mercoledì 28 dicembre 2011

Muffin al doppio cioccolato e Buoni propositi

Ed ecco a voi... altri muffin! In realtà questi dovevano essere dei muffin al doppio cioccolato (come da titolo del post), con cioccolato bianco e cacao, ma mi sono dimenticata di mettere il cacao nell'impasto e quindi diciamo che sono dei muffin al cioccolato e mezzo, dato che per rimediare ne ho messo un pò per decorazione! Questi muffin erano buonissimi, ancora me li ricordo anche se li ho fatti a giugno! Tra l'altro non riesco a finire di postare le ricette di giugno, saranno mesi che sono sempre ferma lì. Forse è perché a giugno ho cambiato casa, quindi presa dall'euforia della casetta nuova mi sono data alla cucina più del solito. Cosa che è finita abbastanza subito, infatti nel mese di dicembre non ho fatto nemmeno una ricetta con la R maiuscola. Forse un  pò per colpa dei pranzi natalizi e perché quest'anno mi ero messa in testa di fare regali homemade, che mi hanno portato via una marea di tempo dato che ho cucito presine, sacchetti profumati e un orsetto, e io con l'ago e il filo di solito ci cucio giusto i buchi nei calzetti. Ma devo avere qualche dono particolare dato che mi sono presa i complimenti da tutti e la nonnina pensava che avessi cucito a macchina! Purtroppo come vi dicevo sono ancora agli aggiornamenti di giugno, penso che posterò le foto dell'albero di Natale, del presepe e dei miei regalini a aprile-maggio del 2012, se non mi do una mossa una buona volta. Ecco, primo proposito per l'anno nuovo: aggiornare il blog più spesso, così riesco a smaltire tutto.
Ma io stavo parlando dei muffin... Allora, per i muffin penso che questa volta vi lascerò la ricetta completa perché mi erano piaciuti particolarmente, i miei sono rimasti chiari perché, come vi dicevo, mi sono dimenticata del cacao, se ce lo mettete probabilmente vi verranno più marroncini!
INGREDIENTI
200 g farina
25 g cacao amaro
1 cucchiaino di lievito in polvere
1 cucchiaino di cannella in polvere
115 g zucchero di canna
185 g cioccolato bianco
2 uova
100 ml olio di semi
200 ml latte
PREPARAZIONE (e proseguimento dei miei vaneggiamenti)
Scaldate il forno a 200 ° e imburrate (leggi:fatevi imburrare dal vostro ragazzo/marito/amico/schiavetto) lo stampo da muffin (ne vengono circa 12). Mescolate farina, lievito, cannella, cacao, zucchero e 125 g di cioccolato bianco spezzettato. In un'altra ciotola sbattete leggermente le uova con l'olio fino a quando non diventano spumose, poi aggiungete il latte. Buttate dentro al composto con le uova gli altri ingredienti (la farina, il leivito, insomma, le cose dell'altra ciotola), mescolate e riempite gli stampini. Tutto in forno per 20 minuti e via! Poi mentre si raffreddano preparate la copertura, che è molto difficile: sciogliete a bagnomaria il cioccolato bianco che vi è avanzato da prima, una volta sciolto mettetelo sopra i muffin. E' veramente difficile, non scherzo. Il problema è che, una volta sciolto, è difficile che riesca ad arrivare sopra i muffin. Il mio, non so perché, finiva tutto nella mia bocca... Comunque, quel poco che riuscirete a mettere sopra i muffin ci sta davvero bene. Alla fine potete spolverizzarci sopra un pò di cacao amaro!
Adesso che mi sovviene, ora che di questa ricetta ho messo tutte le quantità e il procedimento, non penserete mica che le altre di cui non scrivo le cose precise siano meno buone, vero?  E' solo che non mi va di trascrivere ogni volta le ricette complete, devo ammettere che è semplice pigrizia. Poi rimango sempre a disposizione di chiunque ne voglia una in particolare (o anche tutte).

Bene, tornando ai propositi per l'anno nuovo, oltre ai classici mettersi a dieta e studiare di più, mi è giusto venuta un'altra idea, che purtroppo contrasta un pò con il mettersi a dieta, ma non importa, tra i miei buoni propositi non c'è mai stato l'essere troppo coerente. Quindi, per l'anno nuovo ho deciso di fare, una volta al mese, delle cene a tema! Le organizzerò nella terza settimana del mese e ogni volta avranno un tema diverso. Per esempio, quella di gennaio sarà la serata in stile tex-mex. Io cucinerò e chi verrà, per poter entrare a casa, dovrà avere qualcosa che c'entri con il tema della serata! Non vedo l'ora di fare la prima! Chissà se riuscirò a postare le foto prima della fine del mondo...

mercoledì 14 dicembre 2011

Muffin ai mirtilli e Associazioni di parole curiose

Vi preannuncio che oggi sono particolarmente in vena di chiacchiere sconclusionate.
La ricetta di oggi è un'altra di quelle che possiamo catalogare come "anche i miei gamberetti nella boccia di plastica sarebbero in grado di farla se solo avessero un forno in mezzo alle loro alghe": i muffin ai mirtilli. Chi non li ha mai mangiati? Dai su, anche quelli che si trovano all'autogrill valgono. E se c'è qualcuno che non li ha ancora provati è pregato di dirmelo e di indicarmi anche un giorno in cui verrà a casa mia a provarli. Perché davvero, è una di quelle cose che non puoi non mangiare almeno una volta nella vita. La ricetta la liquidiamo in 4 parole più un simbolo: impasto per muffin + mirtilli. Ok, sbrigate le pratiche "noiose" (si dai, cercate muffin ai mirtilli su Google e vi vengono milioni di ricette per i muffin ai mirtilli, poi se qualcuno vuole quella che ho fatto io basta che me la chiede) passiamo a notizie più interessanti. Apriremo (non so perché ho usato il plurale dato che sono qui da sola, forse intendevo "io" e "la mia altra personalità schizofrenica") una nuova rubrica: la rubrica delle curiosità. Iniziamo subito.
La rubrica delle curiosità: allora, cercando e ricercando su internet (cioè aprendo Wikipedia), ho scoperto il nome dell'albero da cui vengono i mirtilli. Il Vaccinium. Vaccinium in latino significa mirtillo in pratica. Adesso mi chiedo cos'abbia a che fare il "vaccino" con i mirtilli... Comunque, sapete da dove viene la parola "vaccino" (inteso come sostantivo, non come aggettivo)? Cercando in un sito, ho scoperto che significa esattamente: vaiolo benigno preso dalle mammelle delle vacche per innestarlo sui bambini, per preservarli dall'infezione più grave del vaiolo cosiddetto arabo. Insomma, il vaccino sostantivo ha a che fare con il vaccino aggettivo, ma non sembra avere niente a che vedere con i miritilli! Ma stiamo divagando...
Passiamo alla prossima curiosità, rispondendo alla domanda (che mi è stata posta dalla mia altra personalità schizofrenica, dovrei trovarle un nome, direi di chiamarla Arf) "perché dovrei mangiare i miritilli?", ecco a voi la risposta. Intanto i mirtilli scoppiettano in bocca, poi cotti nell'impasto dei muffin, danno un bel colore blu morte, molto suggestivo. Ma soprattutto servono per la circolazione sanguigna (wikipedia ci informa che in alcuni farmaci per la fragilità capillare contengono la mirtillina che, indovinate un pò dove si trova? Nei mirtilli ovviamente!) e per vederci meglio. Infatti contengono la vitamina A che, grazie ai miei studi intensi di biochimica, è anche detta retinolo. La mancanza di vitamina A porta a varie cose, tra le quali vi descriverò solo la più curiosa: l'emeralopia (non so perché ma il mio cervello la associa con smeraldo...). L'emeralopia porta ad avere problemi di visione notturna. Si, insomma, non potrete mai diventare dei gatti senza la vitamina A.
Questo è tutto, penso che la prospettiva di non poter mai diventare dei gatti vi abbia spinto a voler mangiare più miritlli.

