giovedì 18 dicembre 2014

Gli uomini ideali, Scallops with Lentils and Salad e Choco Pudding

Mi ritrovo sempre in difficoltà a fare questi post sulle ricette di Jamie. Non fraintendetemi, io adoro le sue ricette, per me sono più sacre della Bibbia. L'unica persona sulla faccia della Terra che mi entusiasma più di Jamie (ma di poco, eh) è Heston Blumenthal. Ecco, questi sono i miei due uomini da sogno. C'è chi sogna Brad Pitt (e per farvi capire quanto me ne frega di lui vi dico solo che avevo scritto Bradd con due D, sono dovuta andare su Google per controllare il nome esatto...) e chi sogna Jamie Oliver e Heston Blumenthal.

E io non ho dubbi: che me ne faccio di un fustacchione quando posso sognare un uomo che mi fa venire voglia di mangiare insalata anche quando a me l'insalata fa schifo? Un uomo che lo guardi nei programmi mentre ti cucina un piatto di pasta che probabilmente avrai già fatto un milione di volte ma che ti fa brillare gli occhi come se fosse la prima volta che la vedi? Un uomo che cucina un dolce etnico croccante e si emoziona come un bambino solo a sentire il rumore dello scrocchìo? Un uomo che sta in mezzo alle piante di pomodori e ti fa venire voglia di sbafartene uno anche se la verdura cruda ti fa schifo? E questa è solo una piccola parte per cui veramente ADORO Jamie. E Heston? Chi ha bisogno di un belloccio quando puoi avere un uomo che con intrugli magici ti prepara cene da sogno? Quell'uomo è un genio, non c'è nient'altro da aggiungere!

Come sempre poi, gli opposti mi attraggono. Eh si, perché non oso immaginare niente di più diverso delle cucine di Jamie e di Heston. E' come paragonare il bianco con il nero, il dolce con il salato, il mare con la montagna. Però in entrambi i casi si vede che sono due persone che amano quello che fanno. E guardare i loro programmi mi lascia sempre quella sensazione di meraviglia, di estasi. Li guardo quasi con il fiato sospeso, con un sorriso da ebete, fino alle battute finali, dove vorrei saltare dal divano, fare un triplo salto carpiato con doppio avvitamento (non so quello che dico, ovvio), spargere coriandoli argentati per casa, suonare trombette e trasferirmi seduta stante in UK supplicando con le lacrime agli occhi uno dei due per farmi lavorare come sguattera in uno dei loro ristoranti.

Ero partita dal fatto che sono in difficoltà a fare questi post su Jamie... Si, sono concisa, come sempre. La difficoltà sta nel fatto che queste ricette le ho fatte anni fa, ma ancora non le ho finite di postare, quindi mi ritrovo a dover riesumare dai meandri del mio (inesistente) ippocampo, cose che probabilmente sono state lì per non più di un paio di giorni per poi svanire nel nulla cosmico del vuoto della mia testa, come tutto quello che ci entra. Quindi diciamo che vado a casaccio, ecco.


Di questa ricetta ricordo solo il momento della cottura delle capesante. Che poi non ho mai capito se sono quelle che Gordon chiama insistentemente "pettini di mare" quando urla come un leone inferocito al povero malcapitato di turno che è costretto a buttare 20 euro di pesce solo perché la crosticina era leggermente più dorata di come doveva essere (solo a me piange il cuore a vedere quanta roba si butta a Hell's Kitchen? No perché volevo mandare un'e-mail e candidarmi. Non come concorrente. Io vorrei fare il cestino della spazzatura della cucina rossa). La ricetta ha un nome imbarazzabilmente lungo (come la parola "imbarazzabilmente" che probabilmente nemmeno esiste): Pan-seared Scallops with Crispy Bacon and Sage, Puy Lentils and Green Salad. In parole povere, Capesante con bacon, lenticchie e insalata. Questa ricetta si compone di tre parti:

