciar riposare per 20 minuti. Quando le salsicce saranno pronte e la pastella avrà riposato, montare gli albumi a neve e aggiungerli alla pastella. Versare tutto sopra le salsicce e rimettere in forno per circa 35 minuti. Sfornare e mangiare!

"... penso che praticamente sia bella la gente insana di mente!" (cit. Bluvertigo)

mercoledì 16 ottobre 2013

FraCooksJamie: Mushroom risotto and Root salad

[Colonna sonora del post: Nirvana - Territorial pissing]

I miei mille impegni mi hanno impedito di riaggiornare la parte del blog del mio piccolo progetto-JamieOliver. Che poi non è che abbia chissà quanti impegni, solo uno, l'università. Che poi non è che mi tenga chissà quanto impegnata, o meglio, dovrebbe, ma alla fine non lo fa. Che poi non è che non mi tiene impegnata, sono io che non mi faccio tenere impegnata. Sapete quando vi svegliate la mattina pensando “Oddio, oggi non avrò tempo di fare niente, niente, nienteeeeee!!”.
Di quelle giornate insomma dove dovresti correre la mattina perché già è tardi e rischi di arrivare tardi dove devi andare (io a lezione), torni a casa, prepari da mangiare, mangi, lavi i piatti, passi l'aspirapolvere perché 3 gatti hanno la bella pensata di regalarti ogni giorno una nuova coperta di peli sopra a quella che già hai... che poi... ma nessuno ha mai pensato di studiare la sovrabbondante abbondanza di peli prodotti da animali così piccoli?? Ma cosa fanno, si fanno crescere miliardi di peli al giorno? Ci credo che le uniche cose che fanno sono dormire e mangiare, devono tenersi le energie per farsi crescere tutti quei peli che poi ti lasciano in giro sotto forma di coperte o covoni rotolanti che farebbero invidia a qualsiasi western. Insomma, eravamo arrivati all'aspirapolvere, passato religiosamente ogni giorno, poi ti metti a studiare, fai una piccola pausa musica-aggiorno blog, ristudi e è già arrivata ora di cena. Ceni, lavi i piatti e fai a malapena in tempo a guardarti qualcosa in tv, giusto per spegnere un attimo il cervello. Poi vai a dormire e si ricomincia tutto daccapo.

Ecco, era di queste giornate che vi parlavo. Quando per un mese mi ritrovo a passare giornate così, a un certo punto le strade sono 2:
  1. esaurimento nervoso, stress, voglia di uccidere qualcuno, che, secondo il prof di patologia (fonte non so quanto attendibile, dato che molte volte parla di sé stesso in terza persona e dichiara di amare Grey's Anatomy), porta ad avere un maggior rischio di aterosclerosi e quindi di infarto
  2. stacco tutto per un paio di giorni e non faccio niente, assolutamente niente
Tra le due prospettive preferisco di gran lunga la seconda. Niente infarti causati da stress per me, no grazie. E quindi semplicemente io mi eclisso.
Poi però torno, non si può mica stare fuori dal mondo per troppo tempo!


Dopo questo bello sproloquio, passiamo alle ricette di Jamie di oggi. Il primo lo liquido in un attimo, è un Mushroom risotto with garlic, thyme and parsley, tanti paroloni che traducono il nostro semplice risotto ai funghi. Sapete fare un risotto? Spero di si. Bè, appena mettete il primo mestolo di brodo ci aggiungete i funghi che volete tagliati a pezzi, e quando è pronto lo cospargete con un po' di timo e di prezzemolo. Semplice ma buonissimo! 

Voto: 8


La seconda è stata una scoperta. Io odio l'insalata e quindi, quando dal sorteggio è venuto fuori il capitolo delle Salads and dressings, non ero per niente felice.
Anche leggendo la ricetta, le cose non cambiarono, mi faceva abbastanza schifo. "Prendi delle carote, tagliale a fette sottili, prendi un finocchio e taglialo a fette sottili, prendi un sedano e taglialo a fette sottili". Alla fine avevo un sacco di fette di tanta verdura. Cruda. A me la verdura cruda non piace. Fino a qui, se avessi dovuto mangiare delle fette di verdure (tra l'altro, le verdure che mi piacciono di meno sono, in ordine: sedano, carote, finocchio crudo – il finocchio mi piace solo fatto al forno affogato nella besciamella) penso che avrei buttato via tutto. Poi la magia. Si condisce tutto con la Herb and red wine vinegar dressing, fatta mescolando aceto di vino rosso, olio, sale, pepe, maggiorana, basilico, prezzemolo e uno scalogno tritato: così si ottiene la Root salad.
Ed era buona, cavolo se era buona. Sono rimasta sorpresa anche io! Ah si, Jamie dice di aggiungere della mozzarella o della ricotta. Pensandoci adesso, la ricotta non sarebbe stata male, l'avrei mescolata al dressing, sarebbe venuta una meraviglia. Ma al tempo non mi fidavo ancora della ricotta (è un gusto che ho acquisito da poco, prima mi faceva schifo) e quindi ci ho piazzato di fianco una bella mozzarella, intera.

Voto: 7 (una cosa grossa per essere un'insalata!)

Bè, per oggi basta, alla prossima!

venerdì 11 ottobre 2013

Rotolo gnoccoso e Buoni propositi anticipati

Di solito quando arriva la stagione autunnale/invernale mi prende la tristezza. Strano poi, perché a me l'inverno piace, e anche parecchio. Nel corso degli anni mi sono fatta varie teorie, quella che mi soddisfa di più è che nella stagione fredda è sempre più buio, e questo probabilmente ha un'influenza psicologica su di me non indifferente. Non è che mi mette la tristezza di quelle che vorresti tornare in estate in mezzo ai prati pieni di margherite. Mi mette la tristezza malinconica. Questo è quel momento dell'anno in cui mi ritrovo a fare il bilancio della mia vita e, dato che è da qualche anno che non ne sono affatto felice, ecco che mi viene la tristezza.

