giovedì 18 dicembre 2014

Gli uomini ideali, Scallops with Lentils and Salad e Choco Pudding

Mi ritrovo sempre in difficoltà a fare questi post sulle ricette di Jamie. Non fraintendetemi, io adoro le sue ricette, per me sono più sacre della Bibbia. L'unica persona sulla faccia della Terra che mi entusiasma più di Jamie (ma di poco, eh) è Heston Blumenthal. Ecco, questi sono i miei due uomini da sogno. C'è chi sogna Brad Pitt (e per farvi capire quanto me ne frega di lui vi dico solo che avevo scritto Bradd con due D, sono dovuta andare su Google per controllare il nome esatto...) e chi sogna Jamie Oliver e Heston Blumenthal.

E io non ho dubbi: che me ne faccio di un fustacchione quando posso sognare un uomo che mi fa venire voglia di mangiare insalata anche quando a me l'insalata fa schifo? Un uomo che lo guardi nei programmi mentre ti cucina un piatto di pasta che probabilmente avrai già fatto un milione di volte ma che ti fa brillare gli occhi come se fosse la prima volta che la vedi? Un uomo che cucina un dolce etnico croccante e si emoziona come un bambino solo a sentire il rumore dello scrocchìo? Un uomo che sta in mezzo alle piante di pomodori e ti fa venire voglia di sbafartene uno anche se la verdura cruda ti fa schifo? E questa è solo una piccola parte per cui veramente ADORO Jamie. E Heston? Chi ha bisogno di un belloccio quando puoi avere un uomo che con intrugli magici ti prepara cene da sogno? Quell'uomo è un genio, non c'è nient'altro da aggiungere!

Come sempre poi, gli opposti mi attraggono. Eh si, perché non oso immaginare niente di più diverso delle cucine di Jamie e di Heston. E' come paragonare il bianco con il nero, il dolce con il salato, il mare con la montagna. Però in entrambi i casi si vede che sono due persone che amano quello che fanno. E guardare i loro programmi mi lascia sempre quella sensazione di meraviglia, di estasi. Li guardo quasi con il fiato sospeso, con un sorriso da ebete, fino alle battute finali, dove vorrei saltare dal divano, fare un triplo salto carpiato con doppio avvitamento (non so quello che dico, ovvio), spargere coriandoli argentati per casa, suonare trombette e trasferirmi seduta stante in UK supplicando con le lacrime agli occhi uno dei due per farmi lavorare come sguattera in uno dei loro ristoranti.

Ero partita dal fatto che sono in difficoltà a fare questi post su Jamie... Si, sono concisa, come sempre. La difficoltà sta nel fatto che queste ricette le ho fatte anni fa, ma ancora non le ho finite di postare, quindi mi ritrovo a dover riesumare dai meandri del mio (inesistente) ippocampo, cose che probabilmente sono state lì per non più di un paio di giorni per poi svanire nel nulla cosmico del vuoto della mia testa, come tutto quello che ci entra. Quindi diciamo che vado a casaccio, ecco.


Di questa ricetta ricordo solo il momento della cottura delle capesante. Che poi non ho mai capito se sono quelle che Gordon chiama insistentemente "pettini di mare" quando urla come un leone inferocito al povero malcapitato di turno che è costretto a buttare 20 euro di pesce solo perché la crosticina era leggermente più dorata di come doveva essere (solo a me piange il cuore a vedere quanta roba si butta a Hell's Kitchen? No perché volevo mandare un'e-mail e candidarmi. Non come concorrente. Io vorrei fare il cestino della spazzatura della cucina rossa). La ricetta ha un nome imbarazzabilmente lungo (come la parola "imbarazzabilmente" che probabilmente nemmeno esiste): Pan-seared Scallops with Crispy Bacon and Sage, Puy Lentils and Green Salad. In parole povere, Capesante con bacon, lenticchie e insalata. Questa ricetta si compone di tre parti:

1. Pan-seared Scallops with Crispy Bacon and Sage: si mette a friggere in un padella con un pò d'olio il bacon e la salvia, poi si tirano via e, nella stessa padella, si cuociono le capesante (occhio che Gordon è dietro di voi pronto a farvi un urlo che nemmeno il povero Munch in persona potrebbe dipingere), un minuto per parte. Ah si, le capesante conditele un pò prima, con sale e pepe. Una volta cotte, quando sono ancora nella padella, aggiungete una bella spruzzata di limone e fate insaporire bene. Poi mettetele nel piatto. Ah, e non lavate la padella che vi serve per riscaldare le lenticchie, dopo.

