giovedì 18 dicembre 2014

Gli uomini ideali, Scallops with Lentils and Salad e Choco Pudding

Mi ritrovo sempre in difficoltà a fare questi post sulle ricette di Jamie. Non fraintendetemi, io adoro le sue ricette, per me sono più sacre della Bibbia. L'unica persona sulla faccia della Terra che mi entusiasma più di Jamie (ma di poco, eh) è Heston Blumenthal. Ecco, questi sono i miei due uomini da sogno. C'è chi sogna Brad Pitt (e per farvi capire quanto me ne frega di lui vi dico solo che avevo scritto Bradd con due D, sono dovuta andare su Google per controllare il nome esatto...) e chi sogna Jamie Oliver e Heston Blumenthal.

E io non ho dubbi: che me ne faccio di un fustacchione quando posso sognare un uomo che mi fa venire voglia di mangiare insalata anche quando a me l'insalata fa schifo? Un uomo che lo guardi nei programmi mentre ti cucina un piatto di pasta che probabilmente avrai già fatto un milione di volte ma che ti fa brillare gli occhi come se fosse la prima volta che la vedi? Un uomo che cucina un dolce etnico croccante e si emoziona come un bambino solo a sentire il rumore dello scrocchìo? Un uomo che sta in mezzo alle piante di pomodori e ti fa venire voglia di sbafartene uno anche se la verdura cruda ti fa schifo? E questa è solo una piccola parte per cui veramente ADORO Jamie. E Heston? Chi ha bisogno di un belloccio quando puoi avere un uomo che con intrugli magici ti prepara cene da sogno? Quell'uomo è un genio, non c'è nient'altro da aggiungere!

Come sempre poi, gli opposti mi attraggono. Eh si, perché non oso immaginare niente di più diverso delle cucine di Jamie e di Heston. E' come paragonare il bianco con il nero, il dolce con il salato, il mare con la montagna. Però in entrambi i casi si vede che sono due persone che amano quello che fanno. E guardare i loro programmi mi lascia sempre quella sensazione di meraviglia, di estasi. Li guardo quasi con il fiato sospeso, con un sorriso da ebete, fino alle battute finali, dove vorrei saltare dal divano, fare un triplo salto carpiato con doppio avvitamento (non so quello che dico, ovvio), spargere coriandoli argentati per casa, suonare trombette e trasferirmi seduta stante in UK supplicando con le lacrime agli occhi uno dei due per farmi lavorare come sguattera in uno dei loro ristoranti.

Ero partita dal fatto che sono in difficoltà a fare questi post su Jamie... Si, sono concisa, come sempre. La difficoltà sta nel fatto che queste ricette le ho fatte anni fa, ma ancora non le ho finite di postare, quindi mi ritrovo a dover riesumare dai meandri del mio (inesistente) ippocampo, cose che probabilmente sono state lì per non più di un paio di giorni per poi svanire nel nulla cosmico del vuoto della mia testa, come tutto quello che ci entra. Quindi diciamo che vado a casaccio, ecco.


Di questa ricetta ricordo solo il momento della cottura delle capesante. Che poi non ho mai capito se sono quelle che Gordon chiama insistentemente "pettini di mare" quando urla come un leone inferocito al povero malcapitato di turno che è costretto a buttare 20 euro di pesce solo perché la crosticina era leggermente più dorata di come doveva essere (solo a me piange il cuore a vedere quanta roba si butta a Hell's Kitchen? No perché volevo mandare un'e-mail e candidarmi. Non come concorrente. Io vorrei fare il cestino della spazzatura della cucina rossa). La ricetta ha un nome imbarazzabilmente lungo (come la parola "imbarazzabilmente" che probabilmente nemmeno esiste): Pan-seared Scallops with Crispy Bacon and Sage, Puy Lentils and Green Salad. In parole povere, Capesante con bacon, lenticchie e insalata. Questa ricetta si compone di tre parti:

1. Pan-seared Scallops with Crispy Bacon and Sage: si mette a friggere in un padella con un pò d'olio il bacon e la salvia, poi si tirano via e, nella stessa padella, si cuociono le capesante (occhio che Gordon è dietro di voi pronto a farvi un urlo che nemmeno il povero Munch in persona potrebbe dipingere), un minuto per parte. Ah si, le capesante conditele un pò prima, con sale e pepe. Una volta cotte, quando sono ancora nella padella, aggiungete una bella spruzzata di limone e fate insaporire bene. Poi mettetele nel piatto. Ah, e non lavate la padella che vi serve per riscaldare le lenticchie, dopo.

2. Puy Lentils Braised with Rosemary and Garlic: per queste serve altra pancetta. Sempre da friggere un pò in una padella con dell'olio, poi si aggiunge del rosmarino, della cipolla e dell'aglio. Si buttano dentro anche le lenticchie (quelle secche), si mescola per farle insaporire e poi si aggiunge il brodo. Si porta a bollore e si lascia cuocere per il tempo che c'è scritto nella confezione. Ah si, il brodo deve essere nella giusta quantità per essere assorbito tutto, quindi per circa 300 g di lenticchie, Jamie dice 800 ml di brodo. Alla fine si condisce con un pò d'olio, sale e pepe e si mette da parte.

3. Green Salad with Olive Oil and Lemon Juice Dressing: insalata verde condita con olio, limone, sale e pepe.

Adesso che ho scritto tutto mi rendo conto che non conviene seguire l'ordine 1 - 2 - 3, ma sarebbe meglio 2 - 3 - 1. Insomma, non ne ho azzeccata nemmeno una. Però mi pare più ovvio preparare le lenticchie e lasciarle da parte, poi preparare l'insalata e alla fine le capesante. Ecco, una volta cotte le capesante, le lenticchie si sarano raffreddate, quindi scaldatele nella padella dove ci avete cotto le capesante (vi ricordate? vi avevo detto di non lavarla!). Poi nel piatto adagiate (che verbo raffinato! ma mi serviva per non fare la ripetizione) l'insalata, sopra mettete il bacon e la salvia che avevate fritto all'inizio, metteteci intorno le capesante e alla fine una bella cucchiaiata di lenticchie. Et voilà. Diciamo che l'ho fatta più complicata di quello che è in realtà!


Ed eccoci alla seconda ricetta! Devo ammettere che ODIO scrivere la ricetta di questi pudding, perché il metodo di cottura non è esattamente il più facile da descrivere. Per fortuna l'ho già fatto da qualche parte nel blog e ho anche ritrovato la pagina che lo spiega! Yuppy! Questo qui in particolare è il Chocolate Pudding. Vi basta andare in questa pagina e magicamente troverete le dosi dell'impasto base e il metodo di cottura. Se volete provare questa versione molto cioccolatosa basta aggiungere 3 cucchiai di cacao all'impasto base e cuocere come scritto. Poi preparate la salsetta cioccolatosa sciogliendo a bagnomaria zucchero a velo e cioccolato fondente. Poi si tira via dal fuoco e si mette sempre la stessa quantità di burro (per intenderci: 100 g di zucchero a velo, 100 di cioccolato e 100 di burro). Se risulta troppo dura si possono aggiungere un paio di cucchiai di latte. E via, quando il pudding è pronto si mette questa cosa cioccolatosa sopra il pudding cioccolatoso, per ottenere un pudding doppiamente cioccolatoso.

