giovedì 31 ottobre 2013

Dolce Stardust e Invettiva contro gli anti-Halloween

[Colonna sonora del post: Mika - Stardust]


Oggi è Halloween. E chi se ne frega se non è una festa nostra e l'abbiamo importata dall'estero. Come se i vestiti che ci mettiamo fossero tutti Made in Italy. O i cellulari che usiamo siano stati fatti tutti in Italia. O i programmi che guardiamo in tv siano tutti frutto di menti italiane. O le cose che mangiamo venissero tutte prodotte dal contadino sotto casa.
Io penso che si possa stare in pace con se stessi sia mangiando la salsiccia prodotta dal macellaio di fiducia che usa solo carne dell'allevamento che ha dietro casa, sia usando la salsa di soia prodotta in Giappone. Non so, tutti a urlare allo scandalo alla vista dei bambini che imitano quelli americani quando bussano alla porta e fanno dolcetto o scherzetto e poi magari vedi le stesse persone che hanno tutti i dvd di Glee pronti per essere guardati. La coerenza si sa, non è per tutti.

La mia vita mi piace così, ricca di spunti che vengono un po' qua e un po' là. Nel mio balcone ho una piantina di pomodori che (se mi ricordo di darle da bere) mi permette di fare qualche insalatina o qualche sugo di tanto in tanto: nemmeno a chilometro zero, qui si parla di Centimetro Zero. Nel frigo ho le verdure prese al mercato del centro, le salsicce del macellaio, una salsa allo zenzero e una salsetta di pesce comprate in Austria; nella dispensa ho i fagioli del contadino, i ceci della Coop, la salsa di soia, i ramen pronti, i mochi comprati nel negozietto asiatico, una crema di nocciole austriaca, le tortillas e le alghe nori; nel congelatore ho l'impasto della pizza fatto a mano dal sig. Geom e il gelato alla zucca della Lidl.
E mi vengono a dire che Halloween non è una festa nostra e quindi non possiamo “sentirla”? Quindi dato che la salsa di soia non è italiana, non posso gustarla? E cos'ho mangiato negli ultimi anni quando sono andata milioni di volte al ristorante giapponese? Un risotto di pesce con una salsa nera e salata? No, ma allora rinchiudiamoci tutti in Italia, blocchiamo le frontiere e non facciamo passare niente, che tanto qualsiasi cosa che arriva dall'estero non ci appartiene.
E non sto dicendo che quello che è fatto in Italia fa schifo, sto solo dicendo che, per quanto mi riguarda, per me è come per le persone: se c'è un italiano e un americano, con chi preferite fare amicizia? Non so voi, ma io con il più simpatico. E nel cibo è la stessa cosa: tra un piatto di tortellini e uno di crauti scelgo i tortellini, tra la zuppa di miso e un piatto di spaghetti al pomodoro scelgo la zuppa di miso (sacrilegio per un'italiana!), tra una peperonata e i canederli io scelgo i canederli. Scelte insensate? No, sono scelte che rispettano i miei gusti. Le cose che mi piacciono le scelgo in base al gusto, non alla provenienza.

In realtà non ero partita per fare un'invettiva contro gli anti-Halloween... Volevo solo presentarvi la mia ricetta che non c'entra niente con Halloween! Si perché in questo periodo i blog di cucina si riempiono di ricette spaventose, arancioni e nere, piene di dita mozzate e zucche insanguinate, tutte cose che farebbero concorrenza a qualsiasi film horror. E io avrei anche pronta pronta una ricettina a tema, non horror, ma fatta con la zucca. Ma che gusto c'è a postarla adesso? Probabilmente aspetterò Natale o Pasqua.
Invece oggi vi lascio la ricetta di un dolce scintillante e colorato, l'anti-Halloween in persona. L'ho chiamato Dolce Stardust perché l'ho fatto un paio di settimane fa, in piena estasi X Factor. Dato che Mika è tra i giudici e io mi ricordavo solo una canzone che aveva fatto (la prima forse) mi sono detta “Cavoli, tutti smattiti per questo Mika e io conosco una canzone si e no?”. Allora mi sono improvvisamente ricordata che l'anno scorso aveva cantato qualcosa con Chiara, mi sono andata a cercare la canzone, che appunto si chiama Stardust, e mi è piaciuta molto! Ed ecco da cosa viene il nome! Il dolce non è frutto della mia immaginazione va viene da un libro!