domenica 27 novembre 2011

Recipe 47: Jam pudding e Le giornate monotone

Chi si ricorda le mie prove con i pudding di Jamie? Se non vi ricordate andate a rileggervi questo e questo! Comunque in entrambi i casi non è che io fossi rimasta molto soddisfatta del risultato. La variante di pudding successiva poi si preannunciava ancora peggiore delle precedenti dato che la marmellata è una delle poche cose in cucina che non gradisco particolarmente.
Ma, sorpresa sorpresa, come in molto casi della vita, una cosa che mi aspettavo essere orribile si è rivelata quella che invece mi ha fatto rivalutare il pudding! Buonissimo, morbidissimo, una rivelazione! E così non mi sono pentita di non aver incollato le due pagine di variazioni sul pudding!
Come gli altri pudding non è molto difficile da fare, tranne la cottura che come sempre deve essere fatta immergendo tutto quanto in un pentolone gigante con l'acqua che arrivi a metà stampo. Per l'impasto basta mescolare insieme farina, zucchero, burro, un uovo e latte. In fondo allo stampo si mettono 3-4 cucchiai di marmellata (io ho usato quella ai frutti di bosco perché tra le tante è quella che mi piace leggermente di più), sopra si versa l'impasto e via, tutto nel calderone!

Per il resto... questa settimana si è laureata mia sorella (finalmente una delle due ce l'ha fatta!), mentre io mi sento sempre più impegnata dai miei impegni universitari.
Le mie giornate si susseguono sempre più o meno allo stesso modo, ma non vi nascondo che questo mi dà molta sicurezza. Adoro programmare tutto: ogni mattina infatti mi faccio il programma della giornata (completo di orario), ogni domenica programmo il menù settimanale e ormai da qualche mese ho il mio bel post-it della colazioni attaccato nella bacheca. Si, sono talmente maniacale che ogni giorno della settimana ha la sua colazione prestabilita! Peccato che poi questo ordine non si rifletta molto su come tengo casa, che, devo ammetterlo, è sempre un disastro completo. L'unica cosa che è (quasi) sempre in ordine è la cucina, per il resto è piena di buste con cose ammucchiate dentro. I libri di cucina ormai strabordano dalla libreria che era stata appositamente dedicata a questo scopo, infatti ho dovuto comprarne una nuova... santa ikea che ti permette di avere spazio in più per soli 30 euro più uno schiavetto che ti monta la libreria (io non saprei da dove iniziare)! Continuo anche a comprare libri di cucina che puntualmente sfoglio ma che poi lascio ad ammuffire, dato che sarà un mese che non cucino niente degno di nota. Spero che una volta iniziate le vacanze di Natale troverò del tempo in più (cosa di cui dubito fortemente). A proposito di Natale, questo sarà il mio primo Natale nella casetta nuova e non vedo l'ora di fare il mio alberello! Manca poco ormai!

Se volete la ricetta completa del Jam pudding lasciatemi una richiesta nei commenti!

sabato 19 novembre 2011

Recipe 46: Humous

E' davvero da molto, moolto tempo che non aggiorno ma purtroppo l'università sta risucchiando tutta la mia energia vitale. Quest'anno tra l'altro c'è la mia materia preferita, quindi seguo le lezioni con ancora più entusiasmo del solito. E più vado avanti e più è bello scoprire cose nuove, capire sempre di più come funzioniamo, è davvero una cosa meravigliosa. Infatti per la prima volta non sto nemmeno facendo tantissime ricette, per fortuna ne ho ancora così tante arretrate da pubblicare!
La ricetta di oggi, sempre di Jamie, è l'Humous. Ovviamente non l'avevo mai assaggiato ma ne avevo sentito parlare! E come al solito è stata l'occasione per scoprire qualcosa di nuovo, il tahin, quella salsetta marroncina che si vede nella foto qui sopra. Il tahin in pratica è una specie di pasta di semi di sesamo. In pratica sa di sesamo, quindi se vi piace non potete perdervela, ha un sapore unico! Di solito il sesamo lo mangio nel croccante, quello che si trova alle fiere: bè, per capire che sapore ha il tahin, pensate di concentrare il sapore di 20-30 pezzi di croccante in un cucchiaino, ed ecco che avete fatto il tahin! Buonissimo!
Per fare l'hummus bisogna cuocere i ceci (altra cosa che adoro, soprattutto in brodo); nel frattempo si pesta il peperoncino, il cumino e il sale. Poi si frulla tutto: ceci, aglio, peperoncino e cumino, tahin, finché non diventa una pasta densa. Si condisce con sale, pepe, olio e succo di limone, ed è pronto!
Io l'ho usata per fare un bel panino con insalata, tahin e vitello, ottimo!
Ok, oggi non sono molto in vena di chiacchiere (strano, molto strano...) quindi vi saluto!