2. Puy Lentils Braised with Rosemary and Garlic: per queste serve altra pancetta. Sempre da friggere un pò in una padella con dell'olio, poi si aggiunge del rosmarino, della cipolla e dell'aglio. Si buttano dentro anche le lenticchie (quelle secche), si mescola per farle insaporire e poi si aggiunge il brodo. Si porta a bollore e si lascia cuocere per il tempo che c'è scritto nella confezione. Ah si, il brodo deve essere nella giusta quantità per essere assorbito tutto, quindi per circa 300 g di lenticchie, Jamie dice 800 ml di brodo. Alla fine si condisce con un pò d'olio, sale e pepe e si mette da parte.

3. Green Salad with Olive Oil and Lemon Juice Dressing: insalata verde condita con olio, limone, sale e pepe.

Adesso che ho scritto tutto mi rendo conto che non conviene seguire l'ordine 1 - 2 - 3, ma sarebbe meglio 2 - 3 - 1. Insomma, non ne ho azzeccata nemmeno una. Però mi pare più ovvio preparare le lenticchie e lasciarle da parte, poi preparare l'insalata e alla fine le capesante. Ecco, una volta cotte le capesante, le lenticchie si sarano raffreddate, quindi scaldatele nella padella dove ci avete cotto le capesante (vi ricordate? vi avevo detto di non lavarla!). Poi nel piatto adagiate (che verbo raffinato! ma mi serviva per non fare la ripetizione) l'insalata, sopra mettete il bacon e la salvia che avevate fritto all'inizio, metteteci intorno le capesante e alla fine una bella cucchiaiata di lenticchie. Et voilà. Diciamo che l'ho fatta più complicata di quello che è in realtà!


Ed eccoci alla seconda ricetta! Devo ammettere che ODIO scrivere la ricetta di questi pudding, perché il metodo di cottura non è esattamente il più facile da descrivere. Per fortuna l'ho già fatto da qualche parte nel blog e ho anche ritrovato la pagina che lo spiega! Yuppy! Questo qui in particolare è il Chocolate Pudding. Vi basta andare in questa pagina e magicamente troverete le dosi dell'impasto base e il metodo di cottura. Se volete provare questa versione molto cioccolatosa basta aggiungere 3 cucchiai di cacao all'impasto base e cuocere come scritto. Poi preparate la salsetta cioccolatosa sciogliendo a bagnomaria zucchero a velo e cioccolato fondente. Poi si tira via dal fuoco e si mette sempre la stessa quantità di burro (per intenderci: 100 g di zucchero a velo, 100 di cioccolato e 100 di burro). Se risulta troppo dura si possono aggiungere un paio di cucchiai di latte. E via, quando il pudding è pronto si mette questa cosa cioccolatosa sopra il pudding cioccolatoso, per ottenere un pudding doppiamente cioccolatoso.

Bene, mi aspetta un pomeriggio di preparazione-tortellini-natalizi, quindi non mi resta che preparare il mio stomaco alla quantità industriale di pasta cruda e tortellini crudi che mangerò con la solita scusa "bisogna sempre assaggiare quando si cucina". E grazie a Gordon, che mi offre su un piatto d'argento delle ottime scuse per la mia mania di mangiare la pasta fresca cruda!
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Se volete seguirmi anche nell'altro blog: Frau Fra

martedì 2 dicembre 2014

FracooksJamie: Almond Tart e Fish Stock

Quando ero piccola li odiavo, gli ospedali. Ogni volta che ci entravo sentivo quell'odore, quell'odore di ospedale. Mi ricordo che trattenevo quasi il fiato e, quando ero costretta a respirare, facevo delle smorfie di disgusto. Svengo quando faccio le analisi del sangue, non ce la faccio a guardare persone con ferite agli occhi o lì vicino, sono ipocondriaca a livelli stratosferici. Non so come sono passata da tutto questo a fare salti di gioia perché stavo per entrare in sala operatoria a vedere un'operazione al fegato. Anche perché svengo ancora quando faccio le analisi del sangue, non ce la faccio ancora a guardare persone con ferite agli occhi o lì vicino e sono ancora ipocondriaca a livelli stratosferici. Però l'ospedale ha un altro odore adesso. Profuma. Come si fa ad amare tanto una cosa che odiavi con tutta te stessa?