1. Pan-seared Scallops with Crispy Bacon and Sage: si mette a friggere in un padella con un pò d'olio il bacon e la salvia, poi si tirano via e, nella stessa padella, si cuociono le capesante (occhio che Gordon è dietro di voi pronto a farvi un urlo che nemmeno il povero Munch in persona potrebbe dipingere), un minuto per parte. Ah si, le capesante conditele un pò prima, con sale e pepe. Una volta cotte, quando sono ancora nella padella, aggiungete una bella spruzzata di limone e fate insaporire bene. Poi mettetele nel piatto. Ah, e non lavate la padella che vi serve per riscaldare le lenticchie, dopo.

2. Puy Lentils Braised with Rosemary and Garlic: per queste serve altra pancetta. Sempre da friggere un pò in una padella con dell'olio, poi si aggiunge del rosmarino, della cipolla e dell'aglio. Si buttano dentro anche le lenticchie (quelle secche), si mescola per farle insaporire e poi si aggiunge il brodo. Si porta a bollore e si lascia cuocere per il tempo che c'è scritto nella confezione. Ah si, il brodo deve essere nella giusta quantità per essere assorbito tutto, quindi per circa 300 g di lenticchie, Jamie dice 800 ml di brodo. Alla fine si condisce con un pò d'olio, sale e pepe e si mette da parte.

3. Green Salad with Olive Oil and Lemon Juice Dressing: insalata verde condita con olio, limone, sale e pepe.

Adesso che ho scritto tutto mi rendo conto che non conviene seguire l'ordine 1 - 2 - 3, ma sarebbe meglio 2 - 3 - 1. Insomma, non ne ho azzeccata nemmeno una. Però mi pare più ovvio preparare le lenticchie e lasciarle da parte, poi preparare l'insalata e alla fine le capesante. Ecco, una volta cotte le capesante, le lenticchie si sarano raffreddate, quindi scaldatele nella padella dove ci avete cotto le capesante (vi ricordate? vi avevo detto di non lavarla!). Poi nel piatto adagiate (che verbo raffinato! ma mi serviva per non fare la ripetizione) l'insalata, sopra mettete il bacon e la salvia che avevate fritto all'inizio, metteteci intorno le capesante e alla fine una bella cucchiaiata di lenticchie. Et voilà. Diciamo che l'ho fatta più complicata di quello che è in realtà!


Ed eccoci alla seconda ricetta! Devo ammettere che ODIO scrivere la ricetta di questi pudding, perché il metodo di cottura non è esattamente il più facile da descrivere. Per fortuna l'ho già fatto da qualche parte nel blog e ho anche ritrovato la pagina che lo spiega! Yuppy! Questo qui in particolare è il Chocolate Pudding. Vi basta andare in questa pagina e magicamente troverete le dosi dell'impasto base e il metodo di cottura. Se volete provare questa versione molto cioccolatosa basta aggiungere 3 cucchiai di cacao all'impasto base e cuocere come scritto. Poi preparate la salsetta cioccolatosa sciogliendo a bagnomaria zucchero a velo e cioccolato fondente. Poi si tira via dal fuoco e si mette sempre la stessa quantità di burro (per intenderci: 100 g di zucchero a velo, 100 di cioccolato e 100 di burro). Se risulta troppo dura si possono aggiungere un paio di cucchiai di latte. E via, quando il pudding è pronto si mette questa cosa cioccolatosa sopra il pudding cioccolatoso, per ottenere un pudding doppiamente cioccolatoso.