Bene, mi aspetta un pomeriggio di preparazione-tortellini-natalizi, quindi non mi resta che preparare il mio stomaco alla quantità industriale di pasta cruda e tortellini crudi che mangerò con la solita scusa "bisogna sempre assaggiare quando si cucina". E grazie a Gordon, che mi offre su un piatto d'argento delle ottime scuse per la mia mania di mangiare la pasta fresca cruda!
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Se volete seguirmi anche nell'altro blog: Frau Fra

martedì 2 dicembre 2014

FracooksJamie: Almond Tart e Fish Stock

Quando ero piccola li odiavo, gli ospedali. Ogni volta che ci entravo sentivo quell'odore, quell'odore di ospedale. Mi ricordo che trattenevo quasi il fiato e, quando ero costretta a respirare, facevo delle smorfie di disgusto. Svengo quando faccio le analisi del sangue, non ce la faccio a guardare persone con ferite agli occhi o lì vicino, sono ipocondriaca a livelli stratosferici. Non so come sono passata da tutto questo a fare salti di gioia perché stavo per entrare in sala operatoria a vedere un'operazione al fegato. Anche perché svengo ancora quando faccio le analisi del sangue, non ce la faccio ancora a guardare persone con ferite agli occhi o lì vicino e sono ancora ipocondriaca a livelli stratosferici. Però l'ospedale ha un altro odore adesso. Profuma. Come si fa ad amare tanto una cosa che odiavi con tutta te stessa?

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La premessa non c'entra niente con le ricette. Come al solito. Anche se bè, in cucina si parla sempre di profumi. Diversi da quello che sento io quando entro in ospedale, molto probabilmente più allettanti per le persone sane di mente, ma comunque sempre profumi sono.
L'ho presa troppo seria, è che oggi va così purtroppo. O per fortuna, per una volta magari evito di sparare idiozie ogni mezzo secondo.


La Almond Tart è una crostata alle mandorle. Che profumerà sicuramente di mandorla, giusto per rimanere in tema di profumi. Che poi mi rendo conto di essere fissata con puzze e profumi. Cioè, sono fissata con i profumi, mentre le puzze le odio. Per esempio non potrei mai mangiare delle patatine al formaggio e non lavarmi le mani con chili di sapone. O il cioccolato. Ok leccarselo dalle dita, ma poi puzza se non ci passi un litro di sapone. Anche a casa mia giro come una pazza con i cosini che spruzzano profumi. Nei cassetti delle mutande: profumini. Nei cassetti dei vestiti: profumini. Nell'armadio: profumini. E poi ho anche comprato un profuma-albero-di-Natale. Tipo quelli che si mettono in macchina, ma per l'albero.

Da dove sono partita per parlare del profuma-albero-di-Natale?? Un attimo che rileggo per riprendere il discorso... Ah ok, l'almond cake che profumerà certamente di mandorla. L'avrò fatta anni fa, quindi non mi ricordo assolutamente. Vorrei poter dire che la rifarò per sentire se profuma o no di mandorla, ma mi conosco. Io raramente mi ripeto. E' che ci sono talmente tante cose da assaggiare, da cucinare, da provare, che fissarmi su una stessa cosa mi sembra una perdita di tempo. Però, per chi volesse provare a farla, vi lascio la ricetta.

Ingredienti: pasta frolla, 400 g di mandorle, 350 g di burro, 300 g di zucchero, 3 uova.

Per fare la pasta frolla io ho usato la ricetta di Jamie, la Short Crust Sweet Pastry, ma sono sicura che ognuno di voi avrà già la sua ricetta di fiducia, quindi affidatevi a quella. Fatela, foderateci una teglia e cuocetela in bianco (180°C per circa 12 minuti, possibilmente coperta con carta forno e fagioli/ceci/altro per non farla gonfiare).
Per il ripieno: sbucciate le mandorle (per farlo io di solito le metto a bollire un paio di minuti, così la pellicina viene via benissimo) e tritatele a farina in un tritatutto. In una ciotola sbattete il burro e lo zucchero finché non viene una cosa cremosa, poi aggiungete le mandorle e le uova. Mescolate tutto e fate raffreddare in frigo, poi riempite con questo ripieno la pasta frolla. Cuocete in forno per circa un'ora a 180°C.

L'unica cosa che mi ricordo di questo dolce è che era abbastanza pesantino... e per dirlo io...


Questa seconda ricetta in realtà non è una ricetta dato che è il Fish Stock, che in pratica non serve a niente. L'unica volta che l'ho usato è stato per fare un risotto di pesce. Ecco si, serve solo per quello.
Quindi, quando volete fare un risotto di pesce, tenete da parte le ossa del pesce che usate. Mettete in una pentola sedano, finocchio, aglio, peperoncino e olio e fate cuocere qualche minuto. Aggiungete le ossa dei pesci, aggiungete del vino bianco e fate sfumare. Coprite con l'acqua, portate a bollore e fate cuocere per circa 20 minuti. Poi si passa tutto in un colino et voilà, il brodo di pesce per insaporire il risotto è pronto!

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Da una parte vorrei andare più veloce ad aggiornare queste ricette fatte secoli fa, ma dall'altra vorrei dare a ogni ricetta l'importanza che si merita. Perché è vero che molte sono ricette semplici, però hanno lo stile di Jamie Oliver, stile che io adoro. E comunque devo sempre riconoscergli il merito di avermi fatto provare cose che non avevo mai provato prima e che adesso sono entrate nella mia quotidianità. Quindi, sempre grazie, Jamie!

martedì 25 novembre 2014

FracooksJamie: North african lamb e Spicy Couscous

[Voci sommesse: "Ma è tornata? Non si era trasferita? E io che pensavo di essermela tolta dalle scatole..."]

E invece no. A parte il fatto che il blog continua di qua, ho deciso di continuare a usare anche questo, di blog. Così, giusto per essere presente su più fronti e insediarmi piano piano nel web con l'unico scopo conosciuto: conquistare il mondo. Con l'idiozia.
Dato che però non posso vaneggiare a caso sia di qua che di , devo pur dare un senso a questo sdoppiamento di blogghilità. Questo lo terrò per aggiornare le mie ricette Jamieose. Che ancora sono ferme da vari mesi (o anni, addirittura) ma che comunque non ho mai postato. Il brutto è che, data la mia scarsissima memoria per cose che abbiano almeno una minima importanza (del tipo che le uniche cose che mi ricordo sono conversazioni altamente inutili tra me e il/la malcapitato/a di turno, con l'unica conseguenza che è praticamente impossibile fregarmi dicendomi "guarda che ti sbagli, io ti avevo detto..." "nono, purtroppo per te il giorno 6 ottoble 1996 alle ore 15.42 tu mi hai detto testuali parole.." e blabla. E magari mi aveva detto che l'ultima canzone dei Backstreet Boys era stupenda. Ecco, è questo il genere di cose per cui ho una memoria di ferro).... devo smetterla di iniziare parentesi e fare discorsi tipo comizio elettorale. Non mi ricordo cosa stavo dicendo, un attimo che controllo.
Ok, dicevo che la mia memoria fa schifo. Appunto.
 Quindi, dato che le ricette che vi scrivo oggi le ho fatte circa un paio d'anni fa, stiamo messi bene. Tra l'altro è anche un sacco di tempo che non uso Blogger, vediamo se mi ricordo come si mette un'immagine.


Come volevasi dimostrare, le cose inutili della vita me le ricordo tutte. Non che mettere un'immagine su Blogger sia cosa da scienziati aerospaziali, certo.

