sabato 28 dicembre 2013

FracooksJamie: Twister bread e Chocolate, orange and nut pudding

[Colonna sonora del post: AFI - 17 Crimes]

Non posso dire che questo Natale mi sia piaciuto molto. Non il giorno di Natale in particolare, che a dire il vero è stato l'unico giorno di tutto questo periodo che mi è proprio piaciuto, ma tutti gli altri giorni. Non so, sarà perché giunta a questo periodo dell'anno mi ritrovo sempre a tirare le somme sulla mia vita e sulle persone che mi stanno intorno, ma questa volta il risultato mi sembra particolarmente negativo.
Ma lasciamo perdere, c'è comunque una cosa che mi rincuora. Tra pochi giorni sarà il mio compleanno e io lo passerò in uno dei posti che preferisco e soprattutto lontana da (quasi) tutti.


E passiamo direttamente alle ricette di Jamie di oggi! La prima è la Twister bread, ricetta particolarmente riuscita. Semplice, come quasi tutte le ricette che vi ho fatto vedere fino ad ora, ma buonissima, come quasi tutte le ricette che vi ho fatto vedere fino ad ora!
Per realizzarla basta fare l'impasto per il pane, una volta lievitato la prima volta si stende con uno spessore di circa 1 cm e mezzo, ci si spalma sopra il pesto, si arrotola e si taglia a fette spesse circa 4 cm. Poi si mettono tutte queste girelle su una teglia, si fanno lievitare un'altra volta e alla fine si cuoce a 225°C per circa 15-20 minuti. Sono buonissime! Ovviamente se vi fate il pesto da soli saranno ancora più buone!

Voto: 8 e mezzo


La seconda ricetta è il Chocolate, orange and nut pudding. Allora, l'altra volta non vi ho scritto la ricetta base del pudding, oggi ve la lascio: mischiate insieme 220 g di farina, un cucchiaino di lievito, 85 g di zucchero, un pizzico di sale e 115 g di burro morbido. Poi aggiungete 1 uovo e 8 cucchiai di latte. A questo impasto base potete aggiungere quello che volete, in questo caso io ho aggiunto del cacao, 100 g di nocciole (o mandorle o noci, o tutto insieme) tritate e la buccia grattugiata di un arancio. Poi si cuoce. Ed è questo il “problema”! Tutto questo impasto lo dovete mettere in uno stampo che potete infilare dentro un pentolone pieno d'acqua, dove dovrà stare per circa 2 ore. L'acqua deve arrivare circa a metà dello stampo. E vi consiglio di mettere un panno pulito sotto lo stampo, altrimenti saranno due ore di tin tin tin tritin tin tritin, abbastanza snervante. Alla fine, potete anche farci una salsetta da metterci sopra, con cioccolato, zucchero a velo, burro e un po' di latte. Alla fine non è proprio male ma, arrivata a questo punto, il pudding ancora non mi convinceva per niente.

Voto: 6

E dato che non sono particolarmente in vena di chiacchiere vi lascio, spero di fare un altro post prima della fine dell'anno!

lunedì 23 dicembre 2013

Zuppa di farro con funghi e salsiccia e Cibo invernale

[Colonna sonora del post: Lana Del Rey - Summertime Sadness]