sabato 29 ottobre 2011

Chicken pot pie e Prova prodotti

Questo lungo fine settimana condito dal ponte di halloween mi permette finalmente di riaggiornare il blog! Intanto iniziamo con la ricetta! Ultimamente nemmeno si capisce più che questo dovrebbe essere un blog di cucina... forse perché in realtà non lo è nel vero senso del termine, dato che nemmeno scrivo le ricette. Comunque dicevamo, la ricetta di oggi! Nemmeno di questa scriverò la ricetta precisa ma stavolta siete fortunati perché l'ho presa da un altro blog, quindi se la volete rifare andate qui > ... puntini puntini... e puntine
Questa non è una tipica ricetta italiana, infatti sta in una raccolta di ricette americane. Dato che potete tranquillamente guardare la ricetta originale potrei evitare di descriverla io in modo sommario (come faccio di solito), ma il fatto che io possa, non significa necessariamente che lo farò. Infatti ve la descrivo lo stesso per un semplice motivo: se guardate la ricetta originale vi sentirete vincolati dal seguirla alla lettera, se invece la descrivo io vi sentirete di sicuro più liberi di fare come vi pare e di sicuro sembra più semplice. Quindi, prendete un pò di pollo (quanto ve ne pare, non siamo in pasticceria quindi la quantità sta a voi) e bollitelo. Fate un soffrittino e cuoceteci un pò di verdure (anche qui, quelle che volete, i funghi ci stanno benissimo!). Poi fate una besciamella e mescolatela al pollo e alle verdure. Mettete tutto in una teglia, coprite con la pasta brisèe e mettete tutto in forno per una mezzoretta. Et voilà, il pranzo è servito. Dato che potete imparare dai miei errori, io ho lasciato la besciamella un pò troppo liquida e, anche se il tutto è piaciuto molto anche a chi solitamente è schizzinoso verso piatti non tipicamente italici, se dovessi rifarla penso proprio che farei una besciamella più densa. Comunque ottimo piatto e facile da realizzare se non vi attenete rigorosamente alla ricetta. Insomma, sperimentate, cambiate quello che trovate scritto, plasmate la ricetta secondo il vostro gusto. Magari vi fanno schifo i funghi e per questo decidete di non fare questa ricetta, o magari il pollo non è la vostra carne preferita e decidete di fare qualcos'altro per pranzo... no! Provate lo stesso questa chicken pot pie, magari alla fine dopo i vostri cambiamenti non sarà più una chicken pot pie, o non sarà nemmeno una pot pie, ma chissenefrega, probabilmente avrete creato qualcosa di nuovo! Usate i peperoni al posto del funghi, o dei broccoli o dei carciofi, mettete tutto nella teglia e coprite con la pasta brisèe. Oppure fatela in versione estremamente carnivora aggiungendo tocchetti di prosciutto cotto, o usate delle fette di prosciutto cotto per coprire tutto al posto della brisèe. Usate carne di manzo se non vi piace il pollo. Ok, vi ho già dato mille varianti (che penso che farebbero inorridire ogni cultore della chicken pot pie...) quindi non avete più scuse per non provarla!
Vorrei parlare anche di qualcosa che non sia cucina, ma oggi vorrei inaugurare una nuova rubrica del blog: il prova-prodotti. Penso di aver già scritto da qualche parte sperduta nel blog, delle mie manie. Cioè, non di tutte, di quelle legate alla cucina: mi piace provare cose nuove e, dato che ce ne sono un'infinità e io non so mai da dove iniziare, ho scelto un supermercato, un punto del supermercato e partendo da lì compro tutto in sequenza. Oltre a questo, durante le mie vacanze semi-austriache mi piace comprare tutto quello che trovo (e vi assicuro, veramente di tutto), portarlo a casa e assaggiarlo. Come in tutto, mi piacciono gli estremi: o mi piace cucinare partendo da zero (preparando la pasta all'uovo o la brisèe in casa) o mi piacciono le cose pronte a cui bisogna aggiungere solo l'acqua.
Ma veniamo a noi: questi a sinistra sono dei biscottini buonissimi comprati in Austria. E avete visto che bella confezione?? Già solo quella li fa essere buonissimi!

Una delle scoperte più belle che ho fatto invece sono stati i cornetti congelati, trovati all'Auchan. In pratica, non dico di sostituire la colazione al bar con i cornetti surgelati tutti i giorni, ma quando non avete voglia di muovervi da casa (e a me succede spesso), sono un ottimo sostituto! Voi li mettete a scongelare su una teglia la sera prima, poi ve ne andate tranquilli tranquilli a dormire. La mattina dopo vi svegliate pensando di trovarli molto cresciuti (dato che nella confezione c'è scritto che devono riprendere la lievitazione mentre si scongelano), invece li ritrovate più o meno come li avete lasciati. E vabbè, un pò scettici li mettete in forno, li lasciate il tempo richesto... et voilà, ecco che sono cresciuti tantissimo e sono diventati dei cornetti con dimensioni normali!

Io per adesso ho provato solo quelli alla marmellata, che tra l'altro non amo particolarmente, ma devo ammettere che sono proprio buoni! Mi hanno risollevato tante colazioni che si prospettavano tristi e grigie!   Per oggi vi lascio, spero di riuscire ad aggiornare prima di venire risucchiata di nuovo dal vortice lezioni, studio, lezioni, studio, lezioni, studio, lezioni, studio, lezioni, studio...




venerdì 21 ottobre 2011

Recipe 45: Buttered mashed potatoes e La tecnologia

Come sempre lascio passare anni e anni tra un aggiornamento e l'altro, ma dovete credermi, non dipende da me ma dal mostro cattivo che mi tiene prigioniera su un'isola deserta, senza mangiare, bere e, cosa più importante, senza internet e cellulare. Insomma, passi il cibo e l'abbeveraggio, ma senza internet e cellulare sei fuori dal mondo. No, adesso non partirà un'invettiva su come la nostra società sia ormai diventata schiava di Facebook, dei telefonini, ecc, soprattutto perché io ci sono dentro fino al collo. Internet mi piace da morire, non potrei immaginare la mia vita senza, FB è pieno di quei giochi così carini e che ti fanno perdere una marea di tempo, la tv fa sempre un sacco di programmi che mi piacciono, quindi perché essere ipocriti e iniziare a dire che siamo troppo schiavi della tecnologia? Come ogni cosa penso sempre che l'importante sia usare tutto nella giusta misura. Ah si, a parte i cellulari, di quelli potrei farne tranquillamente a meno, anzi, li odio con tutta me stessa. A parte il fatto che secondo me sono fatti apposta per essere dimenticati da qualche parte, o per volare senza motivo fuori delle tasche, fare voli chilometrici e andare a finire su uno spigolo. Non so se solo il mio ha questi istinti di suicidio, fatto sta che quando sono in macchina mi capita di tenerlo sopra alle gambe e quando devo uscire dimentico puntualmente di averlo lì sopra, esco dalla macchina e il mio cell salta fuori prima di me andando a sfracellarsi per terra. E vabbé, in pratica evviva internet e abbasso i cellulari!