DOLCE STARDUST

INGREDIENTI (stampo rotondo da 22-23 cm)
Per la base:
250 g di farina
150 g di burro
1 tuorlo
un po' d'acqua
Per la farcitura:
3 uova
20 g di maizena
75 g di zucchero
400 ml di latte
150 g di cioccolato
vaniglia
1 confezione di gelatina in polvere (io ho usato quella in fogli ma non ricordo quanti ne ho messi...)
45 ml di acqua (se usate la gelatina in fogli non serve)
30 ml di rum
150 g di panna

Preparare la frolla mescolando farina e burro, fino a che non si formino tutte briciole, poi aggiungere il tuorlo e un po' d'acqua, per formare un impasto della giusta consistenza. Vi avviso che con questi ingredienti la frolla viene particolarmente insapore: per me poi ci sta bene perché il dolce è particolarmente dolce, ma se volete una frolla più “classica” usate la vostra ricetta di fiducia!
Stendere la pasta, foderare uno stampo da 22-23 cm e mettere in frigo per circa mezz'ora. Poi fare dei buchetti nel fondo, coprire con la carta forno con sopra dei ceci/fagioli/altri pesi a vostro piacimento e cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 10 minuti. Togliere i ceci e la carta da forno e continuare la cottura per altri 10 minuti.
Mentre si raffredda, separare i tuorli e gli albumi. Mescolare i tuorli, la maizena e 30 g di zucchero. Scaldare il latte, versarlo nel composto con le uova, mescolare, rimettere tutto nella pentola e cuocere a fuoco lento finché la crema sarà cotta.
Dividere la crema in 2 ciotole. Sciogliere il cioccolato a bagnomaria, unirlo a una delle due metà della crema e metterla sul fondo del dolce. Lasciar raffreddare. Sciogliere la gelatina in polvere nell'acqua (se usate quella in fogli fatela ammorbidire) e versarla nell'altra metà crema, insieme al rum. Aggiungere lo zucchero e mescolare tutto. Montare gli albumi a neve e aggiungerli alla crema. Amalgamare tutto e versare nel dolce, sopra alla crema al cioccolato.
Mettere il dolce in frigo finché non si sarà rassodata (un paio d'ore), poi decorare con panna montata e polvere di stelle!

Lo giuro, oggi mi ero ripromessa di non fare un post chilometrico...
E per la cronaca, per fare questo dolce ho usato uova del contadino, panna dell'Auchan e polvere di stelle austriaca!

sabato 26 ottobre 2013

FraCooksJamie: Tagliatelle with baby courgettes and Pork chops with pesto and mashed potato

[Colonna sonora del post: Abba - Dancing Queen]

Ditemi che succede anche a voi. Che anche voi siete quelli de “Da lunedi inizio tutto per bene”.
Da lunedi prometto che mi metto a dieta. Da lunedi prometto che mi metto a studiare seriamente. Da lunedi prometto che terrò più ordinata casa. Da lunedi prometto che mangerò più sano. No, l'ultima non l'ho mai detta seriamente. Per me il concetto di dieta non è legato a mangiare più sano ma continuare a mangiare quello che mangio ma di meno.
Dai si, insomma, le promesse del lunedi. Io ci vivo di queste promesse.