Bene, mi aspetta un pomeriggio di preparazione-tortellini-natalizi, quindi non mi resta che preparare il mio stomaco alla quantità industriale di pasta cruda e tortellini crudi che mangerò con la solita scusa "bisogna sempre assaggiare quando si cucina". E grazie a Gordon, che mi offre su un piatto d'argento delle ottime scuse per la mia mania di mangiare la pasta fresca cruda!
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Se volete seguirmi anche nell'altro blog: Frau Fra

martedì 2 dicembre 2014

FracooksJamie: Almond Tart e Fish Stock

Quando ero piccola li odiavo, gli ospedali. Ogni volta che ci entravo sentivo quell'odore, quell'odore di ospedale. Mi ricordo che trattenevo quasi il fiato e, quando ero costretta a respirare, facevo delle smorfie di disgusto. Svengo quando faccio le analisi del sangue, non ce la faccio a guardare persone con ferite agli occhi o lì vicino, sono ipocondriaca a livelli stratosferici. Non so come sono passata da tutto questo a fare salti di gioia perché stavo per entrare in sala operatoria a vedere un'operazione al fegato. Anche perché svengo ancora quando faccio le analisi del sangue, non ce la faccio ancora a guardare persone con ferite agli occhi o lì vicino e sono ancora ipocondriaca a livelli stratosferici. Però l'ospedale ha un altro odore adesso. Profuma. Come si fa ad amare tanto una cosa che odiavi con tutta te stessa?

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La premessa non c'entra niente con le ricette. Come al solito. Anche se bè, in cucina si parla sempre di profumi. Diversi da quello che sento io quando entro in ospedale, molto probabilmente più allettanti per le persone sane di mente, ma comunque sempre profumi sono.
L'ho presa troppo seria, è che oggi va così purtroppo. O per fortuna, per una volta magari evito di sparare idiozie ogni mezzo secondo.


La Almond Tart è una crostata alle mandorle. Che profumerà sicuramente di mandorla, giusto per rimanere in tema di profumi. Che poi mi rendo conto di essere fissata con puzze e profumi. Cioè, sono fissata con i profumi, mentre le puzze le odio. Per esempio non potrei mai mangiare delle patatine al formaggio e non lavarmi le mani con chili di sapone. O il cioccolato. Ok leccarselo dalle dita, ma poi puzza se non ci passi un litro di sapone. Anche a casa mia giro come una pazza con i cosini che spruzzano profumi. Nei cassetti delle mutande: profumini. Nei cassetti dei vestiti: profumini. Nell'armadio: profumini. E poi ho anche comprato un profuma-albero-di-Natale. Tipo quelli che si mettono in macchina, ma per l'albero.

Da dove sono partita per parlare del profuma-albero-di-Natale?? Un attimo che rileggo per riprendere il discorso... Ah ok, l'almond cake che profumerà certamente di mandorla. L'avrò fatta anni fa, quindi non mi ricordo assolutamente. Vorrei poter dire che la rifarò per sentire se profuma o no di mandorla, ma mi conosco. Io raramente mi ripeto. E' che ci sono talmente tante cose da assaggiare, da cucinare, da provare, che fissarmi su una stessa cosa mi sembra una perdita di tempo. Però, per chi volesse provare a farla, vi lascio la ricetta.

Ingredienti: pasta frolla, 400 g di mandorle, 350 g di burro, 300 g di zucchero, 3 uova.

Per fare la pasta frolla io ho usato la ricetta di Jamie, la Short Crust Sweet Pastry, ma sono sicura che ognuno di voi avrà già la sua ricetta di fiducia, quindi affidatevi a quella. Fatela, foderateci una teglia e cuocetela in bianco (180°C per circa 12 minuti, possibilmente coperta con carta forno e fagioli/ceci/altro per non farla gonfiare).
Per il ripieno: sbucciate le mandorle (per farlo io di solito le metto a bollire un paio di minuti, così la pellicina viene via benissimo) e tritatele a farina in un tritatutto. In una ciotola sbattete il burro e lo zucchero finché non viene una cosa cremosa, poi aggiungete le mandorle e le uova. Mescolate tutto e fate raffreddare in frigo, poi riempite con questo ripieno la pasta frolla. Cuocete in forno per circa un'ora a 180°C.

L'unica cosa che mi ricordo di questo dolce è che era abbastanza pesantino... e per dirlo io...


