venerdì 14 marzo 2014

FracooksJamie: Jam pudding e Mussels and clams risotto with fennel and chilli

La puntata sulla tv che ti plagia la vita mi tocca rimandarla, che oggi vi volevo parlare di altre 2 ricette di Jamie e non vorrei essere troppo prolissa (almeno per una volta).


Allora, iniziamo subito da uno dei dolci che mi ha fatto scoprire Jamie: il Pudding. Intanto vi ricordo che per la ricetta base potete andare alla Chocolate, orange and nutpudding. Quello di oggi però è il Jam Pudding, quindi alla ricetta-base non dovete aggiungere niente. Solo 3 cucchiai di marmellata, di quella che volete voi, nel fondo dello stampo prima di versarci sopra l'impasto e di metterlo a cuocere.
Ora, fino a questo punto a me sto pudding non aveva convinto proprio per niente e non capivo proprio cosa ci trovassero di così buono migliaia e migliaia di inglesi che probabilmente se lo pappano giorno dopo giorno. E, se vi devo dire la verità, a me la marmellata nemmeno piace. Cioè, la mangio si, ma se posso evito. Indovinate cos'è successo? Si, proprio la combinazione di due cose che non mi avevano mai convinto, si è rivelata vincente! Il mio cervello sarà troppo matematico, ha mischiato due cose negative e ne ha fatta una positiva...


Seconda ricetta, che in realtà non è nemmeno una ricetta. Diciamo che è l'unione di due ricette: il risotto con le vongole e il risotto con le cozze: Mussels and clams risotto with fennel and chilli. Ma poi, esiste il risotto con le cozze? Perché adesso che ci penso mi sa che non l'ho mai mangiato... Comunque quello che volevo dire è che: preparate un risotto, con la prima particolarità che al posto della cipolla, nel soffritto, ci mettete il finocchio, ci sta benissimo. E poi ci sciogliete qualche filetto di acciuga, che alla fine non si sente ma esalta il sapore del pesce. Poi quando il riso è pronto, ci mettete le cozze e le vongole, cotte prima. Semplice, semplicissimo, come dicevo in pratica non è una ricetta, ma comunque il risotto con le vongole è sempre buono e aggiungerci anche qualche cozza può solo migliorare le cose!

Et voilà, per oggi è tutto, adesso posso uscire tranquilla e con la coscienza a posto!
E per una volta non sono stata nemmeno troppo logorroica, ma vi svelo il motivo: mentre scrivo sto guardando The Apprentice e quindi il mio cervello si sta dividendo a metà. Scrivo mezza parola e ascolto mezzo minuto, mezza parola e mezzo minuto. Infatti è un'ora che scrivo questo post. Ve l'avevo detto che i programmi orribili li guardo tutti...

giovedì 20 febbraio 2014

I cartoni animati che ti plagiano la mente e Kartoffelsuppe mit würstel

[Colonna sonora del post: Curiosando nei cortili del cuore]


Io penso di far parte a pieno titolo della generazione “cervello completamente rovinato dalla tv”. Ne sono consapevole ma purtroppo non riesco a farne a meno. E' incredibile pensare a quante serie tv o programmi io sia affezionata. E il problema è che davvero mi plagiano la mente.

Non saprei nemmeno da dove iniziare... forse il tutto è da far risalire all'epoca dei cartoni animati, come Candy Candy e Heidi. Inutile dire che all'epoca (5-6 anni?) avrei tanto voluto avere una capretta e scorazzare per i monti. 
Questa voglia di aria aperta mi passò quasi subito, o meglio, qualche anno dopo, con l'arrivo di Mila e Shiro. Questo cartone probabilmente è il responsabile delle 2 settimane in cui ho provato a giocare a pallavolo, ovviamente con pessimi risultati (io ero quella che si spostava all'arrivo della palla).
Poi mi sono fatta più intraprendente con l'arrivo di Sailor Moon. Non sapete quante volte sono andata alla ricerca di un gatto nero con un cerotto in fronte, che mi trasformasse in una ragazza vestita come una marinaia con delle improbabili acconciature di capelli, solo per poter andare in giro a urlare “Potere del cristallo di luna, vieni a me!”. Sarà per questo che ancora oggi mi piacciono i gatti neri, nel profondo del mio cuore spero che un giorno Nero si libri in volo esclamando “Trasformati in Sailor Moon, dobbiamo andare a combattere i cattivi che vogliono succhiare l'energia dalle persone!”.
Andiamo ancora avanti, e qui iniziano i cartoni animati adolescenziali, i mitici Piccoli problemi di cuore, cartone assurdo dove il problema della protagonista è avere 2 spasimanti stupendi (di cui uno dei due ci abita pure insieme) che sbavano per lei, dove starà il problema, bah, non si sa.
E poi il migliore, il mio cartone preferito in assoluto, tratto dal manga che adoro di più al mondo (si, ve l'avevo detto l'altra volta che da piccola ero una nerd, insieme alla musica facevo anche un'altra cosa da nerd: passavo i sabati pomeriggio in fumetteria a spendere i miei pochi soldi della paghetta in manga): Curiosando nei cortili del cuore. A causa di questo cartone, sono stata convinta per anni che sarei dovuta diventare una stilista. E tra l'altro, dato che rileggevo il manga ogni 2 anni circa, mi faceva venire dubbi sull'università che facevo a intervalli regolari, perché “cavolo, devo mollare quello che sto facendo perché il mio destino è diventare una stilista come Mikako!”.
Questi sono gli ultimi cartoni animati che ho seguito appassionatamente. Poi sono passata ai telefilm e ai programmi di Sky. Ma questi ve li racconto la prossima volta, sennò mi dilungo troppo.