Dopo tutto questo tempo magari uno si aspetta una bella ricetta complicata, e invece no, ecco che vi ritrovate con un purè. Chi è che non sa fare un purè? In realtà però questo non è proprio un puré, è pure più semplice: sono patate schiacciate e burro. Ma soprattutto adesso che arriva il freddo, volete mettere una bella ciotola fumante di questa soffice morbidosità? E se proprio volete esagerare, io direi di scioglierci dentro un pò di parmigiano/emmental/sottiletta/qualsiasi formaggio vi piaccia, e vi ritroverete in pratica con un ottimo piatto unico da gustare in una bella ciotolona, sopra al divano, avvolti in una coperta morbidosa mentre guardate la tv. Gnammi!

E saltando di palo in frasca, come al mio solito, ecco le ultime foto della mia casetta, dove ormai sto da un bel pezzetto, ma sapete che continuo ad essere tremendamente indietro con gli aggiornamenti...
Ecco qui Sergi e mio padre che mi montano il mio comò! E per fortuna, perché io sono completamente negata per qualsiasi lavoro di tipo manuale...
E qui ecco mia madre che mi monta la tenda! E anche qui PER FORTUNA dato che io odio le scale!

Anche per oggi direi basta, vado a sfogliarmi il mio nuovo libro di cucina, Nigella Express! Giusto per aggiungere un altro mattoncino alla mia immensa libreria di libri di cucina!

sabato 8 ottobre 2011

Cose

Avete presente quando capite di avere millemila cose da fare, SAPETE di doverle fare, SAPETE che se non le fate quelle cose staranno lì, buone buone, ad aspettarvi finché non le fate, eppure alla fine fate di tutto meno quello che dovete fare? Ecco, questo è il riassunto di ieri e oggi. Nel mio quadernino delle cose da fare avrò una lista lunga un chilometro, senza contare le cose che non sono urgenti ma che comunque mi piacerebbe fare, invece come ho passato le ultime 2 giornate? Facendo cose assolutamente inutili. Vi faccio un esempio per farvi capire cosa intendo per cose "urgenti", cose "che mi piacerebbe fare" e cose "totalmente inutili". Per la categoria cose urgenti abbiamo in prima linea studiare, ma possiamo metterci in mezzo controllare le sbobinature che mi arrivano in modo da pubblicarle e permettere agli altri (che nel 99,9% dei casi non soffrono come me della sindrome "meglio fare dopodomani quello che dovresti fare oggi") di studiare, o anche non so, pulire casa in modo da non dover lavare una forchetta ogni volta che me ne serve una pulita (per non parlare di quando, presa da crisi acute della sindrome di cui sopra, mi metto a mangiare la pasta con le bacchette, sempre se sono pulite). Per la categoria cose che mi piacerebbe fare abbiamo cucinare qualcosa che non si trovi già pronto in una busta e che necessiti solo di un'aggiunta di acqua e salsa di soia (ossia ramen pronti) o, volendo fare la figura della secchiona, leggere qualcosa per approfondire qualche argomento che mi interessa particolarmente di quello che studio dovrei aver studiato. Ed eccoci arrivati alla categoria cose totalmente inutili: per questa categoria avrei un milione di esempi, ma mi limiterò a quelli che mi vengono in mente pensando agli ultimi 2-3 giorni. Ecco, abbiamo mettersi nel divano a girare i mille canali si sky, sfogliare giornali di cucina pensando di cucinare qualcosa e non farlo, uscire di casa alle 11 pensando di andare a comprare qualcosa per pranzo, pranzare fuori e tornare a casa con un broccolo-peluche comprato all'ikea, una coperta pelosa e rosa comprata all'auchan, l'idea di comprare un acquario per Natale (dopo aver girato un paio di negozi con dei pesci e aver capito che meno di 100 euro non è possibile spendere e aver già deciso che nell'acquario dovranno esserci dei pesci-panda) e la cosa migliore: comprare una palla di plastica trasparente con dentro 5 gamberetti. Vorrei, vorrei davvero aggiornare con qualche ricetta, ma penso che per oggi possa bastare così. E, non contenta, ho anche documentato la mia completa pazzia, come potete ben vedere dalla foto a inizio post.

sabato 17 settembre 2011

Recipe 44: Chicken stock e Casa rossina (parte 1)

Io che vado matta per i brodi... non ho una ricetta collaudata per il brodo! Pessima cosa... questo è stato uno dei primi esperimenti, fatto seguendo una ricetta di Jamie. Lui dice di usare le carcasse di pollo crudo o anche i resti del pollo arrosto. Io allora ne ho approfittato e ho fatto due ricette in una: pollo arrosto e brodo di pollo! Del pollo arrosto parlerò un'altra volta, oggi ci soffermiamo sul brodo. Jamie mi aveva avvisata che il problema nell'usare i resti del pollo arrosto è che il brodo viene torbido, ma pensavo più ad un torbido del tipo "non limpidissimo", non a un torbido del tipo "acqua sporca marroncina"! Alla fine l'ho usato per dei tortellini in brodo (uno dei miei piatti preferiti in assoluto), eccoli qua!
Comunque il brodo, anche se ha un colore poco carino, era buonissimo! L'unico brodo fatto solo di pollo che mi sia piaciuto! Infatti ho riprovato a fare il brodo seguendo un'altra ricetta e mettendo il pollo crudo ma è venuto... diciamo poco saporito! Allora, presa dalla disperazione di non riuscire a fare un brodo decente, ho iniziato a chiedere agli chef che conosco: mia nonna e la madre di Sergi. Il verdetto è stato unanime, confermato anche da mia madre: non posso usare solo il pollo. Adesso ho in mio possesso la ricetta brodosa perfetta, aspetto solo che finisca questo caldo e poi potrò cimentarmi in minestre varie.
Ma nel frattempo, dato che sono arrivata ad aggiornare al mese di giugno, ecco un pò di foto della mia casetta!
La camera con il letto mezzo fatto, con una delle nostre finestre con le ante giganti!
Poi la parte più bella, la cucina! La cucina non è molto grande ma è organizzata proprio bene! Ovviamente è la parte della casa che mi piace di più!
Ecco un'altra foto della cucina, dove si vede il bel rosso lucido e le due macchinette del caffè... sembra che io sia una grande bevitrice di caffè, quando invece lo prenderò si e no una volta al mese... Ah si, dentro al contenitore rosa si vede anche il mio guantino morbidoso per lucidare gli sportelli!
E questa è l'ultima, Sergi (con dietro Orsi) che tenta di assemblare qualcosa comprata all'ikea... cosa sarà??

venerdì 16 settembre 2011

Recipes 42, 43: Beetroot salad and Marjoram and balsamic vinegar dressing e la rapa di Miyazaki