Questa seconda ricetta in realtà non è una ricetta dato che è il Fish Stock, che in pratica non serve a niente. L'unica volta che l'ho usato è stato per fare un risotto di pesce. Ecco si, serve solo per quello.
Quindi, quando volete fare un risotto di pesce, tenete da parte le ossa del pesce che usate. Mettete in una pentola sedano, finocchio, aglio, peperoncino e olio e fate cuocere qualche minuto. Aggiungete le ossa dei pesci, aggiungete del vino bianco e fate sfumare. Coprite con l'acqua, portate a bollore e fate cuocere per circa 20 minuti. Poi si passa tutto in un colino et voilà, il brodo di pesce per insaporire il risotto è pronto!

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Da una parte vorrei andare più veloce ad aggiornare queste ricette fatte secoli fa, ma dall'altra vorrei dare a ogni ricetta l'importanza che si merita. Perché è vero che molte sono ricette semplici, però hanno lo stile di Jamie Oliver, stile che io adoro. E comunque devo sempre riconoscergli il merito di avermi fatto provare cose che non avevo mai provato prima e che adesso sono entrate nella mia quotidianità. Quindi, sempre grazie, Jamie!

martedì 25 novembre 2014

FracooksJamie: North african lamb e Spicy Couscous

[Voci sommesse: "Ma è tornata? Non si era trasferita? E io che pensavo di essermela tolta dalle scatole..."]

E invece no. A parte il fatto che il blog continua di qua, ho deciso di continuare a usare anche questo, di blog. Così, giusto per essere presente su più fronti e insediarmi piano piano nel web con l'unico scopo conosciuto: conquistare il mondo. Con l'idiozia.
Dato che però non posso vaneggiare a caso sia di qua che di , devo pur dare un senso a questo sdoppiamento di blogghilità. Questo lo terrò per aggiornare le mie ricette Jamieose. Che ancora sono ferme da vari mesi (o anni, addirittura) ma che comunque non ho mai postato. Il brutto è che, data la mia scarsissima memoria per cose che abbiano almeno una minima importanza (del tipo che le uniche cose che mi ricordo sono conversazioni altamente inutili tra me e il/la malcapitato/a di turno, con l'unica conseguenza che è praticamente impossibile fregarmi dicendomi "guarda che ti sbagli, io ti avevo detto..." "nono, purtroppo per te il giorno 6 ottoble 1996 alle ore 15.42 tu mi hai detto testuali parole.." e blabla. E magari mi aveva detto che l'ultima canzone dei Backstreet Boys era stupenda. Ecco, è questo il genere di cose per cui ho una memoria di ferro).... devo smetterla di iniziare parentesi e fare discorsi tipo comizio elettorale. Non mi ricordo cosa stavo dicendo, un attimo che controllo.
Ok, dicevo che la mia memoria fa schifo. Appunto.
 Quindi, dato che le ricette che vi scrivo oggi le ho fatte circa un paio d'anni fa, stiamo messi bene. Tra l'altro è anche un sacco di tempo che non uso Blogger, vediamo se mi ricordo come si mette un'immagine.


Come volevasi dimostrare, le cose inutili della vita me le ricordo tutte. Non che mettere un'immagine su Blogger sia cosa da scienziati aerospaziali, certo.