Si avvicina il Natale e si avvicina il mio compleanno; in pratica si avvicinano le 2 feste che mi piacciono di più. Mi piace l'atmosfera del Natale e mi piace che al mio compleanno ci sia ancora l'atmosfera natalizia. Un'altra cosa che mi piace del periodo natalizio è il fatto che sia freddo, non tanto perché il caldo non mi piace proprio, più che altro per il cibo. Il cibo del periodo freddo mi piace molto di più di quello del periodo caldo, in linea di massima. Insomma, le insalate mi piacciono molto di meno delle zuppe, il gelato mi piace molto di meno di una bella cioccolata calda.
E non scordiamoci che d'inverno i maglioni di lana e i cappotti sono molto più coprenti di un costume o delle magliette leggere che lasciano intravedere i rotolini. Quindi uno si sente libero di mettere su quei 4-5 chili, mangiando cose più pesanti. Non so, polenta ai formaggi, zuppe sostanziose, fondute di formaggio e tortellini in brodo mi sembrano più appetitosi di un'insalata.
Che poi io mangio polenta al forno anche il primo di agosto e la cena del 15 agosto la faccio con i tortellini in brodo, il tutto rigorosamente con un ventilatore puntato addosso. Però è diverso, in estate lo faccio più per golosità, adesso invece posso mascherare la mia ingordigia con un “mi serve per scaldarmi”. E allora via con cose fatte al forno, formaggi filanti, minestre sostanzione e zuppe.

Questa di oggi è proprio in linea con quello che vi ho scritto e non è nemmeno esageratamente calorica. Quindi potete tranquillamente fare la dose per due persone e poi mangiarvela tutta, tanto serve per scaldarsi!

ZUPPA DI FARRO CON FUNGHI E SALSICCIA

INGREDIENTI per 2
olio
uno spicchio d'aglio
1 salsiccia
4-5 grossi funghi
½ bicchiere di vino
1 litro di brodo
200 g di farro
prezzemolo
sale e pepe

Scaldare un po' d'olio nella padella e aggiugere lo spicchio d'aglio. Soffriggere la salsiccia per un paio di minuti e poi aggiungere i funghi tagliati a fettine. Quando l'acqua che butteranno fuori i funghi sarà evaporata, sfumare con mezzo bicchiere di vino, lasciarlo evaporare e aggiungere il brodo. Portare a ebollizione e cuocere il farro per il tempo scritto nella confezione. Alla fine spolverare con il prezzemolo e condire con un filo d'olio, sale e pepe.

martedì 17 dicembre 2013

FracooksJamie: Slow-cooked artichokes with cherry tomatoes and A spottier dick pudding

[Colonna sonora del post: Eminem - Berzerk]

Oggi mi sembra una bella giornata! Ho il mio pigiama nuovo, morbidoso, con il cappuccio e con una tasca conigliosa sul davanti, ho i miei gatti che fanno a gara per avere più bacini, una tazza di tè pronta da bere e musica in sottofondo, in pratica la perfezione! ^-^
Si, ogni tanto uno dei gatti mi abbandona per andare a staccare un pezzo di ghirlanda dall'albero, ma poi ritorna sempre per la sua razione di coccole!

Allora, questa volta invece di dilungarmi in chiacchiere senza senso, passerò direttamente alle ricette di Jamie, dato che sono terribilmente indietro con gli aggiornamenti e vorrei mettermi al pari.


La prima ricetta è la Slow-cooked Artichokes, Sweet Cherry Tomatoes, Thyme and Basil. Insomma, ci vuole di più a scriverla che a farla. Si prendono i carciofi, si tagliano in quarti e si fanno cuocere 4-5 minuti in padella con un po' d'olio, con il coperchio. Poi si aggiunge un po' d'aglio, il timo e una spruzzata di succo di mezzo limone. Quando è evaporato si toglie dal fuoco. Poi si condiscono dei pomodorini ciliegino con olio, basilico, peperoncino, sale e pepe. E poi si mettono i carciofi e i pomodorini in una teglia, si mette tutto in forno a 180°C per circa 30-40 minuti, si sforna e si mangia!