Oggi vi propongo un'altra delle DIFFICILISSIME ricette di Jamie. Ah, una precisazione: il fatto che siano ricette semplici non significa che non siano buonissime, anzi. Adoro Jamie proprio perché ti fa capire che per mangiare cose buone non devi per forza stare ore e ore dietro ai fornelli o impiegare una giornata per fare un dolce-capolavoro. Non che non mi piaccia stare ore e ore a cucinare, o che non mi piaccia la cucina più elaborata. Mi ripropongo sempre che appena avrò 200 euro in più andrò ad assaggiare le prelibatezze della cucina di Moreno Cedroni alla Madonnina del Pescatore, ma penso sempre che per imparare ad apprezzare al meglio le cose elaborate si debba prima conoscere a fondo le cose semplici. Insomma, è inutile provare a fare un dolce copiandolo da ph10 di Pierre Hermé se non ho nemmeno una ricetta collaudata per un semplice pan di spagna. Quindi ogni giorno dobbiamo costruire i gradini su cui saliremo per arrivare in cima. E questo non solo in cucina, ma in tutto. E' come se volessi diagnosticare una malattia a qualcuno senza nemmeno essermi laureata. Si deve sempre proseguire per gradi.
Ma tornando a Jamie, non penso nemmeno che sia di una categoria inferiore rispetto agli chef di alta cucina. Ha solo seguito una strada diversa, una strada però che, per chi la segue, ti porta ad assaggiare cose che non avevi mai assaggiato prima, o a riprovare cose sotto un'altra veste che la maggior parte delle volte ti lascia stupefatta. Uno chef di haute cuisine magari ti farebbe assaggiare una rapa rossa sotto forma di "nuvola leggera di rapa rossa con croccante di basilico". Jamie ti fa mangiare una rapa sotto forma di "rapa rossa condita con olio e basilico". A casa probabilmente cucinerei il piatto di Jamie. Se fossi al ristorante probabilmente sceglierei il piatto di Jamie. Si, mi piacerebbe assaggiare una nuvola di rapa rossa, ma preferisco mangiare una rapa che abbia la forma di una rapa, il colore di una rapa e soprattutto il sapore di una rapa.
Detto questo, ribadisco che l'alta cucina mi incuriosisce molto però, perché penso che accosti sapori diversi a cui non siamo abituati, quindi appena ne avrò l'occasione non mi tirerò certo indietro (anzi, devo fare un salvadanaio-porcello per quei 200 euro...).
Ricetta di oggi, come dicevo sono rape rosse condite con un dressing di olio, aceto balsamico e maggiorana.  In realtà invece di due rape rosse ho usato una rapa rossa e una rosa! La rapa rosa da cruda è bellissima, ma quella rossa sbaraglia tutta la concorrenza di rape quando la tagliate! Quel colore viola scuro intenso è meraviglioso! E vogliamo parlare del colore del succo che vi ritroverete in giro nel tagliere quando la tagliate? Infatti vi consiglio di tagliarla in un tagliere di silicone, non oso pensare come potrebbe diventare un tagliere di legno! Per carità, un tagliere di legno rosa sarebbe un regalo perfetto per me, ma magari chi non ama particolarmente questo colore non ne sarebbe così entusiasta. Vabbè, mi sono dilungata troppo: cuocete le rape finché non sono morbide, scolatele, tagliatele e conditele ancora calde con olio, aceto, pepe e maggiorana fresca. Poi mangiate! Le rape rosse le avevo mangiate, di solito di solito si usano quelle già precotte (che tra l'altro hanno un costo irrisorio, mi sembra che 4 rape cotte non arrivino nemmeno a un euro). Mi piacciono anche condite solo con un filo d'olio ma devo ammettere che non è uno di quei sapori facilmente apprezzabili. La prima cosa che ti viene in mente è che sanno di terra. Il dressing che usa Jamie aiuta di sicuro a smorzare un pò questo sapore particolare, ma non c'è niente da fare, le rape o vi piacciono o no.

E parlando di rape, questa è l'immagine di Rapa, uno dei personaggi del MAGNIFICO "Il castello errante di Howl", di Hayao Miyazaki. Non l'avete visto? No, non va, dovete vederlo per forza! Miyazaki è un genio, fa dei film di animazione spettacolari. Io vi consiglio di guardare tutta la sua filmografia, veramente tutta. Però se proprio volete fare il minimo indispensabile dovete guardare almeno i più famosi, cioè "Totoro", "La città incantata" (il mio film preferito in assoluto, un vero capolavoro sia per quanto riguarda la storia che le stupende, magnifiche illustrazioni) e "Il castello errante di Howl", quello dove troverete il simpatico Rapa! I cartoni giapponesi sono un pò diversi dai nostri: i nostri si basano molto sulla contrapposizione bene-male (vedi tutti i cartoni della Disney), quelli giappici direi proprio di no. Sembra quasi che vogliano far vedere come in ognuno di noi ci sia bene e male. Insomma, i personaggi hanno una caratterizzazione molto più sfumata. Comunque sono dei veri capolavori quindi non perdeteli!


Un'ultima cosa: intanto grazie per le 1000 visite ma... se passate lasciate un commentino, giusto per sapere chi è che legge!

domenica 11 settembre 2011

Recipe 41: Seafood risotto with fennel and chilli (marinated for lobster, crab and prawns) e Fiera di San Ciriaco