Ma andiamo avanti e forse, un giorno lontano, arriveremo al punto. La foto. La ricetta. Si, il titolo della ricetta è (un attimo che prendo il libro, non pretenderete mica che io me la ricordi!): North african lamb with chilli, ginger, chickpeas and couscous. Tiè. In pratica non c'è nemmeno bisogno che vi scrivo come si fa, c'è già tutto nel titolo!
Troppo corto come post, peggio per voi, vi scrivo anche come si fa: allora, intanto cuocete i ceci come dice nella confezione (oppure prendete quelli nel barattolo, già pronti). Melanzane: tagliatele a cubi di 2-3 cm di lato (mi raccomando, usate la squadra o il goniometro - a scelta - per fare angoli di 90° perfetti, altrimenti la ricetta sarà del tutto compromessa) e metteteci del sale per far andare via l'eccesso di liquido. Pomodorini: fategli fare un bel tuffo nell'acqua bollente per un paio di minuti e poi toglietegli la pelle. Spezie: semi di coriandolo, semi di cumino, sale e un pò di noce moscata, tutto nel mortaio (quant'è brutta la parola mortaio? capisco che serve per spappolare le cose, ma chiamarlo con un nome più simpatico? tipo mammolaio?), pestate e spalmate tutto sopra i filetti di agnello (quello che ho usato io dalla foto non mi sembra filetto, avrò preso quello che aveva il macellaio...). Padella, olio, agnello: fatelo abrustolire un pò. Poi aggiungete le melanzane, il peperoncino, un pò di zenzero fresco grattugiato, un pò d'aglio, un cucchiaio di aceto e i pomodori. Mettete il fuoco al minimo, coprite con il coperchio e fate cuocere un'ora (che pazienza...); alla fine aggiungete i ceci e fate cuocere altri 5 minuti. Poi cospargere con il prezzemolo (o con il coriandolo, se lo trovate. Io non lo trovo mai).

Questa cosa si serve con il cuscus, che come tante altre cose, ho imparato a mangiare proprio grazie a Jamie. Per lo Spicy Couscous si mette in una padella cipolla, olio e burro (per non fare torto a uno dei due, Jamie li usa quasi sempre entrambi). Poi si aggiungono le spezie pestate prima nel mortaio (semi di cumino, semi di coriandolo, semi di finocchio, peperoncino e sale) e l'aglio, fino a che le cipolle non sono cotte. Poi si spegne il fuoco, si aggiunge il cuscus e l'acqua calda (o il brodo, come suggerisce Jamie), si copre con il coperchio e si lascia così per il tempo che c'è scritto nella confezione. Poi si apre il coperchio, si annusa per bene il profumo che viene fuori (passaggio fondamentale), si aggiunge un altro pò di burro e si sgrana con la forchetta.

Olè, per oggi mi fermo qui, penso che sia meglio farvi riprendere piano piano al fatto di essere tornata. Comunque, per chi volesse seguirmi anche nell'altro blog, il link è questo: FrauFra.

venerdì 5 settembre 2014

Trasferimento su Frau Fra

Mi sono trasferita (momentaneamente) qui:


Ritornerò anche su Polpette Rosa perché ci sono troppo affezionata, ma se volete continuare a leggere i miei vaneggiamenti andate nell'altro blog!!

lunedì 4 agosto 2014

FracooksJamie: My perfect roast chicken and Roast leg of lamb with apricot and thyme

 [Colonna sonora del post: Coldplay - Violet Hill]

In questo periodo vedo blog di cucina che vanno in ferie, o almeno che cambiano il menù da invernale a estivo. La maggior parte di loro evita di accendere troppo il forno, di fare cose troppo pesanti e si buttano su cose fredde.
Io boh, non capisco perché, ma dovunque mi trovo, mi sembra di essere la voce fuori dal coro. Pure in questo caso: io il forno continuo a usarlo una volta al giorno, mangio zuppe bollenti e di sicuro non preparo niente di nemmeno lontanamente dietetico. Non so, sono l'unica?

E anche se oggi vi posto due ricette fatte una vita fa, manco a farci apposta sono due cose che di sicuro la maggior parte della gente cataloga come "invernali".