Il punto è che la televisione, quando non ce l'ho, mi manca parecchio. Ed ecco che stavolta vi trovo il nesso con la ricetta di oggi (ogni tanto mi riesce fare questi tentavivi in extremis, che sennò pare sempre che sproloquio e basta!): quando stavo in Austria, era TERRIBILE non avere la tv. Oddio, la tv ce l'avevo ma... in Deutsch! Ma la mia avanzata comprensione del tedesco mi permetteva di capire al massimo Spongebob, quindi ho passato ore e ore a guardare solo quello. Inutile dire che quando spegnevo la tv mi meravigliavo di non essere una spugna che viveva in fondo al mare e la prima cosa che pensavo era “Vorrei un hamburger al Krusty Krab”. Cosa tra l'altro che mi è stata utile su Quiz Duello, dove c'era una domanda a proposito. Della serie, non tutti i programmi incomprensibili tedeschi vengono per nuocere.
Bè, il nesso non era Spongebob ma l'Austria, perché la ricetta di oggi è presa da uno dei miliardi di libri riportati dalla terra del würstel (detta così suona un po' male...) perché, per fortuna, anche se la televisione mi plagia il cervello, dei libri in carta e colla non riesco comunque a fare a meno. Sarà quello che mi salva dalla pazzia totale: tv tv e tv, ma poi mi addormento con un libro sottobraccio.

KARTOFFELSUPPE MIT WÜRSTEL

INGREDIENTI
500 g di patate
3 carote
200 g di sedano rapa
1 porro
1 cipolla
50 g di speck in una fetta
3 cucchiai olio
2 cucchiai di maggiorana
800 ml di brodo
2 cucchiai di creme fraiche
sale e pepe
4 wurstel
erba cipollina

Tagliate le patate a pezzi non troppo grandi, altrimenti ci vuole troppo a cuocerli, diciamo di un paio di centimetri massimo. Tagliate anche le carote, il sedano rapa, il porro e la cipolla, sempre più o meno tutto della stessa dimensione. Tagliate a pezzetti anche lo speck.
Adesso che avete la cucina invasa da dadini di verdura, scaldate l'olio in una padella e soffriggete la cipolla e lo speck, poi aggiungete le carote, il sedano rapa e il porro e cuocete per 5 minuti. Aggiungete le patate, la maggiorana e il brodo e cuocete 15 minuti.
Alla fine, mettete da parte circa un terzo delle verdure e frullate il resto con la creme fraiche. Riaggiungete le verdure che avevate tolto alla zuppa, mettete sale e pepe e aggiungete i wurstel tagliati a rondelle. Scaldate un paio di minuti e servite. Se proprio volete farla all'austriaca dovete necessariamente aggiungere l'erba cipollina, che loro la Schnittlauch la usano come noi il prezzemolo: su tutto.