Capitolo 1: la Dieta
Puntualmente di lunedi mi ripropongo di diminuire la quantità. Allora inizio dal pranzo, invece di 100 g di pasta passo a 70 g. Ovviamente con sughi di salsiccia e panna, ma cmq sempre 70 g di pasta. A cena un po' di carne con qualche verdura. E passa lunedi.
Martedi solitamente prosegue bene, poi però esco e mi faccio una bevuta. Il giorno dopo magicamente ho preso mezzo chilo. E allora mi dico “Ma che cavolo, a questo punto mi mangio un etto di pasta e non vado a bere!”.
E allora mercoledi mi mangio un etto di pasta a pranzo. A merenda mi prende fame e così mi tocca per forza finire quei 4 cupcake avanzati dal giorno prima. E vi assicuro che non è una scelta mia, sono i cupcake che vogliono farsi mangiare! Stanno lì, che mi dicono “Ma perché gli altri 14 li avete mangiati e a noi non ci mangia nessuno? Siamo molto tristi... Forse siamo più cattivi degli altri?”. Ci vuole un cuore di pietra per lasciarli lì. Io invece, che il cuore ce l'ho fatto di morbido impasto rosa per cupcake, non ce la faccio proprio e, mossa a commozione, me li pappo tutti prima di cena. A cena avevo programmato un po' di pesce al forno con qualche pomodorino. Ma dopo 4 cupcake, chissà perché, la fame invece di passarmi mi viene ancora di più. Inizio pensando che ho quella salsiccia avanzata dal sugo del giorno prima e che ci potrei farcire i pomodorini. Pomodorini, salsiccia, sopra un po' di molliche di pane, mi sembra un'ottima idea, e chissenefrega se salsiccia e merluzzo al forno non ci dicono per niente. Il giorno dopo ho preso un altro mezzo chilo.
Giovedi sono di nuovo animata di buoni propositi. Eh si perché se avete abbandonato la dieta, non c'è giorno migliore di giovedi per riniziare, di venerdi no di sicuro dato che “né di venere né di marte ci si sposa né si parte”. E i proverbi bisogna sempre seguirli, si sa, per non incorrere nelle ire funeste di Zeus con i suoi fulmini e saette. Quindi giovedi riparto, con un chilo in più, ma con la determinazione del lunedi. Colazione e pranzo perfetti, a merenda non ho nemmeno fame e qui faccio l'errore più grosso: non mangio niente. Arrivata a cena ecco il disastro. Avevo programmato una bella zuppa depurativa di legumi, ma la sera prima, presa dalla foga dei pomodorini con la salsiccia, mi sono dimenticata di mettere il tutto a bagno. Guardo la confezione con aria avvilita pensando “40 minuti di cottura dopo 12 ore di ammollo?? Ma io ho fame!”. Mi giro con gli occhi da cerbiatto verso Mr. Geom, che cerca invano di farmi mantenere le diete (anche se senza successo) e, sbattendo le ciglia (che prima avevo anche allungato con un bel mascara supervolumizzante, per ottenere un effetto ancora più convincente) sussurro “Amore, che ne dici se prendiamo una pizza?”. Lui sconsolato risponde “Va bene, ne prendi una con le verdure?” e io “Ma certo, prendo la Royal, quella con i funghi (verdura), il tartufo, la salsiccia e le scaglie di parmigiano. Ah si, che dici, faccio l'aggiunta di prosciutto crudo?”. E il venerdi mi ritrovo con 1 chilo in più.
Il fine settimana passa con buoni propositi sul lunedi successivo. Mi ripeto che sabato e domenica farò la brava per non arrivare troppo appesantita all'inizio della settimana, ma come d'incanto sbucano fuori inviti a pranzo dai genitori, nonni, zii, inoltre mi accorgo che la panna che avevo usato per il sugo di lunedi sta scadendo e quindi devo usarla, che in realtà avevo altre 2 salsicce da finire e che sabato sera ho gente a cena e quindi devo fare un dolce, per gli altri, che io non toccherò di sicuro, perché a parte panna, salsiccia, prosciutto e formaggi, ci tengo a tenermi leggera. Ovviamente dopo cena mi mangio metà dolce da sola.
Arriva il lunedi successivo che ho preso 3 chili.

Cosa c'entra tutto questo con le ricette di oggi di Jamie? Niente, assolutamente niente. Ma mi andava di raccontarvi delle mie diete del lunedi. La prossima volta vi racconterò del mio qualcosaltro-del-lunedi.


Saltando di palo in frasca quindi, eccovi delle buonissimi Tagliatelle with baby courgettes, lemon and basil. Come sempre, è più un'idea che una vera e propria ricetta: cuocete le tagliatelle e le condite con un sugo fatto con olio, zucchine (Jamie dice baby, io ho usato le adult, quelle normali insomma), un po' di succo di limone e basilico. La foto fa schifo, ancora non avevo imparato bene a fare la pasta fresca, vedrete più in là la differenza!

Voto: 6 e mezzo (giusto perché non è niente di speciale, cioè la pasta con le zucchine me la faccio in uno di quei lunedi di dieta...)