Adesso, voi dovete sapere che i carciofi sono una delle mie verdure preferite in assoluto. Questa ricetta è buona, ma per me i carciofi sono quelli che cucina mia nonna (o mia madre) e basta. La differenza sta nel metodo di cottura, perché questi rimangono piuttosto crocchiarelli, quelli di mia nonna sono morbidi morbidi. Sono anni che cerco di capire come fa(nno) a farli venire così, la spiegazione (sia di mia nonna che di mia madre) del loro metodo di cottura è stata: metti i carciofi con mezzo bicchiere d'acqua e mezzo di vino in un pentolino, ci metti il prezzemolo e l'aglio e fai cuocere una ventina di minuti, finché non è evaporato tutto.
E io prendo i carciofi, li metto nel pentolino con l'acqua e il vino, ci metto aglio e prezzemolo e cuocio. Dopo 20 minuti sono duri. Aggiungo acqua: dopo 20 minuti sono duri. Aggiungo acqua: dopo 20 minuti sono duri. In pratica qui si sfidano le leggi della fisica, non capisco come fanno a rimanere duri dopo un'ora... Alla fine arrivano le 21.30 e io inizio ad avere fame e quindi me li mangio duri. Insomma, il segreto dei carciofi morbidi non l'ho ancora scoperto, se qualcuno volesse darmi delucidazioni gliene sarei davvero grata!

E tra l'altro: qual'è la vostra parte preferita del carciofo? La mia decisamente il gambo! A pranzo da mia nonna facciamo a gara per chi se ne prende di più! Per fortuna che la nonna ha l'occhio lungo e ne mette sempre tantissimi!

Voto: 6 e mezzo


La prossima ricetta è la A Spottier Dick Pudding. Ho già descritto la mia terrificante esperienza con i pudding in questo post, quindi vi lascio alla lettura di quello che avevo scritto tempo fa.
Riassumendo (per chi non avesse voglia di leggere), fare un pudding è complicato per il metodo di cottura e il risultato, nel caso di questo pudding in particolare, non è che mi abbia entusiasmato. E dato che ci sono altre 5 varianti du pudding, ho avuto la tentazione di saltare le 2 pagine seguenti! Per fortuna non l'ho fatto, perché mi sono ricreduta!

Voto: 5

Per oggi è tutto, un saluto da me e dai gattacci che sono ancora qui con me!

sabato 14 dicembre 2013

Kartoffelsuppe mit speck e ricordi austriaci

 [Colonna sonora del post: Sido - Bilder im kopf]


Quest'estate, tra agosto e settembre, ho vissuto un mesetto in Austria. Non so se sia giusto dire che ci ho vissuto, diciamo che per come sono andate le cose ci sono stata a fare una vacanza + un breve periodo di lavoro.
L'esperienza mi ha lasciato varie cose, prima tra tutte la consapevolezza che provare a stabilirsi in un paese straniero è più difficile di quanto mi aspettassi. Poi, che stare in un posto dove si conosce molto poco la lingua è davvero snervante. Poi, che alcuni stereotipi sui popoli tedeschi sono veri e altri falsi: non si può certo dire che siano delle persone aperte, anche se dipende da chi incontri e soprattutto da come ti poni tu. Per dire, nel giro di una settimana che frequentavamo un bar, il proprietario ha iniziato ad offrirci da bere. Una cosa che non tutti sanno forse, è che le prese in giro sul tedesco come lingua dura e “sgraziata”, non trovano davvero nessun fondamento, almeno dove sono stata io. Si vede già dai saluti: loro dicono Grüß Gott. Dai, ditemi che non vi immaginate questi tedeschi che lo dicono in modo orribile e facendo delle smorfie! Invece sono di una gentilezza disarmate. Voi entrate in un negozio qualsiasi e vi trovate TUTTI i commessi che, anche quando vi incontrano in giro per i reparti, vi sorridono e vi dicono in modo gentilissimo Grüß Gott. E vogliamo paragonarlo con l'italia? Il nostro ciao sembrerà anche più musicale (tra l'altro comunque lo usano tantissimo anche lì), ma le commesse che ti dicono ciao in un negozio si contano nelle dita di una mano e quelle che lo fanno non usano di certo un tono gentile.