Ed ora vi lascio, intanto io mi do una pacca sulla spalla perché questa ricetta l'ho fatta un po' di tempo fa e per riscrivere la ricetta ho dovuto ritirar fuori il libro in tedesco. Sorprendentemente ho ritradotto il tutto senza difficoltà! Le ore passate a guardare Spongebob non sono state del tutto inutili!

martedì 18 febbraio 2014

La mia musica punk e FracooksJamie: Buttered Mashed Potatoes e Humous

[Colonna sonora del post: Sex Pistols - Anarchy in the UK]

Sanremo è iniziato da 2 minuti e già mi sono annoiata. Boh, sarà la trama scontata, le scenette che non si capisce se sono preparate o no, le frasi fatte, le frasi fatte, le frasi fatte. Che poi Sanremo non l'ho mai guardato, se non si conta l'esibizione di Elio e le Storie Tese dell'anno scorso, che però sono andata a cercare su Youtube, quindi non so se vale. E non perché non mi piace la musica, io ci vivo quasi. O di sicuro ci vivevo quando ero più piccola, io e i miei cd e il mio lettore cd eravamo una cosa sola. Poi non che mi piacesse questa musica raffinata, io ero una mezza punk che in definitiva ha imparato l'inglese per il 5% dal suo attempato prof siciliano che durante i compiti in classe leggeva il suo giornale “Sex after 60” e per il restante 95% da canzoni incazzose e interviste dei miei amati cantanti (alcuni morti, altri mezzi vivi).

Probabilmente ero una di quelle che adesso verrebbe definita “nerd”, termine che in questi anni ha un'accezione anche positiva, ma diciamocelo, in pratica ai miei tempi, in cui le usanze americane non erano ancora penetrate così a fondo nelle nostre vite, si usava un termine più pregnante: “sfigata”. Stavo in camera ad ascoltare musica, tradurre canzoni, ascoltare musica e tradurre interviste. La prima volta che sono stata a Londra ho quasi pianto quando ho potuto comprare un cd dei Sex Pistols nella città di nascita del mitico Johnny Rotten, anche perché c'era sopra una bella etichetta con il prezzo in sterline. E per una ragazzina di 13 anni di qui tempi, era un grande vanto quello di sfoggiare un cd del genere con il prezzo nella valuta Johnnyrottaniana. Ahh, potessi provare ancora emozioni forti come quelle di quegli anni!

Certo che il mio amore per la musica punk-rock non era esattamente apprezzato da tutti. Mia madre e mio padre sono sicura che pensavano che fossi matta e che ascoltassi per ore la stessa “canzone” priva di note, solo del rumore indecifrabile. Mia sorella probabilmente pensava di dividere la camera con una pazza (infatti non ci stava quasi mai). E i miei vicini... bè, probabilmente non se ne sono andati solo perché non erano in affitto e vendere la loro casa forse era eccessivo. Perché oltre ad ascoltare la musica io la cantavo, a squarciagola. E tanto basta per farvi capire che o i vicini erano persone molto tolleranti, o erano sordi, o i muri di casa dei miei erano spessi un paio di metri, riempiti da isolante.
Ma saltiamo di palo in frasca, come al solito.


Il Buttered Mashed Potatoes ve lo devo spiegare? Ma poi chissà se tutto questo amore che ho per Jamie è un piccolo residuo dell'amore che avevo per Johnny? Inglesi, biondi, rockstar nel loro campo... Campi leggermente diversi, che c'entra, ma si sa che la mente fa sempre strane associazioni. Stavo ancora divagando... dicevo, dai, il purè lo sapete fare, no? In realtà non dovete nemmeno fare il purè: bollite le patate (acqua salata, mi raccomando sennò fanno schifo!), schiacciatele e metteteci un po' di burro, a piacere. Che quando nelle ricette dice “burro a piacere” (cosa che capita raramente ma capita) io la leggo sempre nello stesso modo: mi si sta dando la possibilità di scegliere di che morte morire. Io scelgo il burro.
Ah si, mettete anche un po' di noce moscata. Non troppa, sennò iniziate a vedere draghi verdi in cucina che si divorano il vostro prezioso burro.


Per l'Houmus (o Hummus) invece cuocete dei ceci oppure usate il metodo rapido: supermercato, ceci pronti in scatola, aprite la scatola e scolate. Poi, frullatore: aglio, ceci, cumino, un cucchiaio di tahin (la pasta fatta con i semi di sesamo che crea dipendenza) e peperoncino. Frullate, frullate. Poi vedete voi, sale e pepe, olio, regolatevi se lo volete morbido o più consistente, in caso aggiungete un pochino di acqua. Jamie non può far altro che consigliare un po' di succo di limone, io per una volta non ho seguito il suo consiglio. Scusa Jamie, ma il limone in quella roba proprio no!