Ecco, questa è stata una scoperta. Sono le Pork chops with Thyme, lemon and pesto. Non so voi ma io non davo un minimo di fiducia alla carne con il pesto. E invece... per prima cosa mi ha dato l'occasione di fare, per la prima volta in vita mia, il pesto a mano. E dato che io non sono di sicuro un vampiro (adoro l'aglio) l'ho potuto fare a mio gusto (intossicando Mr. Geom che si, gli piace ma una volta è stato morso da Edward, quindi è un mezzo vampiro) ed era buonissimo! Per fare questa bontà, cuocete delle belle fette alte di maiale, Jamie dice di farle cuocere più o meno 4 minuti per parte (ovviamente dipende dallo spessore), e fatele riposare qualche minuto. Mi raccomando a non stracuocerle, altrimenti vi perderete tutto il gusto! Poi fate la Pesto sauce (cioè il pesto, con la ricetta che preferite) e lo mettete sopra alle fettone di maiale. Una delizia!! Ho anche completato tutto con le Mashed potato, cioè bollite le patate in acqua salata e le schiacciate. Tutto insieme è una delizia!

Voto: 8 e mezzo (quasi 9!)

Ah, se pensate che quello che vi ho raccontato sopra non è vero, venite a vedere la mia pagina FB: Polpette Rosa, oggi è sabato e, come vi avevo detto, ho gente stasera e quindi c'è un dolce in preparazione! Che io non mangerò di certo.....

domenica 20 ottobre 2013

Salsicce in pastella e Essere fuori dal tempo

[Colonna sonora del post: Bluvertigo - Fuori dal tempo]

Con questa canzone dei Bluvertigo (una delle mie preferite di tutti i tempi, io AMO Morgan - e per inciso: Morgan, torna a fare musica con i Bluvertigo!) introduco benissimo la ricetta di oggi. Perché questa ricetta è proprio fuori dal tempo. Viene da dei vecchi libri di cucina di mia madre (o mio padre? Chi lo sa...) che da piccola trattavo con molto rispetto. Ricordo ancora che stavano lì, sopra lo scaffale della libreria, pronti per essere sfogliati da me. Più che “mi ricordo”, in realtà li sto guardando proprio ora dato che questo post lo sto scrivendo proprio da casa dei miei, in attesa del pranzo domenicale e rubando internet, dato che Fastweb dopo quasi un mese non ci ha ancora attaccato la linea e quindi ne approfitto anche per fare un breve ringraziamento a chi abita vicino a me e ha lasciato la connessione internet senza password, cosa che mi ha permesso di aggiornare il blog nell'ultimo mese.

Ma dicevo, i vecchi libri di cucina, un'enciclopedia di cucina divisa in varie sezioni: maiale, vitello e manzo, pasticceria, ecc ecc. Suona così retrò! Quello che mi incuriosiva di più era un volume rosa confetto (ho sempre adorato il rosa, tranne che nei miei anni punk, ma sotto sotto lo amavo anche in quel periodo, solo non volevo ammetterlo), quello della pasticceria. Infatti è anche quello che ha la copertina più rovinata, soprattutto nel punto in cui dovevo fare forza per tirarlo fuori dalla libreria. Poi mi mettevo a sfogliarlo, pagina per pagina, rimanendo a bocca aperta davanti a tutte quelle immagini così invitanti e chiedendomi perché mia madre non preparasse mai quelle cose. Mi ero fatta l'idea che quelli fossero solo dei libri da ammirare e che per mangiare le prelibatezze descritte in quelle pagine bisognasse andare in quei ristoranti di lusso, che ovviamente all'epoca (avendo circa 8 anni) non potevo permettermi. Bè, in realtà non posso permettermeli nemmeno adesso, però qualcosa è cambiato da 20 anni fa: posso cucinarmi quelle cose da sola! E allora ecco che ho ritirato fuori questi vecchi libri, un po' fuori dal tempo, che ti fanno capire che le cose cambiano, anche in cucina. Le ricette che ci sono dentro sono palesemente fuori dal nostro tempo.