Ma la cosa che mi ha davvero lasciato il viaggio in Austria sono i libri di cucina e la capacità di fare una traduzione decente delle ricette dal tedesco. Il che è stato un vero colpaccio, dato che questi libri sono pieni zeppi di foto invitanti, quasi tutte cose che io definirei “porcate”, dato che la loro cucina non è molto dietetica (in genere). E quindi vi lascio la ricetta di questa Kartoffelsuppe mit speck, un po' particolare perché dentro ha anche il sedano rapa. Non so se sono l'unica (ma non penso), ma per me sa di finocchio.
La cosa bella è che proprio adesso ho riaperto la pagina dove c'è scritta la ricetta per trascriverla e... si è sprigionato un fortissimo odore di finocchio!! Ormai questa pagina sarà segnata per sempre!


KARTOFFELSUPPE MIT SPECK

ZUTATEN (ingredienti) für 2-3:
600 g di patate
150 g di sedano rapa
1 cipolla
1 noce di burro
1 cucchiaio di curry
1 litro (e poco più) di brodo di verdure
150 g di speck tagliato sottile
sale e pepe

Tagliare a dadini le patate e il sedano rapa e affettare la cipolla.
Mettere il burro a sciogliere in una padella, aggiungere le patate, il sedano rapa e la cipolla e cuocere un paio di minuti. Aggiungere il curry e il brodo e cuocere per 15 minuti.
Nel frattempo tagliare lo speck (come preferite) e cuocerlo in un'altra padella per qualche minuto, finché non diventa croccante.
Frullare il resto della zuppa, mettere sale e pepe a piacere e servire spolverando con lo speck croccante.

mercoledì 11 dicembre 2013

FracooksJamie: Turron nougat semifreddo e Pork and crackling

[Colonna sonora del post: AFI - Love like winter]

Finalmente le decorazioni di Natale sono fatte, e quest'anno ho pure un po' esagerato. Penso che se qualcuno da fuori guarda verso la mia veranda pensa che sono una pazza invasata, e non ho ancora messo le lucette nel balcone!
In pratica quando sono seduta nel divano (cioè quasi sempre, a parte quando dormo nel letto), posso vedere un'esplosione di luce! Verso la veranda abbiamo un arco contornato da lucette splendide, a palletta, che si illuminano con tutti colori diversi, la finestra decorata con lucette a forma di fiocco di neve dell'Ikea più la scritta buon Natale e, ovviamente, non può mancare l'albero, in stile peluchoso (anche la punta stellosa dell'albero è sempre di peluche), coloratissimo e con lucette a forma di stellina. Poi passiamo nel reparto tv, dove abbiamo una bella ghirlanda con le alci e un calendario dell'avvento a forma di albero di Natale e nel mobile vicino c'è il presepe, quest'anno con il muschio vero.

Detta così sembra stupendo, in realtà il periodo nataliazio è catastrofico sotto un punto di vista: i gatti. E soprattutto uno, quello nero, che si chiama... bè, ha circa mille nomi diversi (Schlange, Orochimaru, Ori, Fogna, Gatto stupido, Senzavolto, Nero, Scendidalì, Nonmangiarequello, Mauro, Orochimauro, Tiziano, ecc – non me li sto inventando adesso, ha davvero avuto tutti questi nomi!), quindi continuerò a chiamarlo “quello nero”. Dicevo, il periodo nataliazio la casa diventa una grande mangiatoia per il nero.

Per tutto l'anno ci sono sempre piante che girano dentro casa, quando ne vedo una carina mi dico sempre “ma si dai, la prendo, la tengo sopra il mobile e sto attenta che il nero non la mangi”. Puntualmente il giorno dopo lo sento che sta per vomitare dei rametti.
La sua carriera da mangiatore di piante è iniziata poco dopo che lo avevo preso al gattile, quando ha assaggiato l'erba aglina (come l'erba cipollina, ma sa di aglio) e è stato spedito una settimana in vacanza dal veterinario perché per giorni non mangiava niente (cosa alquanto preoccupante). E' poi proseguita con piante di peperoncino, mimosa, conifere varie, fiori, ecc. Ah si, l'erba gatta ce l'ha avuta per mesi nella sua bella ciotola, ovviamente non l'ha mai toccata.