Non sono morta e non ho abbandonato per l'ennesima volta il blog, ho solo avuto un pò da fare con l'uni. Adesso però mi sono stancata di avere mille post arretrati, vorrei aggiornare le cose che faccio settimana per settimana, quindi voglio mettermi al pari in tempi brevi.
La ricetta di oggi è un risotto molto semplice, ma penso che Jamie non sarebbe fiero di me per la qualità delle materie prime. Ma diciamoci la verità, quale studentessa universitaria squattrinata ha i soldi per comprarsi aragosta, granchio e gamberi freschi? Io no di sicuro. Potevo lasciarla e rifarla in un momento di ricchezza ma il fatto di aver lasciato un buco tra le ricette mi avrebbe tormentata per tutto il tempo. Come è successo per il semifreddo ai fichi dell'anno scorso: è uscito che dovevo farlo proprio quando ero appena terminata la stagione dei fichi, e quelli non sono come le mele che alla fine le trovi sempre. I fichi già non si trovano facilmente quando è stagione, figuriamoci d'inverno! A dire la verità non ho mai comprato un fico, non so nemmeno se li ho mai visti al supermercato... ho sempre mangiato quelli dell'albero in campagna! Comunque alla fine ho dovuto aspettare un anno intero e ogni volta che mi ritrovavo a guardare la pagina dei dolci mi tormentava il fatto di dover lasciare quella ricetta non fatta.
Ma torniamo a noi e alle materie prime scarse che ho usato per questa ricetta: aragosta sostituita con astice congelato e granchio sostituito con polpa di granchio. I gamberetti li ho comprati freschi invece! Anche con tutte queste sostituzioni devo dire che nel totale è stata una ricetta parecchio costosa, l'astice congelato costa sempre una decina di euro (ma mai 20-30 euro quanto mi sarebbe costato comprarlo vivo, tralasciando anche il fatto che avrei dovuto cuocerlo... rabbrividisco) e la polpa di granchio 6-7 euro. Il risotto è facile da fare, si deve preparare questa marinata con olio, succo di limone, basilico e prezzemolo fresco tritati, sale e pepe e condirci tutto il pesce. Poi si mette tutto nel riso mentre cuoce, o meglio, quasi a fine cottura. Fresco e buonissimo! Con quello che costa! Avrei speso di meno ad andare a mangiare due primi di pesce al ristorante tra tutto!
Cambiando argomento, la ricetta risale a maggio e cosa c'è a maggio in Ancona? La fiera di San Ciriaco! Di solito gli anconetani si dividono in chi la odia e chi la ama. Io faccio decisamente parte di quelli che la amano. Un sacco di gente però ci va da quand'era piccolo e arriva un momento in cui inizi a pensare che tanto ci sono sempre le stesse cose, che è troppo piena di gente e non si riesce a camminare, se c'è il sole muori di caldo, ecc. A me non importa, io se posso ci vado tutti e quattro i giorni in cui c'è (cioè dall'1 al 4 maggio). E quest'anno c'è stata anche una bella sorpresa: hanno allestito (in una delle piazze) un punto ristoro (a parte i vari camioncini con le piadine e i panini) con delle cose bellissime e buonissime!
Questo era il punto tedesco! Una bella grigliona centrale dove cuocevano un sacco di cose buone, tra cui, se guardate bene, si vedono anche dei cartocci fatti con la stagnola che contenevano le patate. Io adoro le patate cotte con la stagnola nella brace, quindi non me la sono fatta scappare!
Questo era il punto paella! C'erano vari padelloni con questa squisitezza che però non ho assaggiato perché comunque preferisco di gran lunga i wuster tedeschi e le kartoffel!
Questo invece era il punto fiorentino! C'erano delle bisteccone giganti e tanta tanta carne a cuocere! Gnammi! Insomma, io la fiera la aspetto sempre con grande trepidazione!

Che altro dire, vi mando un saluto dalla città che dopo 10 anni dal disastro delle torri gemelle ospita il papa (della serie, mandiamolo in Ancona che tanto è una città sconosciuta, di sicuro non succede niente), città che ha asfaltato tutte le strade in cui sarebbe passato sua maestà (puoi ricostruire il percorso che deve fare seguendo la strada con l'asfalto nuovo) e se hai la sfortuna di abitare nella strada dove passa per andare a pranzo non puoi andare a casa! Che sarà mai, basta che sua altezza abbia tutte le strade libere al suo passaggio, sennò potrebbe arrivare tardi e mancare l'antipasto...

sabato 20 agosto 2011

Recipe 40: Marinated chickpeas with chilli, lemon and parsley e Foto varie

Idea ricettosa di oggi: chickpeas with chilli, lemon and parsley, cioè ceci con peperoncino, limone e prezzemolo. Ovviamente quando ho letto chickpeas ho subito pensato ai piselli, il mio cervello come al solito aveva completamente oscurato la parte di parola che non conoscevo (chick) e aveva fatto rimanere solo quella a me più familiare (cioè peas). Per fortuna che l'ho cercata tutta intera (la parola) e quindi il mio caro e fidato traduttore ha fatto quello che il mio cervello non riesce a fare: una traduzione completa e non una traduzione di pezzi di parole.

La ricetta è talmente semplice che la liquiderei anche subito se non fosse che ho voglia di scrivere e che i ceci mi piacciono molto e questa ricetta è un ottimo sostituto al mio solito modo di mangiarli, che consiste in: preparare il brodo (di dado, mica posso preparare tutte le volte il brodo buono! Ma almeno mi concedo di spendere leggermente di più e scegliere il brodo senza il glutammato), aprire la scatola dei ceci già cotti, versarli nel brodo e aspettare 5 minuti. Rispetto al solito, questa ricetta ha avuto bisogno di più preparazione. Tutte cose molto difficili, non so se sarete in grado di riprodurre questa ricetta anche in una cucina non professionale. Per prima cosa dovete ricordarvi di iniziare la sera prima (e questa per me è decisamente la parte più difficile) perché dovete pesare i vostri ceci, metterli in una ciotola capiente e coprirli d'acqua. Vi consiglio di fargli una foto, così la mattina dopo quando vi svegliate potete confrontarla con quello che vi troverete di fronte: una ciotola piena di ceci giganti e pochissima acqua! Tutte le volte mi stupisco ancora! Poi scolate i ceci e li mettete in una pentola con una patata, l'aglio e i gambi del prezzemolo. Coprite d'acqua e fate sobbollire per un'ora e mezzo. Lo so, la ricetta è talmente complicata che sono sicura che vi sarete già persi ma, per i fortunati che posseggono le nozioni sufficienti da essere arrivati fin qui vedrete che il seguito e ancora più difficile. Una volta cotti dovete togliere i gambi del prezzemolo, l'aglio e la patata (quella potete mangiarla, io almeno l'ho mangiata subito perché la patata bollita mi piace bollente!). Scolate i ceci e conditeli con (e qui arriva il difficile): olio, succo di limone, sale, pepe, peperoncino e foglie di prezzemolo tritate. Fatto finalmente! Lo so, è mooooolto difficile come ricetta ma scommetto che da qualche parte, nel mondo, esiste qualcuno capace di riprodurla. A parte tutto, i ceci fatti in questo modo sono davvero buoni, quindi provateli!

Dato che mi sembra di aver finito gli aggiornamenti di marzo-aprile, ho deciso di farvi vedere anche delle foto varie scattate in quei mesi. Partiamo da... il mio gattaccio in versione vamp!
Eccolo qui, circondato dal suo boa di piume che gli abbiamo comprato alla fiera dei gatti. In realtà non gli è piaciuto molto, a parte usarlo come sciarpa, se provavamo a farcelo giocare si metteva paura e scappava...

E poi ecco qua! Questo è un collo di tacchino! Gigante mi sa... comunque, c'è chi del pollo preferisce la coscia, chi l'ala, chi il petto. Io preferisco il collo! E quindi quando ho trovato questi colli giganti di tacchino non ho saputo resistere! Mmmm che bontà!