Prendiamo il primo volume: il maiale. Una ricetta si chiama “Hamburger di salsiccia”. In pratica prendete una salsiccia, datele la forma dell'hamburger ed eccovi l'hamburger di salsiccia! Ma chi cucina una roba così?
O la moltitudine di ricette che recita “scaldate dell'olio con lo strutto in una padella...” Strutto?? Ma qui abbiamo una linea da difendere. Che vabbè che siamo a ottobre e quindi fino a giugno la prova costume possiamo rimandarla (poi io nemmeno ci vado al mare), ma se iniziamo a mangiare lo strutto adesso ci toccherà stare a digiurno per almeno 2 mesi!
Ah si, c'è anche la ricetta del maialino arrosto, come se fosse una cosa normale comprare un maialino intero per sfamare, non so, 20 persone?? Noi a casa siamo in 2 (più i 3 gatti-avvoltoi), se cuocio un maialino ci tocca mangiarlo per un mese!
Oppure si, anche questa: la gelatina. Non so perché andasse così forte in quegli anni (anni 80?), ma adesso non è una di quelle cose che incontrano i gusti delle masse. Nella versione dolce io la adoro, ma salata... bleah! La tollero a malapena nella Simmenthal, il pensiero di farla da me... bleah bleah! Si vede poi che ho guardato troppe vole Julie&Julia, ma la parte dove lei tenta di fare l'aspic è bene impressa nella mia mente, e non ho nessuna intenzione di replicare la sua esperienza.


Ok, descritta così sembra che l'idea di ritirare fuori questi libri sia stata pessima. Invece no. Sia perché, in mezzo a tante cose strane, ci sono anche ricette molto invitanti (giusto per stare lì a testimoniare che le cose si, cambiano, ma tante restano uguali negli anni), sia perché mi piace troppo l'idea di cucinare cose che vengono dal passato.

La ricetta che ho scelto per aprire questa categoria “old style” non è eccessivamente fuori dal tempo, ma di sicuro non è un'insalatina leggera. Sono delle salsicce in pastella. Buonissime, saporitissime, quindi vi consiglio di provarle anche perché ci vuole poco a farle.
E dopo averle provate vi sentirete molto ciccione. E vi chiederete: ma come si faceva in quegli anni a mangiare così pesante? Non diventavano tutti obesi? Ma poi vi si chiarirà tutto quando (come nel mio caso) sentirete vostro nonno, che sta guardando la televisione, esclamare “Vedi, io mi sono innamorato di quella lì, quella cicciona che prepara i tortellini. Non vedi che belle cosciotte che ha?”. Ce ne fossero oggi di uomini così!


SALSICCE IN PASTELLA

INGREDIENTI (per 2)
3-4 salsicce
3 uova
125 g di latte
3 cucchiai di farina
olio
sale e pepe
rosmarino

Scaldare il forno a 200°C. Bucherellare le salsicce con una forchetta, metterle in una pirofila con un po' d'olio e mettere in forno per circa 20 minuti. Nel frattempo preparare la pastella: mescolare i tuorli, il latte, la farina, il rosmarino, il sale e il pepe. Lasciar riposare per 20 minuti. Quando le salsicce saranno pronte e la pastella avrà riposato, montare gli albumi a neve e aggiungerli alla pastella. Versare tutto sopra le salsicce e rimettere in forno per circa 35 minuti. Sfornare e mangiare!

"... penso che praticamente sia bella la gente insana di mente!" (cit. Bluvertigo)

mercoledì 16 ottobre 2013

FraCooksJamie: Mushroom risotto and Root salad

[Colonna sonora del post: Nirvana - Territorial pissing]

I miei mille impegni mi hanno impedito di riaggiornare la parte del blog del mio piccolo progetto-JamieOliver. Che poi non è che abbia chissà quanti impegni, solo uno, l'università. Che poi non è che mi tenga chissà quanto impegnata, o meglio, dovrebbe, ma alla fine non lo fa. Che poi non è che non mi tiene impegnata, sono io che non mi faccio tenere impegnata. Sapete quando vi svegliate la mattina pensando “Oddio, oggi non avrò tempo di fare niente, niente, nienteeeeee!!”.
Di quelle giornate insomma dove dovresti correre la mattina perché già è tardi e rischi di arrivare tardi dove devi andare (io a lezione), torni a casa, prepari da mangiare, mangi, lavi i piatti, passi l'aspirapolvere perché 3 gatti hanno la bella pensata di regalarti ogni giorno una nuova coperta di peli sopra a quella che già hai... che poi... ma nessuno ha mai pensato di studiare la sovrabbondante abbondanza di peli prodotti da animali così piccoli?? Ma cosa fanno, si fanno crescere miliardi di peli al giorno? Ci credo che le uniche cose che fanno sono dormire e mangiare, devono tenersi le energie per farsi crescere tutti quei peli che poi ti lasciano in giro sotto forma di coperte o covoni rotolanti che farebbero invidia a qualsiasi western. Insomma, eravamo arrivati all'aspirapolvere, passato religiosamente ogni giorno, poi ti metti a studiare, fai una piccola pausa musica-aggiorno blog, ristudi e è già arrivata ora di cena. Ceni, lavi i piatti e fai a malapena in tempo a guardarti qualcosa in tv, giusto per spegnere un attimo il cervello. Poi vai a dormire e si ricomincia tutto daccapo.