Ecco, nel periodo di Natale ha un banchetto extra: le ghirlande dell'albero. L'anno scorso vomitava stelline dorate un giorno si e uno no. Una volta l'ho beccato che aveva ancora la stellina appiccicata nell'angolo della bocca.
E quest'anno non si è ancora accorto del muschio: suppongo che quella diventerà la sua mangiatoia ufficiale!


Ma passando dalla pappa del nero alla pappa per noi, eccovi un'altra variante del semifreddo: il Turron-nougat semifreddo. Vi avevo già scritto come fare la base qui, in questo caso aggiungete ai tuorli e allo zucchero il torrone sbriciolato (la grandezza dei pezzi che ci mettete dipende dai vostri gusti, potete ridurlo in polvere o farlo a pezzi, o metà e metà) e dei pistacchi (io avevo aggiunto delle nocciole). Alla fine cospargete tutto con il cacao. Buonissimo e facilissimo!

Voto: 8


La seconda ricetta devo ammettere che non l'avevo fatta come c'era scritto nel libro... la ricetta si chiama Pork and crackling ma a me è mancata la parte del crackling perché ho usato solo la l'arista di maiale senza la parte che diventa croccante (il grasso? la pelle sopra?). Quindi se voi volete farla giusta, prendete la carne con il grasso? la pelle sopra? e, nella parte dove non c'è il grasso? la pelle sopra? strofinate un mix fatto con semi di finocchio, aglio e rosmarino. Poi mettete tutto a marinare con aceto balsamico e olio per una mezzora. Intanto prendete qualche ossa e mettetela ad arrostire nel forno. Dopo che la carne ha marinato strofinate la parte con il grasso? la pelle sopra? con il sale e mettete a cuocere. Jamie dice di cuocere la carne sopra a una gratella, mettendo sotto una teglia per raccogliere i succhi di cottura. E nella teglia si devono mettere anche le ossa arrostite, un po' di verdure (sedano, carote e cipolle, ma penso che possiate metterci quello che volete), quello che era rimasto della marinata e mezzo litro d'acqua. Poi quando la carne si cuoce, colerà nella teglia tutto il grasso e alla fine quindi vi ritroverete con una bella salsetta. Ah si, tempi di cottura: circa un'ora a 220°.

Voto: 8

lunedì 9 dicembre 2013

Gnocchi di polenta ai porcini e il Natale per me

[Colonna sonora del post: Michael Bublé - Silent night]


Ieri era l'8 e io avevo programmato tutto: avrei dovuto fare l'albero, il presepe e le decorazioni varie. Dovevo andare a comprare le ultime decorazioni, spargere nell'aria un po' di profumo di pan di zenzero con il diffusore e magari avrei preparato anche qualche biscotto.
Invece mal di pancia e mal di testa tutto il giorno, che continua anche oggi. Chiamiamolo virus intestinale...

E' strano come le cose cambino, quando ero piccola non mi interessavano molto le feste. Il Natale mi è sempre piaciuto, soprattutto fare l'albero, però il fatto di riunirsi con la famiglia e tutto il resto, non erano cose che ritenevo particolarmente importanti. Si andava a pranzo in campagna e io ero una bambina silenziosa, mangiavo e mi mettevo in un angolo a leggere. Ogni tanto qualcuno cercava di dirmi qualcosa, io rispondevo a monosillabi e tornavo al mio libro. Non posso credere di essere diventata una delle persone più logorroiche che conosco, adesso. In compagina di certe persone mi viene ancora voglia di tirare fuori un libro e mettermi a leggere, ma in generale le chiacchiere mi piacciono (se avete letto qualche altro mio post ve ne sarete accorti). Potrei stare ore a parlare (o a scrivere, purtroppo per voi) di un argomento a casaccio, anche del più insulso.