Ma andiamo avanti e forse, un giorno lontano, arriveremo al punto. La foto. La ricetta. Si, il titolo della ricetta è (un attimo che prendo il libro, non pretenderete mica che io me la ricordi!): North african lamb with chilli, ginger, chickpeas and couscous. Tiè. In pratica non c'è nemmeno bisogno che vi scrivo come si fa, c'è già tutto nel titolo!
Troppo corto come post, peggio per voi, vi scrivo anche come si fa: allora, intanto cuocete i ceci come dice nella confezione (oppure prendete quelli nel barattolo, già pronti). Melanzane: tagliatele a cubi di 2-3 cm di lato (mi raccomando, usate la squadra o il goniometro - a scelta - per fare angoli di 90° perfetti, altrimenti la ricetta sarà del tutto compromessa) e metteteci del sale per far andare via l'eccesso di liquido. Pomodorini: fategli fare un bel tuffo nell'acqua bollente per un paio di minuti e poi toglietegli la pelle. Spezie: semi di coriandolo, semi di cumino, sale e un pò di noce moscata, tutto nel mortaio (quant'è brutta la parola mortaio? capisco che serve per spappolare le cose, ma chiamarlo con un nome più simpatico? tipo mammolaio?), pestate e spalmate tutto sopra i filetti di agnello (quello che ho usato io dalla foto non mi sembra filetto, avrò preso quello che aveva il macellaio...). Padella, olio, agnello: fatelo abrustolire un pò. Poi aggiungete le melanzane, il peperoncino, un pò di zenzero fresco grattugiato, un pò d'aglio, un cucchiaio di aceto e i pomodori. Mettete il fuoco al minimo, coprite con il coperchio e fate cuocere un'ora (che pazienza...); alla fine aggiungete i ceci e fate cuocere altri 5 minuti. Poi cospargere con il prezzemolo (o con il coriandolo, se lo trovate. Io non lo trovo mai).

Questa cosa si serve con il cuscus, che come tante altre cose, ho imparato a mangiare proprio grazie a Jamie. Per lo Spicy Couscous si mette in una padella cipolla, olio e burro (per non fare torto a uno dei due, Jamie li usa quasi sempre entrambi). Poi si aggiungono le spezie pestate prima nel mortaio (semi di cumino, semi di coriandolo, semi di finocchio, peperoncino e sale) e l'aglio, fino a che le cipolle non sono cotte. Poi si spegne il fuoco, si aggiunge il cuscus e l'acqua calda (o il brodo, come suggerisce Jamie), si copre con il coperchio e si lascia così per il tempo che c'è scritto nella confezione. Poi si apre il coperchio, si annusa per bene il profumo che viene fuori (passaggio fondamentale), si aggiunge un altro pò di burro e si sgrana con la forchetta.

Olè, per oggi mi fermo qui, penso che sia meglio farvi riprendere piano piano al fatto di essere tornata. Comunque, per chi volesse seguirmi anche nell'altro blog, il link è questo: FrauFra.

venerdì 5 settembre 2014

Trasferimento su Frau Fra

Mi sono trasferita (momentaneamente) qui:


Ritornerò anche su Polpette Rosa perché ci sono troppo affezionata, ma se volete continuare a leggere i miei vaneggiamenti andate nell'altro blog!!

lunedì 4 agosto 2014

FracooksJamie: My perfect roast chicken and Roast leg of lamb with apricot and thyme

 [Colonna sonora del post: Coldplay - Violet Hill]

In questo periodo vedo blog di cucina che vanno in ferie, o almeno che cambiano il menù da invernale a estivo. La maggior parte di loro evita di accendere troppo il forno, di fare cose troppo pesanti e si buttano su cose fredde.
Io boh, non capisco perché, ma dovunque mi trovo, mi sembra di essere la voce fuori dal coro. Pure in questo caso: io il forno continuo a usarlo una volta al giorno, mangio zuppe bollenti e di sicuro non preparo niente di nemmeno lontanamente dietetico. Non so, sono l'unica?

E anche se oggi vi posto due ricette fatte una vita fa, manco a farci apposta sono due cose che di sicuro la maggior parte della gente cataloga come "invernali".


Andiamo con il My perfect roast chicken. Come ho già detto altre volte, grazie a Jamie ho imparato un sacco di cose in cucina e questa ricetta di sicuro è quella che ho riutilizzato di più. Prima di provarla avrò provato si e no un paio di volte a fare il pollo arrosto, con risultati sempre pessimi. Invece di mettervi la ricetta (che poi è un semplice pollo cotto al forno), vi dirò le cose che ho imparato da Jamie e che io non facevo:

- dopo aver lavato il pollo J dice di asciugarlo
- J dice di sfregare bene il pollo con il sale
- per avere delle cosce un pò più sbruciacchiate si devono fare dei tagli (nella coscia del pollo ovviamente) e nei tagli ci si possono mettere delle erbe (quelle che usate per condire il resto del pollo)
-  questa è la cosa che mi piace di più: nella parte sopra il petto, si può separare la pelle dalla carne che sta sotto, con le dita. Così si forma una bella cavità, dove J dice di mettere altre erbe, e dove io ci ficco una fetta di bacon e un pezzettino di burro (non in quello della foto qui sopra, dove avevo seguito diligentemente le indicazioni di J, ma tutte le altre volte che l'ho rifatto ho usato la mia variante!)

Per il resto cuocete il pollo come fate di solito, condite con abbondante olio (altra cosa che io non facevo, ma la differenza tra un pollo ben oliato e uno no è notevole) e cuocete finché non è cotto. Sembra stupido detto così, ma il tempo varia anche da quanto vi piace cotto il pollo! Io non so, ce lo terrò un'oretta forse...


Altra ricetta, sempre di carne, sempre cotta al forno: Roast leg of lamb with apricot and thyme. Per fare questa ricetta ho comprato il mio primo cosciotto di agnello... in pratica m'ha tolto i soldi per una settimana di spesa! Una volta ripresa dalla folle spesa, fortunatamente ho potuto prendermela con il diretto interessato (il cosciotto), prendendo un bel coltello e ficcandolo più e più volte nella sua carne, per fare dei buchi. Dentro i buchi poi ci ho messo il condimento, fatto con timo, aglio, sale, olio e una spruzzata di limone, il tutto smashato nel mortaio. In più, allargando bene i buchi, ci ho messo dentro anche dei pezzetti di albicocca (quelle secche). Una volta fatto tutto ciò, si dà il colpo di grazia al cosciotto, facendogliela pagare per tutti i soldi che vi è costato: si mette in forno a cuocere. Se lo volete a cottura media, Jamie dice di cuocerlo 13 minuti per ogni 450g, in più altri 10 minuti da aggiungere al totale.
Niente foto del cosciotto cotto, perché ero ancora arrabbiata con lui e me lo sono pappato senza pensare a fotografarlo!

Anche per oggi vi saluto, a presto!

giovedì 31 luglio 2014

Ciancie infinite e Menù-melato

A volte ritornano... vorrei dire che torno per restare, vorrei dire che aggiornerò più spesso, più regolarmente ecc ecc, ma mi conosco troppo bene e probabilmente farò un paio di aggiornamenti poi mi stuferò di scrivere cavolate su cavolate e tornerò a un silenzio stampa di qualche mese e poi tornerò, farò altri due aggiornamenti e blablabla.

Ma bando alle ciancie, che su questo blog non si fa altro che cianciare, stavolta il mio ritorno è in grande stile, dato che non vi farò vedere una, nemmeno due, ma ben 3 ricette! Ovviamente non sono farina del mio sacco, che a me la farina manca sempre e il sacco pure, quindi è meglio che vi metto il link di dove le ho prese così non ci penso più, non sono costretta a fare copiaincolla e nemmeno a copiare in stile amanuense le cose già scritte dagli altri.

Rileggendo quello che ho scritto pare proprio che non abbia voglia di fare niente... insomma, proprio un ritorno in grande stile!