Andiamo con il My perfect roast chicken. Come ho già detto altre volte, grazie a Jamie ho imparato un sacco di cose in cucina e questa ricetta di sicuro è quella che ho riutilizzato di più. Prima di provarla avrò provato si e no un paio di volte a fare il pollo arrosto, con risultati sempre pessimi. Invece di mettervi la ricetta (che poi è un semplice pollo cotto al forno), vi dirò le cose che ho imparato da Jamie e che io non facevo:

- dopo aver lavato il pollo J dice di asciugarlo
- J dice di sfregare bene il pollo con il sale
- per avere delle cosce un pò più sbruciacchiate si devono fare dei tagli (nella coscia del pollo ovviamente) e nei tagli ci si possono mettere delle erbe (quelle che usate per condire il resto del pollo)
-  questa è la cosa che mi piace di più: nella parte sopra il petto, si può separare la pelle dalla carne che sta sotto, con le dita. Così si forma una bella cavità, dove J dice di mettere altre erbe, e dove io ci ficco una fetta di bacon e un pezzettino di burro (non in quello della foto qui sopra, dove avevo seguito diligentemente le indicazioni di J, ma tutte le altre volte che l'ho rifatto ho usato la mia variante!)

Per il resto cuocete il pollo come fate di solito, condite con abbondante olio (altra cosa che io non facevo, ma la differenza tra un pollo ben oliato e uno no è notevole) e cuocete finché non è cotto. Sembra stupido detto così, ma il tempo varia anche da quanto vi piace cotto il pollo! Io non so, ce lo terrò un'oretta forse...


Altra ricetta, sempre di carne, sempre cotta al forno: Roast leg of lamb with apricot and thyme. Per fare questa ricetta ho comprato il mio primo cosciotto di agnello... in pratica m'ha tolto i soldi per una settimana di spesa! Una volta ripresa dalla folle spesa, fortunatamente ho potuto prendermela con il diretto interessato (il cosciotto), prendendo un bel coltello e ficcandolo più e più volte nella sua carne, per fare dei buchi. Dentro i buchi poi ci ho messo il condimento, fatto con timo, aglio, sale, olio e una spruzzata di limone, il tutto smashato nel mortaio. In più, allargando bene i buchi, ci ho messo dentro anche dei pezzetti di albicocca (quelle secche). Una volta fatto tutto ciò, si dà il colpo di grazia al cosciotto, facendogliela pagare per tutti i soldi che vi è costato: si mette in forno a cuocere. Se lo volete a cottura media, Jamie dice di cuocerlo 13 minuti per ogni 450g, in più altri 10 minuti da aggiungere al totale.
Niente foto del cosciotto cotto, perché ero ancora arrabbiata con lui e me lo sono pappato senza pensare a fotografarlo!

Anche per oggi vi saluto, a presto!

giovedì 31 luglio 2014

Ciancie infinite e Menù-melato

A volte ritornano... vorrei dire che torno per restare, vorrei dire che aggiornerò più spesso, più regolarmente ecc ecc, ma mi conosco troppo bene e probabilmente farò un paio di aggiornamenti poi mi stuferò di scrivere cavolate su cavolate e tornerò a un silenzio stampa di qualche mese e poi tornerò, farò altri due aggiornamenti e blablabla.

Ma bando alle ciancie, che su questo blog non si fa altro che cianciare, stavolta il mio ritorno è in grande stile, dato che non vi farò vedere una, nemmeno due, ma ben 3 ricette! Ovviamente non sono farina del mio sacco, che a me la farina manca sempre e il sacco pure, quindi è meglio che vi metto il link di dove le ho prese così non ci penso più, non sono costretta a fare copiaincolla e nemmeno a copiare in stile amanuense le cose già scritte dagli altri.

Rileggendo quello che ho scritto pare proprio che non abbia voglia di fare niente... insomma, proprio un ritorno in grande stile!