Ho blaterato abbastanza anche per oggi, quindi alla prossima!

sabato 15 febbraio 2014

Sproloqui pre-esame e Cupcake alla banana

[Colonna sonora del post: Alanis Morisette - Ironic]


E' vero, un tempo lontano avevo un blog, me ne ero quasi dimenticata. Quasi fino a oggi quando, presa da un raptus di frenesia, ho deciso che dovevo passare un paio delle mie ultime 48 ore prima dell'esame, a fare dei cupcake. Che poi tra tutto, la preparazione si è protratta per tutto il pomeriggio. Le fasi sono state più o meno queste.

Ore 12.00: fatti prendere da una pazzia fulminante mentre stai ripassando disperata pensando che non farai MAI in tempo a fare tutto quello che devi fare. E' facile, girati intorno e osserva, hai talmente tante cose sparse in giro che di sicuro qualcosa trovi. Ovviamente dì al tuo nervo trocleare di abbassare lo sguardo lateralmente e in basso ogni volta che nel tuo campo visivo vedi un qualche libro/sbobinatura/appunto che riguarda quello che stai studiando, mentre quando vedi qualcosa di completamente inutile, dì al tuo riflesso oculo-cefalo-giro di tenere bene lo sguardo puntato in quella futilità anche se giri la testa da un'altra parte.

Ore 13.00: fai la lista di quello che ti manca, che da quando ti sei rimessa a studiare ormai dentro casa non c'è più niente. Certo, se non si contano le 3-4 buste piene di cose riportate dall'Austria, tutte catalogate per data di scadenza in un modo quasi ossessivo-compulsivo (e sottolineiamo il quasi...) ma ecco, se cerchi un uovo proprio non c'è. Cioccolata e preparati per Gulasch abbondano, sono le materie prime che scarseggiano.

Ore 13.30: compra quello che ti manca (cioè tutto) e poi ripassa almeno un capitolo.

Ore 14.00: inizia a preparare. E questa è semplice perché per fortuna il tuo circuito di Papez per l'apprendimento e la memoria funziona ancora nonostante gli innumerevoli tentativi di sabotaggio effettuati in questi anni, comprendenti il più delle volte delle bevande che sembrano succhi di frutta (ma non lo sono), acqua frizzante (ma non lo è) o birra (e lo è). Ma i cupcake ormai sono entrati talmente tanto nel mio DNA che ormai li faccio a occhi chiusi. Per fortuna, che mentre li facevo dovevo ripetere e quindi guardare dall'altra parte, verso i gatti che mi ascoltavano. Ovvio che intanto la mia maglia si è imbrattata di impasto, finito inavvertitamente sui capelli e sopra il gatto che nel frattempo stavo accarezzando.

Ore 15.00: vai a camminare con l'illusione di smaltire quello che poi riprenderai con gli interessi. Infatti è bello come, appena partita, ti dici: “Vai, vai a far fuori un po' di grasso con una bella camminata! Poi ti potrai concedere al massimo un cupcake, ma so che sei forte e resistere a tutte quelle belle tortine non sarà uno sforzo troppo grande per una come te!”. Prendersi in giro da soli in effetti è molto facile. Alla fine ti fai fuori 4 cupcake in una volta.

Ore 16.00: torna a casa, fatti una doccia e studia.

Ore 17.30: inizia a fare la glassa per i cupcake perché la fame aumenta e ne vorresti uno per merenda. Poi ti rendi conto che la glassa deve stare in frigo per 1 ora.

Ore 18.30: cena, perché gli orari austriaci ti sono piaciuti talmente tanto che li hai mantenuti anche tornata in Italia. E anche perché così hai il tempo di fare una seconda cena, all'occorrenza.

Ore 19.00: metti la glassa sui cupcake mentre guardi Big Bang Theory, rendendoti conto che ormai la serata è andata.

Ore 19.30: mangia il cupcake che avevi deciso di concederti, più un altro perché sei stata brava ad andare a camminare per due giorni di fila, più un altro perché ieri da nonna sei stata brava a mangiare solo il primo e il secondo, rifiutando il dolce, e un altro perché ormai l'hai tirato fuori e i gatti si avvicinano pericolosamente.

Ore 20.00: ok, capisci che lunedi all'esame... o la va o la spacca!