Questa invece è un dolce cioccomenta buonissimo! Non è molto difficile da fare, basta cuocere un pan di spagna (o un altro tipo di dolce spugnoso qualsiasi) al cioccolato, fare la crema e aggiungerci lo sciroppo alla mente e coprire tutto con cioccolato e panna fusi! Gnammi!

Questo non si capisce dalla foto ma è una dolce cioccoarancia! Si fa l'impasto e si divide in due, in uno si mette il cacao e nell'altro il succo e la scorza di arancia. Buonissimo anche questo!
Questa invece è una crostata che ha riscosso parecchio successo, l'ho presa da VeganBlog, un sito dove ci sono tutte ricette vegan, è veramente stupendo, fateci un salto e troverete sicuramente qualcosa che vi piace. Non sono vegan, nemmeno vegetariana (anche se la cosa continua ad allettarmi da anni), ma qualche volta mi piace provare ricette di questo sito perché sono veramente sfiziose. Poi a volte aggiungo qualche ingrediente non vegetariano, per esempio al posto della margarina uso sempre il burro (non penso che potrei mai rinunciare al burro!). Potrei usare l'olio lo so, ma nei dolce l'olio di oliva mi piace poco (si sente troppo) e quello di semi... non ricordo mai qual'è quello migliore (girasole? arachidi? bo!) e alla fine opto per il burro! Comunque questa crostata, anche con il burro, è davvero leggera, è piaciuta molto! E se volete mantenervi ancora più leggeri potete farla con l'olio d'oliva come suggerisce la ricetta originale.

Ho finito! E con il ventolatore che continua a sventolarmi vi saluto! Alla prossima!

Se volete la ricetta completa (anche se questa volta è già parecchio dettagliata!) dei ceci lasciatemi una richiesta nei commenti!

domenica 14 agosto 2011

Scrippelle 'mbusse e Mancanza di filo

Ma si, adesso che ho ancora qualche giorno di riposo posso permettermi di fare due aggiornamenti in due giorni! Non che abbia molto da raccontare rispetto a ieri, ma qualcosa troverò.
Intanto la recipe: presa da Sale e Pepe di aprile 2011, sono le Scrippelle 'mbusse, Sale e Pepe dice che sono delle crespelle abruzzesi e molisane. Vediamo un pò, scrippelle starà per crespelle, 'mbusse non ne ho la più pallida idea. Imbevute? Potrebbe essere, dato che dovrebbero essere imbevute di brodo. Chissà, già conosco poco il dialetto anconetano, figuriamoci quello del resto d'Italia!

La preparazione è veramente semplice: fate delle crespelle, cospargetele di formaggio grattugiato (parmigiano e pecorino mischiati), chiudetele in 4 e cospargetele di brodo. In realtà io ne ho fatta una versione più asciutta, non perché non mi piace il brodo (non sia mai, io lo adoro!), ma perché su Sale e Pepe c'era scritto che si potevano mettere a gratinare in forno. E dato che il gratinamento è molto di mio gradimento (!), ho provato questa variante e, già che c'ero, ci ho aggiunto anche due funghetti che tanto non guastano mai.
Molto buone! Però se mi capita di rifarle penso che proverò la versione brodosa, giusto per variare!

E giusto per riempire un pò questo post che altrimenti sarebbe vuoto e mezzo inutile, ecco che vi metto altre due foto da raccontarvi!
Questo piccolo parallelepipedo conteneva dei magnifici macarons! Giunti direttamente, grazie a mia madre che era stata ben istruita, da uno dei negozi parigini di Pierre Hermé, sono i primi macarons che abbia mai mangiato! E capisco perché piacciano tanto, erano deliziosi! Erano tutti di gusti diversi, vorrei tanto dirvi quali fossero questi mille gusti ma ne ricordo giusto uno alla violetta, uno al cioccolato, uno al caramello, un'altro alla banana... uno era rosa, quindi probabilmente era fragoloso! Quello della foto forse era quello alla banana ripieno con il cioccolato ma non ne sono molto sicura. Insomma, uno più buono dell'altro, infatti sono finiti nel giro di un paio di giorni (giusto perché appena aperta la scatolina mi sono trattenuta dal mangiarli tutti in una volta!).
E sempre parlando di cibi esteri e trasportati in Italia eccovi dell'unconventional sushi! "Unconventional" perché non è ripieno di pesce crudo ma di pesce affumicato o mortadella! Eh si, c'è a chi piace sperimentare gusti diversi e devo dire che la mortadella non ci sta per niente male! Quindi in attesa che gli artefici di questo sushi tornino dal Canada per un'altra cenetta sushiosa, termino qui questo post strampalato e senza un filo logico!


Se volete la ricetta completa delle scrippelle 'mbusse lasciatemi una richiesta nei commenti!

sabato 13 agosto 2011

Recipes 38 e 39: Basic steamed pudding recipe and Chocolate, orange and nut pudding e Gatti e gattacci