Ma ri-bando alle ciancie (ve lo dicevo che non faccio altro che cianciare, sia sul blog che nella vita di tutti i giorni), la storia inizia anni fa, quando ho scoperto una delle mie innumerevoli grandi passioni: girare per i supermercati (o bancarelle) e comprare tutto quello che mi piace. In questo modo ho accumulato una quantità di roba indescrivibile, che tengo in buste dentro gli armadi. Noi amanti di cibo infatti non usiamo gli armadi per i vestiti (avrò si e no 2 paia di pantaloni, 2 gonne e 4 maglie), ma per contenere il da mangiare. Ah si, in realtà devo fare un'aggiunta: gli armadi servono a "noi amanti di cibo con una casa di 50 metri quadri dove non esiste una dispensa"!
Insomma, per evitare che mi vada tutto a male e non mi accorga che è tutto scaduto, la mia vena organizzatrice (e io sono piena di vene organizzatrici, ho pure arterie e vasi linfatici organizzatrici - oggi il mio umorismo fa veramente pena) ha pensato a dei sistemi che adesso non sto qui a spiegarvi, sono troppo complicati e chiunque legga i miei vaneggiamenti avrebbe l'impulso irrefrenabile di chiamare una squadra di psichiatri che vengano a prelevarmi muniti di camice di forza.
Quindi diciamo solo che avevo un vasetto di miele di melata in scadenza ravvicinata.

Dai, ditelo, tutto sto discorso per dire che le ricette di oggi usano il miele di melata vi fa veramente venire voglia di aprire una petizione per far riaprire i manicomi con l'unico scopo di rinchiudermi, vero?

Ma io ho prontamente cambiato la descrizione del mio blog, che non è più solo un "food blog" ma un "food-life blog", perché in realtà vi parlo più della vita che di ricette...
Cmq, giusto per mantenere la parte del "food", come cavolo ho usato sta benedetta melata?


Ecco il primo: risotto con melata e noci, se ci cliccate sopra (alla scritta) vi si apre il link da dove ho preso la ricetta. Io ho omesso gli asparagi, perché sono povera e non avevo i soldi per comprarli. Ma chi voglio prendere in giro... non li avevo a casa e non avevo voglia di uscire per comprarli!


Passiamo al secondo: carne con melata e noci. La ricetta originale prevedeva anche altre cose, ma io ho fatto la versione semplificata togliendo uvetta e mela. Ah si, ci voleva il filetto di manzo, io ho usato una bistecca che avevo scongelata in frigo. Non si può avere tutto dalla vita...


Ed eccoci giunti al dolce (il mio forte): cupcake con melata e noci. Buoni e carini!

Cosa abbiamo imparato oggi? Che la melata ci sta con le noci (riso melata e noci, carne melata e noci, cupcake melata e noci) e che io ciancio troppo!
Ah, scusate le foto (soprattutto le prime due), le ho fatte con il cel e poi ho cercato di rimediare improvvisandomi donna supertecnologica con i programmi di modifica di Google+. Evidentemente né la fotografia né la tecnologia sono il mio forte, fortuna che mi rimane sempre la capacità di blaterare sul nulla per ore e ore!

sabato 22 marzo 2014

I telefilm che ti plagiano la mente e Budini cioccomeringa

[Colonna sonora del post: Paramore - Decode]


Ormai mesi, anni fa, parlavo dell'impatto dilagante che hanno avuto i cartoni animati sul mio cervello. Del resto il cervello è plastico e con me ha assorbito tutto quello che gli ha propinato la tv. Crescendo però sono cambiata: sono passata dai cartoni animati alle serie tv.

In realtà la prima serie tv che io abbia mai visto risale probabilmente alla mia infanzia: di giorno guardavo Sailor Moon e di sera guardavo con mia madre Beverly Hills 90210, grazie al quale tutti conoscono lo ZIP Code di Beverly Hills. Fortunatamente la mia mente ha rimosso gran parte di quello che succedeva nel telefilm. L'unica cosa che ricordo è Dylan, il ragazzo cattivo, del quale ovviamente ero già innamorata a 7 anni. A pensarci bene, anche se la mia mente ha cancellato tutta la trama e i personaggi, qualcosa nel mio subconscio deve essere rimasto. Scopro quindi adesso che devo a Beverly Hills la mia predisposizione verso i bad guys!
Crescendo, crescendo, arriva Dawson's Creek. Si, il telefilm dove i protagonisti parlano come dei deficienti, quello dove per chiedere a una ragazza di fare sesso, ce la menano per 3-4 stagioni, sviscerando tutti i vari motivi filosofici per i quali sarebbe meglio farlo o non farlo. L'unico telefilm dove colui che dà il nome alla serie, alla fine è l'unico che ci rimane fregato, dato che la ragazza che amava alla follia sceglie (ovviamente) il bad guy. Continuo a pensare che deve esserci proprio un nesso tra i telefilm che ho visto e i miei gusti in fatto di uomini...

A questi seguì, in ordine anagraficamente sparso, una miriade di altri telefilm, che per comodità (e assecondando le mie manie) citerò in ordine alfabetico.
30 Rock: recentissima scoperta. Quando lo guardo mi sento una Liz Lemon a tutti gli effetti: mangio di tutto, sono mezza scoordinata e sono una perfetta donna in carriera. E sento di avere un assoluto bisogno di un mentore come Jack Donaghy.
Big Bang Theory: chiamatemi pure Sheldon. A ogni puntata mi sale un cinismo allucinante, guardo il mondo con fare scientifico, dispenso consigli non voluti a chiunque mi passi sotto tiro, sfoggio conoscenze di matematica e fisica che nemmeno pensavo di avere (e che, con tutta probabilità, non ho) e quando mi verso l'acqua nel bicchiere non posso non pensare alla forza di gravità. Il mio obiettivo nella vita è prendere il premio Nobel.
CSI: maledico il fatto di non conoscere Grissom. Che poi a me questo genere di telefilm nemmeno piace, ma il mitico G te lo fa piacere lo stesso. Dai, chi è che non sogna un uomo come lui al suo fianco? Intelligente, carino al punto giusto e con le mani immerse negli insetti 24 ore su 24. Il top.
Dexter: che ve lo dico a fare? Lui è quasi l'uomo ideale, se non fosse che la povera moglie gliela uccidono mi pare alla fine della terza stagione. Ecco, magari moglie no, ma amante mi andrebbe più che bene. A parte questo, se non l'avete mai visto, ve lo STRAconsiglio.
Finisco la D con Dr. House: bè, questo mi ha plagiato in modo particolare dato che poco dopo averlo iniziato a vedere mi sono iscritta a medicina. Ogni volta che lo guardo mi sento come lui, Dio sceso in terra, cammino 8 metri da terra e ho la soluzione ad ogni problema, medico e non.
 
La prossima volta continuo con la F (dato che sulla E non c'è niente), ma mi sorge spontanea una riflessione. A parte il plagiamento di cui parlavo all'inizio, cioè che i personaggi dei telefilm mi spingono ad assumere alcune delle loro caratteristiche nella vita di tutti i giorni, mi pare lampante che i personaggi maschili hanno plagiato INDELEBILMENTE i miei gusti in fatto di uomini. I primi sono Dylan di Beverly Hills e Pacey di Dawson's Creek. Possiamo metterci pure Dexter: questi sono proprio cattivi ragazzi che però nascondono un lato sensibile. Rispecchiano i miei gusti giovanili.
Poi sono arrivati Sheldon, Grissom e il Dr. House: qualcosa è cambiato. Mi piacciono gli uomini intelligenti e che si sentono dei gran fighi. Sono fottuta.