Ora, abbiate pietà di me, devo ancora mangiare il quinto cupcake (perché sono stata brava ad aggiornare il blog dopo tutto questo tempo e soprattutto sono stata molto brava a parlare a vanvera) e più tardi devo andare a prendere una di quelle bevande che sembrano succhi di frutta o acqua frizzante ma che in realtà non lo sono, quindi non ho il tempo di mettere la ricetta di questi cupcake. Ma sono buoni, quindi la prossima volta (magari dopo aver passato sto cavolo di esame) ve la metto, promesso!

sabato 18 gennaio 2014

FracooksJamie: Chicken Stock e Beetroot Salad

[Colonna sonora del post: Patti Smith - Because the night]

Ho passato una settimana intera a cercare il calore di quei parallelepipedi chiamati termosifoni che, ovviamente, all'univpm usano invece per altri scopi durante la terza settimana di gennaio: sparare aria fredda. Giusto così, per aggiungere aria fredda agli spifferi (per non dire correnti oceaniche provenienti dall'Antartico) che vengono da fuori ogni volta che qualcuno apre le porte vicino al tavolo dove tanti poveri studenti stanno cercando di memorizzare materie varie, creando connessioni tra gli ultimi due neuroni che non hanno subito il processo di surgelamento. In pratica il gelato alla zucca che staziona nel mio congelatore da Halloween deve aver avuto meno freddo rispetto a me in questa settimana. E infatti in giro per i corridoi iniziano a vedersi esseri con nasi rossi e colanti (tipo me), altre forme di vita imbacuccate in vari strati di giacche e sciarpe. E poi ovvio, c'è sempre il tizio che va in giro con una maglia scollata e a maniche corte, così, per far vedere che lui PUO'.

Poi magari ti devi anche sentire il prof che si lamenta perché non c'è gente a lezione: ma tu guarda un po', io sfidando le intemperie, raffreddore, mal di gola e freddo glaciale universitario, mi armo di Aspirina, caramelle per la tosse, pacchetti di fazzoletti di Spongebob e sciarpa copricollo, e devo ascoltarti mentre tu stai a lamentarti che l'aula è semivuota? Con me che sono lì a dispetto di tutto?? Dovresti fare il contrario, cioè fare un elogio a tutti i presenti (e magari promettere un voto in più a chi va a lezione, cosa che come per magia ti farà apparire esattamente 150 studenti alla lezione successiva).
E vabbè, mi consolo con il fatto che almeno le lezioni sono interessanti, altrimenti sarei stata a casa come il resto delle 100 persone che mancavano.

Dopo questa invettiva, partita dal fatto che i termosifoni dell'uni sparano aria fredda a gennaio e aria calda a maggio, passiamo a qualcosa di davvero scaldante.


La prima ricetta che vi propongo oggi è la Chicken Stock. Si dai, avete ragione, questa non è che è proprio una ricetta. Potrei addirittura passare oltre se non fosse per un'idea che dà Jamie a cui non avevo mai pensato. Forse anche perché non è che io faccia così spesso il brodo di pollo, di solito lo faccio con altra carne. Però però, avete appena fatto un pollo arrosto e ve lo siete pappato tutto? Vi è rimasta solo la carcassa? Benissimo, buttatela in una pentola, aggiungete le verdure e tutto quello che di solito usate per fare il brodo, acqua e via. Alla fine potete filtrarlo o anche no, rimane solo più torbido come nel mio caso. Insomma, un ottimo modo per applicare la classica frase “del maiale non si butta via niente” al pollo.

Voto: 9 (sia perché è buono, sia perché l'idea di non sprecare gli avanzi mi piace!)


Questa ricetta invece sono sicura che non piacerà a tutti: è la Beetroot Salad with Marjoram and Balsamic Vinegar Dressing. Vi deve piacere la barbabietola o la rapa rossa, per intenderci. Quella che sa di terra, che detto così fa schifo solo a pensarci, invece a me fa l'effetto contrario, tipo quello delle ciliegie, cioè una tira l'altra. Stai lì che mangi e dici “oh cavoli, sa di terra, che schifo... mmm però dai, non è possibile che sa di terra, ne provo un'altra per essere sicura... si, sa di terra... però chissà che sapore ha la terra, io non l'ho mai mangiata, fammene mangiare un'altra per capire bene... si, probabilmente la terra ha questo sapore qui... ma siamo sicuri? E perché sto mangiando una cosa che sa di terra? Forse è il caso di provarne un'altra per essere sicura sicura... si, sa proprio di terra, però non è male, ne prendo giusto un'altra per sicurezza... o caz... sono finite!”. Ecco, questo è l'effetto che mi fa la barbabietola, o la rapa rossa, tanto il sapore di fondo non è così diverso.