Ecco, era di queste giornate che vi parlavo. Quando per un mese mi ritrovo a passare giornate così, a un certo punto le strade sono 2:
  1. esaurimento nervoso, stress, voglia di uccidere qualcuno, che, secondo il prof di patologia (fonte non so quanto attendibile, dato che molte volte parla di sé stesso in terza persona e dichiara di amare Grey's Anatomy), porta ad avere un maggior rischio di aterosclerosi e quindi di infarto
  2. stacco tutto per un paio di giorni e non faccio niente, assolutamente niente
Tra le due prospettive preferisco di gran lunga la seconda. Niente infarti causati da stress per me, no grazie. E quindi semplicemente io mi eclisso.
Poi però torno, non si può mica stare fuori dal mondo per troppo tempo!


Dopo questo bello sproloquio, passiamo alle ricette di Jamie di oggi. Il primo lo liquido in un attimo, è un Mushroom risotto with garlic, thyme and parsley, tanti paroloni che traducono il nostro semplice risotto ai funghi. Sapete fare un risotto? Spero di si. Bè, appena mettete il primo mestolo di brodo ci aggiungete i funghi che volete tagliati a pezzi, e quando è pronto lo cospargete con un po' di timo e di prezzemolo. Semplice ma buonissimo! 

Voto: 8


La seconda è stata una scoperta. Io odio l'insalata e quindi, quando dal sorteggio è venuto fuori il capitolo delle Salads and dressings, non ero per niente felice.
Anche leggendo la ricetta, le cose non cambiarono, mi faceva abbastanza schifo. "Prendi delle carote, tagliale a fette sottili, prendi un finocchio e taglialo a fette sottili, prendi un sedano e taglialo a fette sottili". Alla fine avevo un sacco di fette di tanta verdura. Cruda. A me la verdura cruda non piace. Fino a qui, se avessi dovuto mangiare delle fette di verdure (tra l'altro, le verdure che mi piacciono di meno sono, in ordine: sedano, carote, finocchio crudo – il finocchio mi piace solo fatto al forno affogato nella besciamella) penso che avrei buttato via tutto. Poi la magia. Si condisce tutto con la Herb and red wine vinegar dressing, fatta mescolando aceto di vino rosso, olio, sale, pepe, maggiorana, basilico, prezzemolo e uno scalogno tritato: così si ottiene la Root salad.
Ed era buona, cavolo se era buona. Sono rimasta sorpresa anche io! Ah si, Jamie dice di aggiungere della mozzarella o della ricotta. Pensandoci adesso, la ricotta non sarebbe stata male, l'avrei mescolata al dressing, sarebbe venuta una meraviglia. Ma al tempo non mi fidavo ancora della ricotta (è un gusto che ho acquisito da poco, prima mi faceva schifo) e quindi ci ho piazzato di fianco una bella mozzarella, intera.

Voto: 7 (una cosa grossa per essere un'insalata!)

Bè, per oggi basta, alla prossima!

venerdì 11 ottobre 2013

Rotolo gnoccoso e Buoni propositi anticipati

Di solito quando arriva la stagione autunnale/invernale mi prende la tristezza. Strano poi, perché a me l'inverno piace, e anche parecchio. Nel corso degli anni mi sono fatta varie teorie, quella che mi soddisfa di più è che nella stagione fredda è sempre più buio, e questo probabilmente ha un'influenza psicologica su di me non indifferente. Non è che mi mette la tristezza di quelle che vorresti tornare in estate in mezzo ai prati pieni di margherite. Mi mette la tristezza malinconica. Questo è quel momento dell'anno in cui mi ritrovo a fare il bilancio della mia vita e, dato che è da qualche anno che non ne sono affatto felice, ecco che mi viene la tristezza.

Di solito mi lascio sopraffare, ma quest'anno ho deciso di cambiare rotta. Ma si, basta piangersi addosso e fare finta che le opportunità che non ho mai avuto mi siano state portate via dal lupo cattivo. Se non sono dove volevo essere la colpa è solo mia. Se incontrassi la me stessa di 12-13 anni fa sono sicura che mi direbbe: “Ma che cavolo hai fatto? Cosa ti è successo?”. Sono sicura che non mi riconoscerebbe.
E allora, invece di aspettare il primo gennaio per fare i buoni propositi, ho deciso che al primo di gennaio ci voglio arrivare con i buoni propositi già a buon punto.