BUDINI CIOCCOMERINGA

INGREDIENTI
3 tuorli
3 cucchiai di cacao amaro
80 g di zucchero
200 ml di latte
vaniglia
2 fogli di gelatina
150 ml di panna
40 g di meringhe

Sbattere i tuorli con il cacao e lo zucchero.
Far bollire il latte con la vaniglia e versarlo sul composto di uova, cacao e zucchero, amalgamando bene.
Mettere ad ammollare la gelatina nell'acqua, scioglierla in un pentolino e aggiungerla al composto.
Montare la panna e aggiungerla al resto.
Mettere le meringhe leggermente sbriciolate negli stampini, poi riempire con il composto. Mettere tutto in frigo a raffreddare per circa 3 ore.
Sformare passando un coltello lungo il bordo e rovesciare i budini su un piatto.

venerdì 14 marzo 2014

FracooksJamie: Jam pudding e Mussels and clams risotto with fennel and chilli

La puntata sulla tv che ti plagia la vita mi tocca rimandarla, che oggi vi volevo parlare di altre 2 ricette di Jamie e non vorrei essere troppo prolissa (almeno per una volta).


Allora, iniziamo subito da uno dei dolci che mi ha fatto scoprire Jamie: il Pudding. Intanto vi ricordo che per la ricetta base potete andare alla Chocolate, orange and nutpudding. Quello di oggi però è il Jam Pudding, quindi alla ricetta-base non dovete aggiungere niente. Solo 3 cucchiai di marmellata, di quella che volete voi, nel fondo dello stampo prima di versarci sopra l'impasto e di metterlo a cuocere.
Ora, fino a questo punto a me sto pudding non aveva convinto proprio per niente e non capivo proprio cosa ci trovassero di così buono migliaia e migliaia di inglesi che probabilmente se lo pappano giorno dopo giorno. E, se vi devo dire la verità, a me la marmellata nemmeno piace. Cioè, la mangio si, ma se posso evito. Indovinate cos'è successo? Si, proprio la combinazione di due cose che non mi avevano mai convinto, si è rivelata vincente! Il mio cervello sarà troppo matematico, ha mischiato due cose negative e ne ha fatta una positiva...


Seconda ricetta, che in realtà non è nemmeno una ricetta. Diciamo che è l'unione di due ricette: il risotto con le vongole e il risotto con le cozze: Mussels and clams risotto with fennel and chilli. Ma poi, esiste il risotto con le cozze? Perché adesso che ci penso mi sa che non l'ho mai mangiato... Comunque quello che volevo dire è che: preparate un risotto, con la prima particolarità che al posto della cipolla, nel soffritto, ci mettete il finocchio, ci sta benissimo. E poi ci sciogliete qualche filetto di acciuga, che alla fine non si sente ma esalta il sapore del pesce. Poi quando il riso è pronto, ci mettete le cozze e le vongole, cotte prima. Semplice, semplicissimo, come dicevo in pratica non è una ricetta, ma comunque il risotto con le vongole è sempre buono e aggiungerci anche qualche cozza può solo migliorare le cose!

Et voilà, per oggi è tutto, adesso posso uscire tranquilla e con la coscienza a posto!
E per una volta non sono stata nemmeno troppo logorroica, ma vi svelo il motivo: mentre scrivo sto guardando The Apprentice e quindi il mio cervello si sta dividendo a metà. Scrivo mezza parola e ascolto mezzo minuto, mezza parola e mezzo minuto. Infatti è un'ora che scrivo questo post. Ve l'avevo detto che i programmi orribili li guardo tutti...

giovedì 20 febbraio 2014

I cartoni animati che ti plagiano la mente e Kartoffelsuppe mit würstel

[Colonna sonora del post: Curiosando nei cortili del cuore]


Io penso di far parte a pieno titolo della generazione “cervello completamente rovinato dalla tv”. Ne sono consapevole ma purtroppo non riesco a farne a meno. E' incredibile pensare a quante serie tv o programmi io sia affezionata. E il problema è che davvero mi plagiano la mente.

Non saprei nemmeno da dove iniziare... forse il tutto è da far risalire all'epoca dei cartoni animati, come Candy Candy e Heidi. Inutile dire che all'epoca (5-6 anni?) avrei tanto voluto avere una capretta e scorazzare per i monti. 
Questa voglia di aria aperta mi passò quasi subito, o meglio, qualche anno dopo, con l'arrivo di Mila e Shiro. Questo cartone probabilmente è il responsabile delle 2 settimane in cui ho provato a giocare a pallavolo, ovviamente con pessimi risultati (io ero quella che si spostava all'arrivo della palla).
Poi mi sono fatta più intraprendente con l'arrivo di Sailor Moon. Non sapete quante volte sono andata alla ricerca di un gatto nero con un cerotto in fronte, che mi trasformasse in una ragazza vestita come una marinaia con delle improbabili acconciature di capelli, solo per poter andare in giro a urlare “Potere del cristallo di luna, vieni a me!”. Sarà per questo che ancora oggi mi piacciono i gatti neri, nel profondo del mio cuore spero che un giorno Nero si libri in volo esclamando “Trasformati in Sailor Moon, dobbiamo andare a combattere i cattivi che vogliono succhiare l'energia dalle persone!”.
Andiamo ancora avanti, e qui iniziano i cartoni animati adolescenziali, i mitici Piccoli problemi di cuore, cartone assurdo dove il problema della protagonista è avere 2 spasimanti stupendi (di cui uno dei due ci abita pure insieme) che sbavano per lei, dove starà il problema, bah, non si sa.
E poi il migliore, il mio cartone preferito in assoluto, tratto dal manga che adoro di più al mondo (si, ve l'avevo detto l'altra volta che da piccola ero una nerd, insieme alla musica facevo anche un'altra cosa da nerd: passavo i sabati pomeriggio in fumetteria a spendere i miei pochi soldi della paghetta in manga): Curiosando nei cortili del cuore. A causa di questo cartone, sono stata convinta per anni che sarei dovuta diventare una stilista. E tra l'altro, dato che rileggevo il manga ogni 2 anni circa, mi faceva venire dubbi sull'università che facevo a intervalli regolari, perché “cavolo, devo mollare quello che sto facendo perché il mio destino è diventare una stilista come Mikako!”.
Questi sono gli ultimi cartoni animati che ho seguito appassionatamente. Poi sono passata ai telefilm e ai programmi di Sky. Ma questi ve li racconto la prossima volta, sennò mi dilungo troppo.

Il punto è che la televisione, quando non ce l'ho, mi manca parecchio. Ed ecco che stavolta vi trovo il nesso con la ricetta di oggi (ogni tanto mi riesce fare questi tentavivi in extremis, che sennò pare sempre che sproloquio e basta!): quando stavo in Austria, era TERRIBILE non avere la tv. Oddio, la tv ce l'avevo ma... in Deutsch! Ma la mia avanzata comprensione del tedesco mi permetteva di capire al massimo Spongebob, quindi ho passato ore e ore a guardare solo quello. Inutile dire che quando spegnevo la tv mi meravigliavo di non essere una spugna che viveva in fondo al mare e la prima cosa che pensavo era “Vorrei un hamburger al Krusty Krab”. Cosa tra l'altro che mi è stata utile su Quiz Duello, dove c'era una domanda a proposito. Della serie, non tutti i programmi incomprensibili tedeschi vengono per nuocere.
Bè, il nesso non era Spongebob ma l'Austria, perché la ricetta di oggi è presa da uno dei miliardi di libri riportati dalla terra del würstel (detta così suona un po' male...) perché, per fortuna, anche se la televisione mi plagia il cervello, dei libri in carta e colla non riesco comunque a fare a meno. Sarà quello che mi salva dalla pazzia totale: tv tv e tv, ma poi mi addormento con un libro sottobraccio.