Ma ri-bando alle ciancie (ve lo dicevo che non faccio altro che cianciare, sia sul blog che nella vita di tutti i giorni), la storia inizia anni fa, quando ho scoperto una delle mie innumerevoli grandi passioni: girare per i supermercati (o bancarelle) e comprare tutto quello che mi piace. In questo modo ho accumulato una quantità di roba indescrivibile, che tengo in buste dentro gli armadi. Noi amanti di cibo infatti non usiamo gli armadi per i vestiti (avrò si e no 2 paia di pantaloni, 2 gonne e 4 maglie), ma per contenere il da mangiare. Ah si, in realtà devo fare un'aggiunta: gli armadi servono a "noi amanti di cibo con una casa di 50 metri quadri dove non esiste una dispensa"!
Insomma, per evitare che mi vada tutto a male e non mi accorga che è tutto scaduto, la mia vena organizzatrice (e io sono piena di vene organizzatrici, ho pure arterie e vasi linfatici organizzatrici - oggi il mio umorismo fa veramente pena) ha pensato a dei sistemi che adesso non sto qui a spiegarvi, sono troppo complicati e chiunque legga i miei vaneggiamenti avrebbe l'impulso irrefrenabile di chiamare una squadra di psichiatri che vengano a prelevarmi muniti di camice di forza.
Quindi diciamo solo che avevo un vasetto di miele di melata in scadenza ravvicinata.

Dai, ditelo, tutto sto discorso per dire che le ricette di oggi usano il miele di melata vi fa veramente venire voglia di aprire una petizione per far riaprire i manicomi con l'unico scopo di rinchiudermi, vero?

Ma io ho prontamente cambiato la descrizione del mio blog, che non è più solo un "food blog" ma un "food-life blog", perché in realtà vi parlo più della vita che di ricette...
Cmq, giusto per mantenere la parte del "food", come cavolo ho usato sta benedetta melata?


Ecco il primo: risotto con melata e noci, se ci cliccate sopra (alla scritta) vi si apre il link da dove ho preso la ricetta. Io ho omesso gli asparagi, perché sono povera e non avevo i soldi per comprarli. Ma chi voglio prendere in giro... non li avevo a casa e non avevo voglia di uscire per comprarli!


Passiamo al secondo: carne con melata e noci. La ricetta originale prevedeva anche altre cose, ma io ho fatto la versione semplificata togliendo uvetta e mela. Ah si, ci voleva il filetto di manzo, io ho usato una bistecca che avevo scongelata in frigo. Non si può avere tutto dalla vita...


Ed eccoci giunti al dolce (il mio forte): cupcake con melata e noci. Buoni e carini!

Cosa abbiamo imparato oggi? Che la melata ci sta con le noci (riso melata e noci, carne melata e noci, cupcake melata e noci) e che io ciancio troppo!
Ah, scusate le foto (soprattutto le prime due), le ho fatte con il cel e poi ho cercato di rimediare improvvisandomi donna supertecnologica con i programmi di modifica di Google+. Evidentemente né la fotografia né la tecnologia sono il mio forte, fortuna che mi rimane sempre la capacità di blaterare sul nulla per ore e ore!

sabato 22 marzo 2014

I telefilm che ti plagiano la mente e Budini cioccomeringa

[Colonna sonora del post: Paramore - Decode]


Ormai mesi, anni fa, parlavo dell'impatto dilagante che hanno avuto i cartoni animati sul mio cervello. Del resto il cervello è plastico e con me ha assorbito tutto quello che gli ha propinato la tv. Crescendo però sono cambiata: sono passata dai cartoni animati alle serie tv.

In realtà la prima serie tv che io abbia mai visto risale probabilmente alla mia infanzia: di giorno guardavo Sailor Moon e di sera guardavo con mia madre Beverly Hills 90210, grazie al quale tutti conoscono lo ZIP Code di Beverly Hills. Fortunatamente la mia mente ha rimosso gran parte di quello che succedeva nel telefilm. L'unica cosa che ricordo è Dylan, il ragazzo cattivo, del quale ovviamente ero già innamorata a 7 anni. A pensarci bene, anche se la mia mente ha cancellato tutta la trama e i personaggi, qualcosa nel mio subconscio deve essere rimasto. Scopro quindi adesso che devo a Beverly Hills la mia predisposizione verso i bad guys!
Crescendo, crescendo, arriva Dawson's Creek. Si, il telefilm dove i protagonisti parlano come dei deficienti, quello dove per chiedere a una ragazza di fare sesso, ce la menano per 3-4 stagioni, sviscerando tutti i vari motivi filosofici per i quali sarebbe meglio farlo o non farlo. L'unico telefilm dove colui che dà il nome alla serie, alla fine è l'unico che ci rimane fregato, dato che la ragazza che amava alla follia sceglie (ovviamente) il bad guy. Continuo a pensare che deve esserci proprio un nesso tra i telefilm che ho visto e i miei gusti in fatto di uomini...