Ma, come tutti i cambiamenti, anche questo, che è bello grosso, richiederà del tempo. E nel frattempo... I keep on cooking! E ogni tanto una ricetta più elaborata (per i miei standard) ci sta, soprattutto se il risultato è qualcosa di morbidoso e caldo!
 
ROTOLO GNOCCOSO

INGREDIENTI

500 g di patate
1 uovo
150 g di farina
300 g di spinaci
500 g di ricotta
parmigiano (a piacere)
sale e pepe
noce moscata
burro (per imburrare la profila)
1 mozzarella
3-4 sottilette

Preparare l'impasto per gli gnocchi: mettere le patate con la buccia in acqua fredda e salata, portare a bollore e cuocere finché non saranno morbide. Scolare le patate e togliere la buccia finché sono ancora calde, poi schiacciarle in una ciotola. Aggiungere la farina e ½ uovo e impastare delicatamente fino a formare il classico impasto da gnocchi. Stenderlo in modo da ottenere un rettangolo con lo spessore di circa mezzo centimetro.
Preparare il ripieno: lessare gli spinaci, scolarli, strizzarli bene e tritarli. In una ciotola mettere la ricotta, aggiungere gli spinaci, il parmigiano e ½ uovo, e insaporire con sale, pepe e noce moscata.
Stendere il ripieno sopra l'impasto gnoccoso e arrotolarlo.
Cuocere il rotolo: avvolgere il rotolo nella carta stagnola e cuocerlo in abbondante acqua salata per circa 20 minuti, a fuoco medio-basso. Una volta cotto, toglierlo dall'alluminio e tagliarlo a fette spesse 3-4 cm. Disporre le fette in una pirofila imburrata e mettere sopra ognuna qualche dadino di mozzarella e mezza sottiletta. Informare per circa 10 minuti, fino a che i formaggi si siano sciolti e colorati. Mangiare!

sabato 5 ottobre 2013

FraCooksJamie: Beer bread e Skate wings with prosciutto, radicchio, capers and lemon

Altre due Jamie's Recipes! Una è proprio in tema con il periodo, mi ricorda un posto dove vorrei essere ma dove non posso andare per mancanza di fondi e soprattutto di un fegato nuovo che non abbia già sopportato i litri e litri di alcol che gli ho costretto a depurare in questi anni. Insomma, l'Oktoberfest. Con il superamento dell'adolescenza i miei gusti sono cambiati, in tutti i sensi, e anche la sezione “alcol” non ha fatto eccezione. Prima mi bastava bere qualcosa che contenesse alcol in quantità abbastanza alte da farmi sbronzare con una bevuta (dato che la paghetta settimanale era limitata), poi ho iniziato ad essere un po' più sofisticata e a scegliere i bar in base a quanto fosse bravo il barista. Mi sono fatta una cultura di cocktail e ho capito cosa mi piace (quasi tutto) e cosa no (quasi niente).

Ma una cosa non è mai cambiata, da quando ero piccola. Ai pranzi con i parenti, gli zii e i nonni dicevano sempre “prenditi un goccetto di vino, dai che non fa male, è tutta salute”. Ma a quello riuscivo a resistere. Però quando mio padre mi diceva “Oh, vuoi un goccio di birra?” la mia risposta era sempre la stessa: “Certo!” E così la mia storia d'amore con la birra risale a un'età molto precoce, meglio non dire quale.
E vabbè, la prima ricetta è il Beer bread, fatto usando la Basic bread recipe, con le dovute modifiche! E' semplicissimo: prendete la ricetta di fiducia del vostro pane preferito e al posto dell'acqua metteteci la birra che preferite! Io l'avevo fatto con una birra chiara ma adesso che mi è tornata in mente penso che i prossimi giorni proverò a farlo con una birra scura! 

Voto: 6 (non perché non sia buono, è che a me il pane non viene granché...)