KARTOFFELSUPPE MIT WÜRSTEL

INGREDIENTI
500 g di patate
3 carote
200 g di sedano rapa
1 porro
1 cipolla
50 g di speck in una fetta
3 cucchiai olio
2 cucchiai di maggiorana
800 ml di brodo
2 cucchiai di creme fraiche
sale e pepe
4 wurstel
erba cipollina

Tagliate le patate a pezzi non troppo grandi, altrimenti ci vuole troppo a cuocerli, diciamo di un paio di centimetri massimo. Tagliate anche le carote, il sedano rapa, il porro e la cipolla, sempre più o meno tutto della stessa dimensione. Tagliate a pezzetti anche lo speck.
Adesso che avete la cucina invasa da dadini di verdura, scaldate l'olio in una padella e soffriggete la cipolla e lo speck, poi aggiungete le carote, il sedano rapa e il porro e cuocete per 5 minuti. Aggiungete le patate, la maggiorana e il brodo e cuocete 15 minuti.
Alla fine, mettete da parte circa un terzo delle verdure e frullate il resto con la creme fraiche. Riaggiungete le verdure che avevate tolto alla zuppa, mettete sale e pepe e aggiungete i wurstel tagliati a rondelle. Scaldate un paio di minuti e servite. Se proprio volete farla all'austriaca dovete necessariamente aggiungere l'erba cipollina, che loro la Schnittlauch la usano come noi il prezzemolo: su tutto.

Ed ora vi lascio, intanto io mi do una pacca sulla spalla perché questa ricetta l'ho fatta un po' di tempo fa e per riscrivere la ricetta ho dovuto ritirar fuori il libro in tedesco. Sorprendentemente ho ritradotto il tutto senza difficoltà! Le ore passate a guardare Spongebob non sono state del tutto inutili!

martedì 18 febbraio 2014

La mia musica punk e FracooksJamie: Buttered Mashed Potatoes e Humous

[Colonna sonora del post: Sex Pistols - Anarchy in the UK]

Sanremo è iniziato da 2 minuti e già mi sono annoiata. Boh, sarà la trama scontata, le scenette che non si capisce se sono preparate o no, le frasi fatte, le frasi fatte, le frasi fatte. Che poi Sanremo non l'ho mai guardato, se non si conta l'esibizione di Elio e le Storie Tese dell'anno scorso, che però sono andata a cercare su Youtube, quindi non so se vale. E non perché non mi piace la musica, io ci vivo quasi. O di sicuro ci vivevo quando ero più piccola, io e i miei cd e il mio lettore cd eravamo una cosa sola. Poi non che mi piacesse questa musica raffinata, io ero una mezza punk che in definitiva ha imparato l'inglese per il 5% dal suo attempato prof siciliano che durante i compiti in classe leggeva il suo giornale “Sex after 60” e per il restante 95% da canzoni incazzose e interviste dei miei amati cantanti (alcuni morti, altri mezzi vivi).

Probabilmente ero una di quelle che adesso verrebbe definita “nerd”, termine che in questi anni ha un'accezione anche positiva, ma diciamocelo, in pratica ai miei tempi, in cui le usanze americane non erano ancora penetrate così a fondo nelle nostre vite, si usava un termine più pregnante: “sfigata”. Stavo in camera ad ascoltare musica, tradurre canzoni, ascoltare musica e tradurre interviste. La prima volta che sono stata a Londra ho quasi pianto quando ho potuto comprare un cd dei Sex Pistols nella città di nascita del mitico Johnny Rotten, anche perché c'era sopra una bella etichetta con il prezzo in sterline. E per una ragazzina di 13 anni di qui tempi, era un grande vanto quello di sfoggiare un cd del genere con il prezzo nella valuta Johnnyrottaniana. Ahh, potessi provare ancora emozioni forti come quelle di quegli anni!

Certo che il mio amore per la musica punk-rock non era esattamente apprezzato da tutti. Mia madre e mio padre sono sicura che pensavano che fossi matta e che ascoltassi per ore la stessa “canzone” priva di note, solo del rumore indecifrabile. Mia sorella probabilmente pensava di dividere la camera con una pazza (infatti non ci stava quasi mai). E i miei vicini... bè, probabilmente non se ne sono andati solo perché non erano in affitto e vendere la loro casa forse era eccessivo. Perché oltre ad ascoltare la musica io la cantavo, a squarciagola. E tanto basta per farvi capire che o i vicini erano persone molto tolleranti, o erano sordi, o i muri di casa dei miei erano spessi un paio di metri, riempiti da isolante.
Ma saltiamo di palo in frasca, come al solito.


Il Buttered Mashed Potatoes ve lo devo spiegare? Ma poi chissà se tutto questo amore che ho per Jamie è un piccolo residuo dell'amore che avevo per Johnny? Inglesi, biondi, rockstar nel loro campo... Campi leggermente diversi, che c'entra, ma si sa che la mente fa sempre strane associazioni. Stavo ancora divagando... dicevo, dai, il purè lo sapete fare, no? In realtà non dovete nemmeno fare il purè: bollite le patate (acqua salata, mi raccomando sennò fanno schifo!), schiacciatele e metteteci un po' di burro, a piacere. Che quando nelle ricette dice “burro a piacere” (cosa che capita raramente ma capita) io la leggo sempre nello stesso modo: mi si sta dando la possibilità di scegliere di che morte morire. Io scelgo il burro.
Ah si, mettete anche un po' di noce moscata. Non troppa, sennò iniziate a vedere draghi verdi in cucina che si divorano il vostro prezioso burro.


Per l'Houmus (o Hummus) invece cuocete dei ceci oppure usate il metodo rapido: supermercato, ceci pronti in scatola, aprite la scatola e scolate. Poi, frullatore: aglio, ceci, cumino, un cucchiaio di tahin (la pasta fatta con i semi di sesamo che crea dipendenza) e peperoncino. Frullate, frullate. Poi vedete voi, sale e pepe, olio, regolatevi se lo volete morbido o più consistente, in caso aggiungete un pochino di acqua. Jamie non può far altro che consigliare un po' di succo di limone, io per una volta non ho seguito il suo consiglio. Scusa Jamie, ma il limone in quella roba proprio no!

Ho blaterato abbastanza anche per oggi, quindi alla prossima!

sabato 15 febbraio 2014

Sproloqui pre-esame e Cupcake alla banana

[Colonna sonora del post: Alanis Morisette - Ironic]


E' vero, un tempo lontano avevo un blog, me ne ero quasi dimenticata. Quasi fino a oggi quando, presa da un raptus di frenesia, ho deciso che dovevo passare un paio delle mie ultime 48 ore prima dell'esame, a fare dei cupcake. Che poi tra tutto, la preparazione si è protratta per tutto il pomeriggio. Le fasi sono state più o meno queste.

Ore 12.00: fatti prendere da una pazzia fulminante mentre stai ripassando disperata pensando che non farai MAI in tempo a fare tutto quello che devi fare. E' facile, girati intorno e osserva, hai talmente tante cose sparse in giro che di sicuro qualcosa trovi. Ovviamente dì al tuo nervo trocleare di abbassare lo sguardo lateralmente e in basso ogni volta che nel tuo campo visivo vedi un qualche libro/sbobinatura/appunto che riguarda quello che stai studiando, mentre quando vedi qualcosa di completamente inutile, dì al tuo riflesso oculo-cefalo-giro di tenere bene lo sguardo puntato in quella futilità anche se giri la testa da un'altra parte.

Ore 13.00: fai la lista di quello che ti manca, che da quando ti sei rimessa a studiare ormai dentro casa non c'è più niente. Certo, se non si contano le 3-4 buste piene di cose riportate dall'Austria, tutte catalogate per data di scadenza in un modo quasi ossessivo-compulsivo (e sottolineiamo il quasi...) ma ecco, se cerchi un uovo proprio non c'è. Cioccolata e preparati per Gulasch abbondano, sono le materie prime che scarseggiano.