A questi seguì, in ordine anagraficamente sparso, una miriade di altri telefilm, che per comodità (e assecondando le mie manie) citerò in ordine alfabetico.
30 Rock: recentissima scoperta. Quando lo guardo mi sento una Liz Lemon a tutti gli effetti: mangio di tutto, sono mezza scoordinata e sono una perfetta donna in carriera. E sento di avere un assoluto bisogno di un mentore come Jack Donaghy.
Big Bang Theory: chiamatemi pure Sheldon. A ogni puntata mi sale un cinismo allucinante, guardo il mondo con fare scientifico, dispenso consigli non voluti a chiunque mi passi sotto tiro, sfoggio conoscenze di matematica e fisica che nemmeno pensavo di avere (e che, con tutta probabilità, non ho) e quando mi verso l'acqua nel bicchiere non posso non pensare alla forza di gravità. Il mio obiettivo nella vita è prendere il premio Nobel.
CSI: maledico il fatto di non conoscere Grissom. Che poi a me questo genere di telefilm nemmeno piace, ma il mitico G te lo fa piacere lo stesso. Dai, chi è che non sogna un uomo come lui al suo fianco? Intelligente, carino al punto giusto e con le mani immerse negli insetti 24 ore su 24. Il top.
Dexter: che ve lo dico a fare? Lui è quasi l'uomo ideale, se non fosse che la povera moglie gliela uccidono mi pare alla fine della terza stagione. Ecco, magari moglie no, ma amante mi andrebbe più che bene. A parte questo, se non l'avete mai visto, ve lo STRAconsiglio.
Finisco la D con Dr. House: bè, questo mi ha plagiato in modo particolare dato che poco dopo averlo iniziato a vedere mi sono iscritta a medicina. Ogni volta che lo guardo mi sento come lui, Dio sceso in terra, cammino 8 metri da terra e ho la soluzione ad ogni problema, medico e non.
 
La prossima volta continuo con la F (dato che sulla E non c'è niente), ma mi sorge spontanea una riflessione. A parte il plagiamento di cui parlavo all'inizio, cioè che i personaggi dei telefilm mi spingono ad assumere alcune delle loro caratteristiche nella vita di tutti i giorni, mi pare lampante che i personaggi maschili hanno plagiato INDELEBILMENTE i miei gusti in fatto di uomini. I primi sono Dylan di Beverly Hills e Pacey di Dawson's Creek. Possiamo metterci pure Dexter: questi sono proprio cattivi ragazzi che però nascondono un lato sensibile. Rispecchiano i miei gusti giovanili.
Poi sono arrivati Sheldon, Grissom e il Dr. House: qualcosa è cambiato. Mi piacciono gli uomini intelligenti e che si sentono dei gran fighi. Sono fottuta.


BUDINI CIOCCOMERINGA

INGREDIENTI
3 tuorli
3 cucchiai di cacao amaro
80 g di zucchero
200 ml di latte
vaniglia
2 fogli di gelatina
150 ml di panna
40 g di meringhe

Sbattere i tuorli con il cacao e lo zucchero.
Far bollire il latte con la vaniglia e versarlo sul composto di uova, cacao e zucchero, amalgamando bene.
Mettere ad ammollare la gelatina nell'acqua, scioglierla in un pentolino e aggiungerla al composto.
Montare la panna e aggiungerla al resto.
Mettere le meringhe leggermente sbriciolate negli stampini, poi riempire con il composto. Mettere tutto in frigo a raffreddare per circa 3 ore.
Sformare passando un coltello lungo il bordo e rovesciare i budini su un piatto.