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La premessa non c'entra niente con le ricette. Come al solito. Anche se bè, in cucina si parla sempre di profumi. Diversi da quello che sento io quando entro in ospedale, molto probabilmente più allettanti per le persone sane di mente, ma comunque sempre profumi sono.
L'ho presa troppo seria, è che oggi va così purtroppo. O per fortuna, per una volta magari evito di sparare idiozie ogni mezzo secondo.


La Almond Tart è una crostata alle mandorle. Che profumerà sicuramente di mandorla, giusto per rimanere in tema di profumi. Che poi mi rendo conto di essere fissata con puzze e profumi. Cioè, sono fissata con i profumi, mentre le puzze le odio. Per esempio non potrei mai mangiare delle patatine al formaggio e non lavarmi le mani con chili di sapone. O il cioccolato. Ok leccarselo dalle dita, ma poi puzza se non ci passi un litro di sapone. Anche a casa mia giro come una pazza con i cosini che spruzzano profumi. Nei cassetti delle mutande: profumini. Nei cassetti dei vestiti: profumini. Nell'armadio: profumini. E poi ho anche comprato un profuma-albero-di-Natale. Tipo quelli che si mettono in macchina, ma per l'albero.

Da dove sono partita per parlare del profuma-albero-di-Natale?? Un attimo che rileggo per riprendere il discorso... Ah ok, l'almond cake che profumerà certamente di mandorla. L'avrò fatta anni fa, quindi non mi ricordo assolutamente. Vorrei poter dire che la rifarò per sentire se profuma o no di mandorla, ma mi conosco. Io raramente mi ripeto. E' che ci sono talmente tante cose da assaggiare, da cucinare, da provare, che fissarmi su una stessa cosa mi sembra una perdita di tempo. Però, per chi volesse provare a farla, vi lascio la ricetta.

Ingredienti: pasta frolla, 400 g di mandorle, 350 g di burro, 300 g di zucchero, 3 uova.

Per fare la pasta frolla io ho usato la ricetta di Jamie, la Short Crust Sweet Pastry, ma sono sicura che ognuno di voi avrà già la sua ricetta di fiducia, quindi affidatevi a quella. Fatela, foderateci una teglia e cuocetela in bianco (180°C per circa 12 minuti, possibilmente coperta con carta forno e fagioli/ceci/altro per non farla gonfiare).
Per il ripieno: sbucciate le mandorle (per farlo io di solito le metto a bollire un paio di minuti, così la pellicina viene via benissimo) e tritatele a farina in un tritatutto. In una ciotola sbattete il burro e lo zucchero finché non viene una cosa cremosa, poi aggiungete le mandorle e le uova. Mescolate tutto e fate raffreddare in frigo, poi riempite con questo ripieno la pasta frolla. Cuocete in forno per circa un'ora a 180°C.

L'unica cosa che mi ricordo di questo dolce è che era abbastanza pesantino... e per dirlo io...


Questa seconda ricetta in realtà non è una ricetta dato che è il Fish Stock, che in pratica non serve a niente. L'unica volta che l'ho usato è stato per fare un risotto di pesce. Ecco si, serve solo per quello.
Quindi, quando volete fare un risotto di pesce, tenete da parte le ossa del pesce che usate. Mettete in una pentola sedano, finocchio, aglio, peperoncino e olio e fate cuocere qualche minuto. Aggiungete le ossa dei pesci, aggiungete del vino bianco e fate sfumare. Coprite con l'acqua, portate a bollore e fate cuocere per circa 20 minuti. Poi si passa tutto in un colino et voilà, il brodo di pesce per insaporire il risotto è pronto!

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Da una parte vorrei andare più veloce ad aggiornare queste ricette fatte secoli fa, ma dall'altra vorrei dare a ogni ricetta l'importanza che si merita. Perché è vero che molte sono ricette semplici, però hanno lo stile di Jamie Oliver, stile che io adoro. E comunque devo sempre riconoscergli il merito di avermi fatto provare cose che non avevo mai provato prima e che adesso sono entrate nella mia quotidianità. Quindi, sempre grazie, Jamie!