La seconda ricetta è una delle poche di pesce che ho fatto. Non mi piace molto cucinare il pesce, è troppo delicato. Però mi piace molto mangiarlo! Ma Jamie ha il potere di rendere tutto semplice, e anche in questo caso ci è riuscito in pieno. Per replicare questa squisitezza, cioè la Skate wings with prosciutto, radicchio, capers and lemon, dovete solo cucinare la razza (prima in padella, infarinandole leggermente, e poi 5 minuti in forno) e preparare il condimento per sopra. Anche questo si fa in 5 minuti: tagliate il prosciutto a striscioline, cuocetelo in una padella, poi aggiungete il radicchio, sempre a striscioline e i capperi. E terminate con una spruzzata di limone, che nelle ricette di Jamie non manca mai.

Voto: 7

E anche per oggi è tutto, a presto!

martedì 1 ottobre 2013

Orecchiette curry e vongole e L'autunno a scuola

Siamo ufficialmente in autunno. Si, ufficialmente ufficialmente ci siamo già da un po' a dire il vero, ma io non lo sento finché non riniziano le lezioni. Quando ero più piccola lo sentivo quando iniziava la scuola (e quindi probabilmente era ancora estate, ufficialmente) e non ero affatto dispiaciuta. A me andare a scuola è sempre piaciuto, e anche adesso l'inizio delle lezioni all'università non mi dispiace. Bè, andare a lezione e studiare sono due cose ben diverse, la prima mi riesce sicuramente molto meglio della seconda. Anche quando ero alle superiori mi piaceva passare le mattinate a scuola dopo i 3 mesi estivi, ovviamente non per ascoltare i professori che parlavano di cose che mi interessavano molto poco (ahhh, a saperlo avrei dovuto ascoltare meglio il professore di chimica e di biologia, soprattutto biologia, non mi ricordavo nemmeno di averla mai fatta quando l'ho ripresa in mano per passare il test di medicina!), ma per rivedere i compagni di classe e parlare di... bè, delle cose di cui si parlano a 16 anni!Magari potessi tornare indietro nel tempo!

Eravamo una bella classe, molto uniti soprattutto in tre occasioni: fare scioperi, dire alla prof di latino che nessuno aveva fatto la versione che ci aveva dato per casa e farci spostare i compiti in classe. Insomma, magari c'era qualcuno che mi stava più simpatico e qualcun altro un po' meno, ma nei momenti di bisogno eravamo tutti uniti. Devo ammettere che mi manca molto quel periodo. Sarà perché dopo dieci anni, per delle scelte sbagliate, mi ritrovo più o meno al punto di partenza, come ogni autunno a riniziare le lezioni, quando i miei ex compagni di classe andranno a lavorare o faranno qualcosa di più interessante. Sarò come una tartaruga, sarò più lenta, ma ci arriverò anche io!

E giusto per rimanere nel tema “inizio autunno”, ho per voi una bella ricetta di orecchiette curry e vongole (presa da uno degli innumerevoli giornali che stazionano nel mio baule-dei-giornali-di-cucina), che con l'autunno ci azzecca come una bella e calda coperta di lana in spiaggia d'estate con 40° all'ombra. Ma al mercato c'erano le vongole, a casa il curry ce l'avevo e anche i pisellini surgelati, e allora non ho resistito. Ho comprato le orecchiette e via, la pasta si è fatta da sola, è entrata nel piatto e poi nella mia bocca. E era pure buona!
ORECCHIETTE CURRY E VONGOLE

INGREDIENTI per 2
300 g di orecchiette
500 g di vongole (ma va un po' a piacere)
150 g di piselli surgelati
olio
1 cipolla
prezzemolo
1 peperoncino
½ bicchiere di vino bianco
1-2 cucchiaini di curry

Iniziate mettendo a bagno le vongole in acqua salata per almeno 2 ore; passato il tempo sciacquatele sotto l'acqua, poi mettetele in una pentola dove avrete scaldato un po' d'olio e aggiungete un rametto di prezzemolo. Coprite finché le vongole non saranno tutte aperte.
Per il sugo: soffriggete la cipolla e il peperoncino tritati nell'olio, aggiungete il curry (regolatevi secondo il vostro gusto, io ne ho messi un paio di cucchiaini!), sfumate con il vino, aggiungete i piselli e fate cuocere 5-10 minuti (se si asciuga troppo aggiungete un po' d'acqua). Alla fine aggiungete le vongole.
Nel frattempo cuocete le orecchiette e, quando saranno pronte, mettetele nel sugo. Fate insaporire e seasoningate con sale e pepe!

Fatemi sapere cosa ne pensate!