Ore 13.30: compra quello che ti manca (cioè tutto) e poi ripassa almeno un capitolo.

Ore 14.00: inizia a preparare. E questa è semplice perché per fortuna il tuo circuito di Papez per l'apprendimento e la memoria funziona ancora nonostante gli innumerevoli tentativi di sabotaggio effettuati in questi anni, comprendenti il più delle volte delle bevande che sembrano succhi di frutta (ma non lo sono), acqua frizzante (ma non lo è) o birra (e lo è). Ma i cupcake ormai sono entrati talmente tanto nel mio DNA che ormai li faccio a occhi chiusi. Per fortuna, che mentre li facevo dovevo ripetere e quindi guardare dall'altra parte, verso i gatti che mi ascoltavano. Ovvio che intanto la mia maglia si è imbrattata di impasto, finito inavvertitamente sui capelli e sopra il gatto che nel frattempo stavo accarezzando.

Ore 15.00: vai a camminare con l'illusione di smaltire quello che poi riprenderai con gli interessi. Infatti è bello come, appena partita, ti dici: “Vai, vai a far fuori un po' di grasso con una bella camminata! Poi ti potrai concedere al massimo un cupcake, ma so che sei forte e resistere a tutte quelle belle tortine non sarà uno sforzo troppo grande per una come te!”. Prendersi in giro da soli in effetti è molto facile. Alla fine ti fai fuori 4 cupcake in una volta.

Ore 16.00: torna a casa, fatti una doccia e studia.

Ore 17.30: inizia a fare la glassa per i cupcake perché la fame aumenta e ne vorresti uno per merenda. Poi ti rendi conto che la glassa deve stare in frigo per 1 ora.

Ore 18.30: cena, perché gli orari austriaci ti sono piaciuti talmente tanto che li hai mantenuti anche tornata in Italia. E anche perché così hai il tempo di fare una seconda cena, all'occorrenza.

Ore 19.00: metti la glassa sui cupcake mentre guardi Big Bang Theory, rendendoti conto che ormai la serata è andata.

Ore 19.30: mangia il cupcake che avevi deciso di concederti, più un altro perché sei stata brava ad andare a camminare per due giorni di fila, più un altro perché ieri da nonna sei stata brava a mangiare solo il primo e il secondo, rifiutando il dolce, e un altro perché ormai l'hai tirato fuori e i gatti si avvicinano pericolosamente.

Ore 20.00: ok, capisci che lunedi all'esame... o la va o la spacca!

Ora, abbiate pietà di me, devo ancora mangiare il quinto cupcake (perché sono stata brava ad aggiornare il blog dopo tutto questo tempo e soprattutto sono stata molto brava a parlare a vanvera) e più tardi devo andare a prendere una di quelle bevande che sembrano succhi di frutta o acqua frizzante ma che in realtà non lo sono, quindi non ho il tempo di mettere la ricetta di questi cupcake. Ma sono buoni, quindi la prossima volta (magari dopo aver passato sto cavolo di esame) ve la metto, promesso!

sabato 18 gennaio 2014

FracooksJamie: Chicken Stock e Beetroot Salad

[Colonna sonora del post: Patti Smith - Because the night]

Ho passato una settimana intera a cercare il calore di quei parallelepipedi chiamati termosifoni che, ovviamente, all'univpm usano invece per altri scopi durante la terza settimana di gennaio: sparare aria fredda. Giusto così, per aggiungere aria fredda agli spifferi (per non dire correnti oceaniche provenienti dall'Antartico) che vengono da fuori ogni volta che qualcuno apre le porte vicino al tavolo dove tanti poveri studenti stanno cercando di memorizzare materie varie, creando connessioni tra gli ultimi due neuroni che non hanno subito il processo di surgelamento. In pratica il gelato alla zucca che staziona nel mio congelatore da Halloween deve aver avuto meno freddo rispetto a me in questa settimana. E infatti in giro per i corridoi iniziano a vedersi esseri con nasi rossi e colanti (tipo me), altre forme di vita imbacuccate in vari strati di giacche e sciarpe. E poi ovvio, c'è sempre il tizio che va in giro con una maglia scollata e a maniche corte, così, per far vedere che lui PUO'.

Poi magari ti devi anche sentire il prof che si lamenta perché non c'è gente a lezione: ma tu guarda un po', io sfidando le intemperie, raffreddore, mal di gola e freddo glaciale universitario, mi armo di Aspirina, caramelle per la tosse, pacchetti di fazzoletti di Spongebob e sciarpa copricollo, e devo ascoltarti mentre tu stai a lamentarti che l'aula è semivuota? Con me che sono lì a dispetto di tutto?? Dovresti fare il contrario, cioè fare un elogio a tutti i presenti (e magari promettere un voto in più a chi va a lezione, cosa che come per magia ti farà apparire esattamente 150 studenti alla lezione successiva).
E vabbè, mi consolo con il fatto che almeno le lezioni sono interessanti, altrimenti sarei stata a casa come il resto delle 100 persone che mancavano.

Dopo questa invettiva, partita dal fatto che i termosifoni dell'uni sparano aria fredda a gennaio e aria calda a maggio, passiamo a qualcosa di davvero scaldante.


La prima ricetta che vi propongo oggi è la Chicken Stock. Si dai, avete ragione, questa non è che è proprio una ricetta. Potrei addirittura passare oltre se non fosse per un'idea che dà Jamie a cui non avevo mai pensato. Forse anche perché non è che io faccia così spesso il brodo di pollo, di solito lo faccio con altra carne. Però però, avete appena fatto un pollo arrosto e ve lo siete pappato tutto? Vi è rimasta solo la carcassa? Benissimo, buttatela in una pentola, aggiungete le verdure e tutto quello che di solito usate per fare il brodo, acqua e via. Alla fine potete filtrarlo o anche no, rimane solo più torbido come nel mio caso. Insomma, un ottimo modo per applicare la classica frase “del maiale non si butta via niente” al pollo.

Voto: 9 (sia perché è buono, sia perché l'idea di non sprecare gli avanzi mi piace!)


Questa ricetta invece sono sicura che non piacerà a tutti: è la Beetroot Salad with Marjoram and Balsamic Vinegar Dressing. Vi deve piacere la barbabietola o la rapa rossa, per intenderci. Quella che sa di terra, che detto così fa schifo solo a pensarci, invece a me fa l'effetto contrario, tipo quello delle ciliegie, cioè una tira l'altra. Stai lì che mangi e dici “oh cavoli, sa di terra, che schifo... mmm però dai, non è possibile che sa di terra, ne provo un'altra per essere sicura... si, sa di terra... però chissà che sapore ha la terra, io non l'ho mai mangiata, fammene mangiare un'altra per capire bene... si, probabilmente la terra ha questo sapore qui... ma siamo sicuri? E perché sto mangiando una cosa che sa di terra? Forse è il caso di provarne un'altra per essere sicura sicura... si, sa proprio di terra, però non è male, ne prendo giusto un'altra per sicurezza... o caz... sono finite!”. Ecco, questo è l'effetto che mi fa la barbabietola, o la rapa rossa, tanto il sapore di fondo non è così diverso.