Ma ecco, stiamo divagando, io parlavo del Natale. E oggi mi ritrovo ancora la casa senza decorazioni, cosa che odio, a parte delle lucette a forma di fiocco di neve dell'Ikea attaccate alla finestra. Mentre io sono una di quelle che illuminerebbe tutta la sua via di casa, se potesse. Andare in giro e vedere tutte le lucette di Natale mi piace tantissimo,e chissenefrega se a tanti sembra tutto consumismo, io non ci credo. Io voglio credere che ancora il Natale significhi qualcosa, che le lucette in giro non servano solo ad attirare la gente in centro per fare acquisti, che le decorazioni dentro casa non servano solo a spendere soldi dai cinesi, che i pandori non servano solo per farti andare dal dentista nei prossimi mesi e che i regali che si ricevono non sono fatti solo per circostanza.
Per me il Natale è come una morbida coperta luccicosa, che non dura solo un giorno. Inizia quando metto la prima lucetta, la prima ghirlanda, e finisce quando tolgo tutto. Circa un mese. Un periodo che mi fa tornare bambina, che dovrebbe far tornare tutti bambini. Di quei bambini che, andando in giro per una via illuminata, alzano gli occhi e si meravigliano per tutte quelle luci. Di quei bambini che non pensano ai disagi provocati dalla neve, ma che si meravigliano ancora per quei fiocchetti bianchi che cadono dal cielo.


GNOCCHI DI POLENTA AI PORCINI

INGREDIENTI
farina per polenta (o polenta avanzata)
farina
panna
burro
porcini, tagliati come preferite

Come al solito è più un'idea che una ricetta vera e propria, è tipo una ricetta della nonna, di quelle che non ci sono dosi precise. Ma il procedimento è questo: preparate la polenta come indicato nella confezione che avete, lasciatela però abbastanza soda, altrimenti sarà difficile fare gli gnocci. Mettete la polenta in una spianatoia e impastatela con un po' di farina. Aggiungetene un po' alla volta fino a che l'impasto non abbia una consistenza simile a quello degli gnocchi normali (comunque rimarrà sempre un po' morbidino). Fate dei salsicciotti e tagliate gli gnocchi. Cuoceteli in acqua salata fino a che non vengono a galla, poi scolateli.
Nel frattempo sciogliete un po' di burro in una padella e cuocete i porcini. Aggiungete la panna, cuocete un altro paio di minuti e poi buttateci dentro gli gnocchi. Mescolate bene e servite!

sabato 7 dicembre 2013

FracooksJamie: Betroot tagliatelle with pesto and mussels, Mascarpone cream e Telefilm che ti segnano la vita


Scrivo questo blog in modo discontinuo da qualche anno, ma in pratica parlo sempre di cucina (bè, è o almeno dovrebbe essere un food blog) o di cavolate varie. Ma magari chi passa di qui vorrebbe anche sapere che tipo di persona è quella che sta dietro lo schermo di un computer mezzo scassato, con il tasto della G che è mezzo staccato e che quindi deve premere 2-3 volte prima di farlo scrivere. Non è nel mio stile però stare a descrivermi, quindi per darvi un'idea di che tipo di persona sono ho pensato di fare in un altro modo.