Di solito mi lascio sopraffare, ma quest'anno ho deciso di cambiare rotta. Ma si, basta piangersi addosso e fare finta che le opportunità che non ho mai avuto mi siano state portate via dal lupo cattivo. Se non sono dove volevo essere la colpa è solo mia. Se incontrassi la me stessa di 12-13 anni fa sono sicura che mi direbbe: “Ma che cavolo hai fatto? Cosa ti è successo?”. Sono sicura che non mi riconoscerebbe.
E allora, invece di aspettare il primo gennaio per fare i buoni propositi, ho deciso che al primo di gennaio ci voglio arrivare con i buoni propositi già a buon punto.

Ma, come tutti i cambiamenti, anche questo, che è bello grosso, richiederà del tempo. E nel frattempo... I keep on cooking! E ogni tanto una ricetta più elaborata (per i miei standard) ci sta, soprattutto se il risultato è qualcosa di morbidoso e caldo!
 
ROTOLO GNOCCOSO

INGREDIENTI

500 g di patate
1 uovo
150 g di farina
300 g di spinaci
500 g di ricotta
parmigiano (a piacere)
sale e pepe
noce moscata
burro (per imburrare la profila)
1 mozzarella
3-4 sottilette

Preparare l'impasto per gli gnocchi: mettere le patate con la buccia in acqua fredda e salata, portare a bollore e cuocere finché non saranno morbide. Scolare le patate e togliere la buccia finché sono ancora calde, poi schiacciarle in una ciotola. Aggiungere la farina e ½ uovo e impastare delicatamente fino a formare il classico impasto da gnocchi. Stenderlo in modo da ottenere un rettangolo con lo spessore di circa mezzo centimetro.
Preparare il ripieno: lessare gli spinaci, scolarli, strizzarli bene e tritarli. In una ciotola mettere la ricotta, aggiungere gli spinaci, il parmigiano e ½ uovo, e insaporire con sale, pepe e noce moscata.
Stendere il ripieno sopra l'impasto gnoccoso e arrotolarlo.
Cuocere il rotolo: avvolgere il rotolo nella carta stagnola e cuocerlo in abbondante acqua salata per circa 20 minuti, a fuoco medio-basso. Una volta cotto, toglierlo dall'alluminio e tagliarlo a fette spesse 3-4 cm. Disporre le fette in una pirofila imburrata e mettere sopra ognuna qualche dadino di mozzarella e mezza sottiletta. Informare per circa 10 minuti, fino a che i formaggi si siano sciolti e colorati. Mangiare!

sabato 5 ottobre 2013

FraCooksJamie: Beer bread e Skate wings with prosciutto, radicchio, capers and lemon

Altre due Jamie's Recipes! Una è proprio in tema con il periodo, mi ricorda un posto dove vorrei essere ma dove non posso andare per mancanza di fondi e soprattutto di un fegato nuovo che non abbia già sopportato i litri e litri di alcol che gli ho costretto a depurare in questi anni. Insomma, l'Oktoberfest. Con il superamento dell'adolescenza i miei gusti sono cambiati, in tutti i sensi, e anche la sezione “alcol” non ha fatto eccezione. Prima mi bastava bere qualcosa che contenesse alcol in quantità abbastanza alte da farmi sbronzare con una bevuta (dato che la paghetta settimanale era limitata), poi ho iniziato ad essere un po' più sofisticata e a scegliere i bar in base a quanto fosse bravo il barista. Mi sono fatta una cultura di cocktail e ho capito cosa mi piace (quasi tutto) e cosa no (quasi niente).

Ma una cosa non è mai cambiata, da quando ero piccola. Ai pranzi con i parenti, gli zii e i nonni dicevano sempre “prenditi un goccetto di vino, dai che non fa male, è tutta salute”. Ma a quello riuscivo a resistere. Però quando mio padre mi diceva “Oh, vuoi un goccio di birra?” la mia risposta era sempre la stessa: “Certo!” E così la mia storia d'amore con la birra risale a un'età molto precoce, meglio non dire quale.
E vabbè, la prima ricetta è il Beer bread, fatto usando la Basic bread recipe, con le dovute modifiche! E' semplicissimo: prendete la ricetta di fiducia del vostro pane preferito e al posto dell'acqua metteteci la birra che preferite! Io l'avevo fatto con una birra chiara ma adesso che mi è tornata in mente penso che i prossimi giorni proverò a farlo con una birra scura! 

Voto: 6 (non perché non sia buono, è che a me il pane non viene granché...)

La seconda ricetta è una delle poche di pesce che ho fatto. Non mi piace molto cucinare il pesce, è troppo delicato. Però mi piace molto mangiarlo! Ma Jamie ha il potere di rendere tutto semplice, e anche in questo caso ci è riuscito in pieno. Per replicare questa squisitezza, cioè la Skate wings with prosciutto, radicchio, capers and lemon, dovete solo cucinare la razza (prima in padella, infarinandole leggermente, e poi 5 minuti in forno) e preparare il condimento per sopra. Anche questo si fa in 5 minuti: tagliate il prosciutto a striscioline, cuocetelo in una padella, poi aggiungete il radicchio, sempre a striscioline e i capperi. E terminate con una spruzzata di limone, che nelle ricette di Jamie non manca mai.

Voto: 7

E anche per oggi è tutto, a presto!