Allora, per provare questa ricetta ci sono 2 strade: o trovate la barbabietola cruda (e non so da voi, ma da me non si trova così facilmente) o comprate quelle confezioni di rapa rossa già cotte, che hanno un prezzo che fa ridere ai polli (usati per fare il brodo di prima) probabilmente proprio perchè non è che siano considerate questo cibo così di alta classe. Ebbene, per una volta io ho optato per la versione meno comoda e ho comprato le barbabietole crude! Le cuocete (le mettete a bollire finché non sono tenere), le sbucciate e le tagliate a pezzi come volete. Se avete comprato quelle già cotte, aprite la confezione e tagliatele! Poi preparate la Marjoram and Balsamic Vinegar Dressing con 2 cucchiai di aceto balsamico, 5 di olio, pepe e maggiorana fresca (mischiate tutto et voilà, fatto!). Mischiate le barby con il dressing e avete fatto, un contorno facile, veloce e terroso! Quale altro contorno può vantare l'aggettivo “terroso”? Nessuno, quindi è un ottimo motivo per provarlo! Poi se non vi piace avrete comunque un bell'effetto collaterale: le dita fucsia per il resto della giornata!

Voto: 7

domenica 12 gennaio 2014

FracooksJamie: Marinated chickpeas and Lobster, crab and prawns risotto with fennel and chilli

[Colonna sonora del post: Damien Rice - Cold Water]

Mal di gola e raffreddore: ecco la ricompensa per aver passato la settimana in modo diligente e da brava studentessa, andando tutti i giorni all'università a studiare e seguendo tutte le lezioni (o almeno quelle non cancellate all'ultimo minuto). Ma io dico, va bene che fuori non c'è la neve e il gelo, anzi le temperature sono abbastanza alte per essere gennaio, ma creare un ambiente adatto ai pinguini nei corridoi dove tanta gente studia non mi sembra una buona strategia. E il bello è che, dopo il primo giorno dove avrei potuto studiare su me stessa gli effetti del congelamento agli arti superiori, pensavo di essermi fatta furba. Il giorno dopo mi sono vestita per 2: calze termiche comprate nella fredda freddissima Austria (di quelle super felpate), pantaloni, maglia, seconda maglia e terza maglia. Ho passato 3 giorni vestita così e il risultato è stato mal di gola e raffreddore. Dopo ditemi se non vi passa la voglia di studiare...
Purtroppo per me, devo stare proprio male male per passarmi la voglia di mangiare e non è di sicuro il caso di un mal di gola. E quindi eccovi altre due ricette di Jamie.


La prima è la Marinated chickpeas with chilli, lemon and parsley. Molto semplice, ma molto buona. Poi per me che ero abituata a mangiare i ceci solo caldi in brodo è stata una bella novità.
Per farla cuocete i ceci con un po' di gambi di prezzemolo legati, una patata e un po' d'aglio. Una volta cotti, scolateli, conditeli con un Olive and lemon juice dressing (olio e succo di limone insieme), un po' di prezzemolo e peperoncino tritato. Et voilà, fatto!

Voto: 7 e mezzo


Per fare la seconda ricetta le cose sono un pochino più complicate, ma niente di che. In pratica la ricetta si chiama Seafood risotto with fennel and chilli, poi nella pagina dietro ci sono 3 tipi di pesce da usare. Il primo è il Lobster, crab and prawns. Vi dico subito che io non ho 2 mila mila euro a disposizione per comprare gli ingredienti di queste ricette e quindi ho optato per fare una versione da supermercato. Ho comprato l'astice (e non l'aragosta) surgelata, la polpa di granchio in scatola (una buona ovviamente, ma un granchio intero non mi sentivo proprio di maneggiarlo) e gli scampi. Cuocete l'aragosta (o l'astice) e prendete la polpa del granchio e gli scampi crudi (io li ho sgusciati e mi sono tenuta la coda), metteteli in una ciotola e aggiungete l'olio, il succo di limone, basilico, prezzemolo, sale e pepe. E intanto siete apposto. Poi preparate il riso, con alcune differenze dal solito: quando fate soffriggere la cipolla ci mettete anche il finocchio (che ho scoperto che con il pesce ci sta benissimo) e il peperoncino, poi prima di aggiungere il riso aggiungete qualche alice sott'olio e fatela sciogliere. Questa è stata un'altra dritta di Jamie che ho riutilizzato spessissimo. Perché anche se non vi piacciono le alici, in realtà poi non si sentono ma esaltano il sapore del pesce, quindi... good tip Jamie! Aggiungete il riso, fatelo tostare, brodo, altro brodo, ecc ecc. Alla fine mettete il pesce marinato, ma proprio alla fine, tanto con il calore si scalda in poco tempo.
Buonissimo anche in versione supermercato, ve l'assicuro! Se poi vi comprate tutto il pesce fresco scommetto che sarà una vera goduria!

Voto: 8 e mezzo

Anche per oggi sono finite le ricette-suggerimenti di Jamie, alla prossima!

lunedì 6 gennaio 2014

Torta gelato menta e cereali e Il mio compleanno

[Colonna sonora del post: Ramones - Happy Birthday (Simpson)]


Le feste ormai sono passate: ho finito anche di festeggiare il mio compleanno, che quest'anno è durato un weekend. Infatti la sera prima, scattata la mezzanotte, ho iniziato a scartare un regalo in tema culinario; ma non culinario come potete pensare voi. Il regalo è stato uno di quei giochi dei bambini della Clementoni, Laboratorio in cucina, che tenevo d'occhio già dallo scorso anno ma che nessuno aveva ancora avuto il coraggio di regalarmi. Ques'tanno invece è mio e sto già iniziando a sperimentare lo yogurt! Il giorno dopo era il mio compleanno, quindi immancabile dolce a casa dei miei e 3 bevute al bar, una per ogni decennio passato. Il giorno dopo ancora altre 3 bevute, sempre una per ogni decennio. Il giorno dopo ancora cena di sushi a volontà e altre 3 bevute, sempre una per ogni decennio, più una quarta di chiusura del compleanno.

Questo significa che, come ogni anno, i miei buoni propositi non partono di sicuro dal primo gennaio. Nemmeno dal 2 (il giorno del mio compleanno) e nemmeno dal 3 o dal 4, dato che stavo ancora festeggiando. A dire la verità nemmeno dal 5 dato che era domenica e già che ci siamo nemmeno da oggi, dato che è la Befana. Potrei iniziare i miei buoni propositi domani ma se proprio devo dirvela tutta quest'anno non è che abbia tutti questi buoni propositi. Infatti dopo quasi 2 anni ho ripreso a bere il caffè, non ho di certo smesso di bere alcolici e ho la cucina e la dispensa piena di cose da mangiare. E ovviamente non ho ancora aperto un libro per studiare.
Insomma, niente buoni propositi per una volta.

E dato che va tutto al contrario, per questo invernale gennaio vi posto una ricetta estiva! E' una torta gelato alla menta con base di cereali, perfetta per rinfrescare le giornate invernali di questo periodo (che sembra sempre una cosa al contrario ma in realtà qui da me questo inverno mi sembra proprio anomalo, è caldo!)!

TORTA GELATO ALLA MENTA

INGREDIENTI per uno stampo da 22 cm

75 g di cioccolato, tagliato a pezzetti
40 g di burro
100 g di riso soffiato
1 kg di gelato alla vaniglia
mezzo bicchiere di sciroppo alla menta
(oppure direttamente 1 kg di gelato alla menta!)

Foderare lo stampo con la carta stagnola e coprire la base con un cerchio di carta da forno (nella ricetta originale c'era scritto, io non l'ho messa la carta forno e infatti è stato un pò difficile staccare la torta dalla stagnola).
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato e il burro, togliere dal fuoco e aggiungere il riso soffiato. Stendere tutto sulla teglia, in modo da formare base e bordi della torta. Mettere in frigo a raffreddare per circa 20 minuti.
Mettere il gelato in una ciotola e, quando si è ammorbidito un po', aggiungere lo sciroppo alla menta. Mescolare bene e versare tutto nella base della torta. Mettere in congelatore fino a che non si sia indurita per bene e alla fine decorare con il cacao amaro.