Vi hanno mai detto che assomigliate a un personaggio di una serie tv? A me si. E dato che è una serie che adoro e che ho visto milioni di volte, mi viene sempre da chiedermi se sono sempre stata così e è un caso che questo personaggio mi assomigli così tanto o se è il contrario, cioè che guardando e riguardando questa serie, in qualche modo ne sia stata contagiata. Bah, è un po' come l'uovo con la gallina, chi lo sa chi è nato prima.
Bene, la serie in questione è Una mamma per amica o Gilmore's girl. No, non sono come Rory, a questo punto avrei già un paio di lauree. Sono come Lorelai. A parte il fatto che un paio di anni fa ho deciso di limitare drasticamente l'uso di caffè (altrimenti ero uguale pure per quello). E si, l'unica cosa che proprio non abbiamo in comune è che io, al contrario di lei, adoro cucinare, per il resto non trovo altre differenze! Ma davvero, non è una somiglianza così, un po' superficiale. In certi pezzi del telefilm mi blocco e penso “oddio, ma mi hanno filmato senza che lo sapessi?”. Poi giro la testa lentamente verso il mio ragazzo che nello stesso momento si gira verso di me e mi dice “cioè, ma sei uguale! Ma quanto ti ha segnato questo telefilm??”. Non so, sarà il rapporto un po' difficile che ha con i genitori, il modo di parlare a mille che ha, le cavolate che le escono sempre dalla bocca, ma davvero, se dovessi dare un'idea di come sono non troverei un modo migliore: prendete una puntata a caso, guardatela e eccomi lì, sono io.

Il video che ho messo all'inizio del post è in pratica la prima volta che mi sono accorta che c'era una somiglianza. Ma davvero, una qualsiasi puntata, meglio dove Lorelai fa qualche specie di monologo, vi farà capire che razza di persona si cela dietro questi post!
 
Preambolo che come al solito c'entra poco con le ricette, a parte il fatto che Jamie mi ha segnato culinariamente parlando, come Una mamma per amica evidentemente ha fatto in tutti gli altri campi della mia vita.


La prima in particolare è una ricetta che mi sta molto a cuore perché è proprio particolare: è la Betroot tagliatelle with pesto, mussels and white wine, usando la ricetta della Betroot pasta. Insomma, non mi capita tutti i giorni di fare delle tagliatelle rosa, e nemmeno il pesto. E nemmeno comprare le cozze. E di sicuro mi capita molto poco di fare tutte e tre le cose insieme. Sembra proprio una pasta strana, ma stranamente funziona!

Potete replicarle facilmente. Non dico che sia la cosa più facile del mondo, più che altro per le tagliatelle perché il pesto, se proprio non avete voglia di farlo, potete anche comprarlo già fatto, anche se non c'è proprio paragone. Le tagliatelle vi tocca farle se le volete rosa!
Per l'impasto normale si dovrebbero usare 500 g di farina e 5 uova. Per farle rosa sostituite 2 uova con uguale peso di barbabietola cotta e pureata. Impastate impastate, stendete stendete e poi tagliate tagliate. Poi gli preparate un sugo semplicissimo, olio, cozze, sfumate con un bicchiere di vino e ci mettete le tagliatelle (cotte ovviamente!). Poi mettete nei piatti e ci aggiungete un paio di cucchiai di pesto. Ottima!
Che poi a pensarci, questo piatto mi sembra proprio femminile. Sarà per il rosa-tagliatella, sarà per le cozze (o moscioli, come diciamo qua), ma questo non mi sembra proprio un piatto da macho. Ma chissenefrega, io sono ancora una gentil donzella e quindi è un piatto adattissimo per me!