Ebbene, eccomi tornata dalla mia corta vacanza! Sarebbe stata anche più lunga se solo sia io che Sergi non avessimo iniziato a sentire la mancanza dell'aria di casa. Dopotutto il pensiero di rillassarci un pò nella nuova casetta allettava entrambi e quindi siamo tornati prima! Purtroppo per voi il resoconto lo avrete quando riuscirò a mettermi in pari con gli aggiornamenti, il che non succederà mai se non riesco a trovare il tempo per scrivere post su post su post!
Non ho nemmeno perso tempo e, appena arrivata a casa ieri sera, mi sono data da fare tra lavatrici, stiraggio, cucinare e ovviamente anche con lo studio. Insomma, già oggi funziona tutto a pieno regime!
Ma passiamo alla foto che vedete in alto: sisi, leggete bene quello che c'è scritto, è proprio lui, il pudding numero due! Dopo aver provato il pudding numero 1 non ho cestinato le pagine, non ci ho fatto aeroplanini (non so nemmeno farli...) e non le ho incollate insieme! Parliamo sempre di Jamie Oliver, DOVEVO dargli un'altra chance! Per fortuna, come dicevo l'altra volta, questi pudding non sono difficili da fare a parte per il metodo di cottura. Questo è fatto partendo dalla base del pudding (cioè farina, zucchero, burro, uovo e latte) aggiungendo cacao, nocciole e il succo di un'arancia. A questo si aggiunge una salsina al cioccolato che sarebbe dovuta andare nel fondo dello stampo a cuocere con il pudding ma ogni tanto mentre leggo le ricette in inglese mi spariscono delle parole fondamentali e quindi viene fuori un'altra cosa. Quindi ho completamente dimenticato di leggere la parte in cui diceva di mettere parte della cremina nel fondo dello stampo e alla fine, una volta cotto, ce l'ho buttata sopra. E alla fine? Niente, anche questo non mi ha soddisfatto. Probabilmente è stato perché doveva stare a cuocere 2 ore, invece causa imprevisti-cottura, c'è stato quasi 3 ore e è rimasto troppo duro. Sono proprio sfortunata con questi pudding... un'altra al posto mio avrebbe rinunciato, ma io ho continuato a sentire la voce di Jamie che mi diceva "prova ancora, prova ancora", tipo film horror "cucina ancora il pudding che non ti piace, continua a fare dolci che poi smercerai a parenti e amici, continua a cuocere questa poltiglia dentro un pentolone pieno d'acqua". Come dirgli di no? A Jamie non si dice mai di no, quindi aspettatevi altri post di pudding! E chissà, magari alla fine mi piacerà pure questo pudding! Che poi mi sa che dire a un inglese che non ti piace il pudding è come dire a un italiano che non ti piace la pizza. O a un giapponese che non ti piace il sushi (evvai con gli stereotipi!).
Ma vabbé, questi pudding torneranno, non preoccupatevi! Intanto passiamo all'argomento numero due, la fiera dei gatti che c'è stata qua a Ancona qualche mese fa. Da sempre ci si divide tra amanti dei cani e dei gatti: io sono decisamente pro-gatto. Ma volete mettere quell'aria di sufficienza con cui vi guarda un gatto? E quant'è tenero un gatto nel momento in cui voi avete voglia di fargli le coccole e lui cerca di scappare? O quando voi avete da fare e magari state cercando di studiare e lui si siede esattamente nella pagina che stavate leggendo? A me è capitato un migliaio di volte: io avevo da studiare, il mio gattaccio si sedeva dove stavo scrivendo e iniziava a strusciarsi contro la mia penna. Non posso fare paragoni con un cane perché non ne ho mai avuti, ma i gatti li adoro! Certo che parlo di gatti normali, invece guardate questo qui!
Era gigante!! Bellissimo e pelosissimo! Un gatto così potrei usarlo come cuscino! In realtà anche il mio l'ho usato più volte per appoggiare la testa mentre lui dormiva ma, chissà perché, non ha mai sembrato gradire... Ecco l'ultimo che dormiva in una specie di amaca nella sua gabbietta e che voleva mangiarci!
Non ricordo se ho mai messo una foto del mio gattaccio (o Carletto, o Gatto), provvederò a farvelo vedere al più presto!

Se volete la ricetta completa del pudding lasciatemi una richiesta nei commenti!

sabato 30 luglio 2011

Bicchierini tricolore e Fiera del fritto (in ritardo)

Torna il caldo... poco male, tra una settimana partirò alla volta di posti più freschi, con più piogge, più venti freddi, più verde, più mucche, più canederli in brodo e più dolci alla ricotta strabuonissimi. Ho già capito che (a meno che non mi decida ad andare a fare passeggiate per i monti) tornerò a casa con una decina di chili in più. Ma ne vale veramente la pena per quelle delizie!
Rimanendo in tema cibo, parto direttamente con quello di "oggi", condividendo con voi la mia soddisfazione per aver finalmente aperto la cartella del computer "foto marzo-aprile": questo vuol dire che sto rimontando, forse riuscirò a rimettermi in pari con gli aggiornamenti! La foto fa schifo, lo so. Non che di solito sforni questi capolavori con la mia macchina fotografica ma questa l'ho fatta proprio di notte, con una luce pessima e tra l'altro con tutte quelle ombre orribili. Però la ricetta (presa dal numero di Sale&Pepe di marzo 2011) mi era piaciuta! Non è che ci sia molto da dire:
1. Strato di pomodori tagliati a dadini mischiati con pomodori secchi sempre stagliuzzati.
2. Strato di ricotta con mandorle.
3. Strato di ricotta con basilico.
Dovrei precisare che io la ricotta non la mangio mai da sola, al massimo come condimento della pasta, ma da sola mi fa schifo. Devo dire però che mescolata così, prendendo con una cucchiaiata tutti e tre gli strati non era niente male! Quindi è una bella idea per un aperitivo, ma magari la prossima volta userò dei bicchieri più bassi dove sicuramente sarà sia più facile mangiarci e soprattutto sarà più facile metterci dentro le cose senza sporcare tutto il bicchiere...
Ok, archiviata la parte "ricetta" passiamo ad altro! Nella cartella "foto marzo-aprile" ho ritrovato le foto di quando sono andata alla fiera del fritto di Ascoli, o meglio "Fritto Misto".
Bella, mi è piaciuta molto! Ti davano un tagliandino (non mi ricordo quanto costava) e avevi 3 assaggi di fritto e altre cosine come un mini sorbettino al caffè e un babà immerso nell'Anisetta Meletti (un liquore nato proprio ad Ascoli nel 1870!), che è una specie di anice. Ma passiamo alla parte più interessante, il fritto! C'erano tutti stand provenienti da varie regioni italiane e alcuni stranieri. Io ero partita da casa convinta che avrei preso le olive ascolane (le amo alla follia), invece una volta arrivata lì mi sono fatta attirare da talmente tante cose che ho lasciato perdere le olive!
Questo l'ha preso Sergi, lui non sa resistere a qualcosa che abbia dentro del prosciutto crudo! Era una specie di focaccia fritta (sicuro c'era scritto anche il nome da qualche parte ma la mia memoria a lungo termine mi sta abbandonando) farcita di semplice prosciutto crudo!
Io invece a parte un supplì di riso ho preso queste polpettine di baccalà. Come potete vedere siete fortunati che sono riuscita a fotografarla perché erano talmente buone che sono finite in 3 secondi.
Ma la cosa più buona per me è stata questa:
era nello stand di cose spagnole (o catalane). Mi sono fatta spiegare cos'era perché erano veramente buonissimi ma adesso non lo ricordo più di preciso! Dovrebbe essere una pasta tipica (tipo spaghetti in pratica) che viene cotta non ricordo come, ma la cosa buona era la salsina, fatta con aglio e mela. Era favolosa! Mi ero riproposta di provare a farla ma ovviamente me ne ero completamente dimenticata fino a che non l'ho scovata tra le foto...

E vabbè, gioendo per la nuvolozza che si è appostata sopra casa mia e sperando che decida di rimanere e  deliziarmi con un pò di pioggia, vi saluto! E non dimenticatevi di lasciarmi un commentino se passate, fa sempre piacere!

Se volete la ricetta precisa dei bicchierini tricolore basta chiedere!