Voto: 8


Ricetta numero 2: Mascarpone cream. Ok, questa non è proprio una ricetta perché si tratta di mischiare 250 g di mascarpone con un cucchiaio di zucchero e un po' di semini di vaniglia. Però devo riconoscere a Jamie il fatto di avermi fatto scoprire il mascarpone. Perché prima di lui per me il mascarpone era sinonimo di tiramisù e nient'altro. Cioè, ogni volta che andavo a fare spesa e vedevo quelle scodelle di mascarpone non potevo fare a meno di pensare “ma dov'è tutta sta gente che compra tutte queste scatole di mascarpone per fare il tiramisù?”. Tra l'altro voi non potete saperlo ma adesso ve lo dico: mentre scrivevo “scatole di mascarpone” mi sono sbagliata e ho scritto “scatole di tiramisù”, che tanto ve l'ho detto, per me erano davvero la stessa cosa! Poi la ricetta di Jamie delle tagliatelle con il mascarpone, usato quindi in un piatto salato, cosa che proprio non avevo mai immaginato. Ed è stato subito amore! Anche questa crema in realtà è ottima, si può tranquillamente sostituire alla panna! Io l'avevo usata per fare un dolce con la pasta frolla, banane e sopra (una volta cotta) ci avevo messo questa crema. Buonissima e versatile!

Voto: 7 e mezzo

("Questa è l'ultima volta che compro qualcosa solo perché è pelosa" - Una mamma per amica)

mercoledì 4 dicembre 2013

Temaki di bastoncini e Tonno universitario

[Colonna sonora del post (in onore delle scatolette di tonno mangiate alle 4 di notte dopo il Tartaruga e il kebab): Folkabbestia - Tre briganti e tre somari]


Periodo di studio. Per tante persone questo significa stare lontane dalla cucina e dedicarsi quasi esclusivamente a leggere, leggere, memorizzare e ripetere ripetere e ripetere. Infatti ho appena trovato su internet una pagina che elencava i 10 cibi degli universitari, cose orribili. Ma io dico, davvero vanno tutti di pasta al tonno, scatolette, kebab e pizze surgelate?
Quando studiavo fuori casa non ho mai mangiato in modo così brutto. E non è che fossi già appassionata di cucina (la passione mi è venuta in un altro modo, ma questa è un'altra storia, che tra l'altro credo che non racconterò mai qui sul blog), ma la prima volta che ho avuto in mano una scatoletta di lenticchie pronte, ho telefonato a mia nonna per chiederle come avrei potuto cucinarle. Ma vi pare che butto una scatola di lenticchie nel piatto? Io ci ho fatto un soffritto, un sugo di pomodoro e poi ho aggiunto le lenticchie! Le faccio così anche oggi, magari però ci aggiungo anche un pezzo d salsiccia!

Non che non mangiassi mai schifezze, ovvio che di notte, verso le 3 o le 4, con l'alcol che scorreva nelle vene al posto del sangue, mi sbafavo kebab e milioni di scatolette di tonno. Ma in generale ho sempre mangiato più che bene, anche troppo (a giudicare dai 10 chili che avevo messo su in quel periodo).
Bah, come se a cucinare una fetta di carne ci volesse più tempo rispetto a scaldare una pizza surgelata...

Ma comunque, sarà per questo che in ambito universitario non ho mai combinato granché in questi anni, forse mi è mancata l'alimentazione della studentessa! Si, deve essere per questo! Forse è ora di smettere di cucinare e darsi alla pasta con il tonno e alle pizze surgelate!

Nel frattempo ho preparato dei temaki di bastoncini, che in questo caso sono abbastanza in linea con questo discorso, dato che sono una versione semplice dei temaki classici, che invece avrebbero bisogno di comprare il salmone, sfilettarlo, tagliarlo... Anche se a dire la verità quello che occupa più tempo è cuocere il riso. Dato che la ricetta è stralunga (se non avete una cuociriso), vi consiglio di andare a cercarvi la ricetta su internet, oppure vi lascio il link a un video che avevo fatto tempo fa, proprio su come si preparava il gohan!

La ricetta vera e propria in realtà non c'è, perché dovete solo cuocere il riso e i bastoncini (io li ho fatti al forno), poi prendete l'alga, ci mettete un po' di riso, un po' di wasabi (se vi piace), mezzo bastoncino e arrotolate in modo da formare un triangolo.
Sembra una schifezza, ma è buono!! 

(...Siamo sempre tre, tre somari e tre briganti, solo tre...)