Allora, per provare questa ricetta ci sono 2 strade: o trovate la barbabietola cruda (e non so da voi, ma da me non si trova così facilmente) o comprate quelle confezioni di rapa rossa già cotte, che hanno un prezzo che fa ridere ai polli (usati per fare il brodo di prima) probabilmente proprio perchè non è che siano considerate questo cibo così di alta classe. Ebbene, per una volta io ho optato per la versione meno comoda e ho comprato le barbabietole crude! Le cuocete (le mettete a bollire finché non sono tenere), le sbucciate e le tagliate a pezzi come volete. Se avete comprato quelle già cotte, aprite la confezione e tagliatele! Poi preparate la Marjoram and Balsamic Vinegar Dressing con 2 cucchiai di aceto balsamico, 5 di olio, pepe e maggiorana fresca (mischiate tutto et voilà, fatto!). Mischiate le barby con il dressing e avete fatto, un contorno facile, veloce e terroso! Quale altro contorno può vantare l'aggettivo “terroso”? Nessuno, quindi è un ottimo motivo per provarlo! Poi se non vi piace avrete comunque un bell'effetto collaterale: le dita fucsia per il resto della giornata!

Voto: 7

domenica 12 gennaio 2014

FracooksJamie: Marinated chickpeas and Lobster, crab and prawns risotto with fennel and chilli

[Colonna sonora del post: Damien Rice - Cold Water]

Mal di gola e raffreddore: ecco la ricompensa per aver passato la settimana in modo diligente e da brava studentessa, andando tutti i giorni all'università a studiare e seguendo tutte le lezioni (o almeno quelle non cancellate all'ultimo minuto). Ma io dico, va bene che fuori non c'è la neve e il gelo, anzi le temperature sono abbastanza alte per essere gennaio, ma creare un ambiente adatto ai pinguini nei corridoi dove tanta gente studia non mi sembra una buona strategia. E il bello è che, dopo il primo giorno dove avrei potuto studiare su me stessa gli effetti del congelamento agli arti superiori, pensavo di essermi fatta furba. Il giorno dopo mi sono vestita per 2: calze termiche comprate nella fredda freddissima Austria (di quelle super felpate), pantaloni, maglia, seconda maglia e terza maglia. Ho passato 3 giorni vestita così e il risultato è stato mal di gola e raffreddore. Dopo ditemi se non vi passa la voglia di studiare...
Purtroppo per me, devo stare proprio male male per passarmi la voglia di mangiare e non è di sicuro il caso di un mal di gola. E quindi eccovi altre due ricette di Jamie.


La prima è la Marinated chickpeas with chilli, lemon and parsley. Molto semplice, ma molto buona. Poi per me che ero abituata a mangiare i ceci solo caldi in brodo è stata una bella novità.
Per farla cuocete i ceci con un po' di gambi di prezzemolo legati, una patata e un po' d'aglio. Una volta cotti, scolateli, conditeli con un Olive and lemon juice dressing (olio e succo di limone insieme), un po' di prezzemolo e peperoncino tritato. Et voilà, fatto!

Voto: 7 e mezzo


Per fare la seconda ricetta le cose sono un pochino più complicate, ma niente di che. In pratica la ricetta si chiama Seafood risotto with fennel and chilli, poi nella pagina dietro ci sono 3 tipi di pesce da usare. Il primo è il Lobster, crab and prawns. Vi dico subito che io non ho 2 mila mila euro a disposizione per comprare gli ingredienti di queste ricette e quindi ho optato per fare una versione da supermercato. Ho comprato l'astice (e non l'aragosta) surgelata, la polpa di granchio in scatola (una buona ovviamente, ma un granchio intero non mi sentivo proprio di maneggiarlo) e gli scampi. Cuocete l'aragosta (o l'astice) e prendete la polpa del granchio e gli scampi crudi (io li ho sgusciati e mi sono tenuta la coda), metteteli in una ciotola e aggiungete l'olio, il succo di limone, basilico, prezzemolo, sale e pepe. E intanto siete apposto. Poi preparate il riso, con alcune differenze dal solito: quando fate soffriggere la cipolla ci mettete anche il finocchio (che ho scoperto che con il pesce ci sta benissimo) e il peperoncino, poi prima di aggiungere il riso aggiungete qualche alice sott'olio e fatela sciogliere. Questa è stata un'altra dritta di Jamie che ho riutilizzato spessissimo. Perché anche se non vi piacciono le alici, in realtà poi non si sentono ma esaltano il sapore del pesce, quindi... good tip Jamie! Aggiungete il riso, fatelo tostare, brodo, altro brodo, ecc ecc. Alla fine mettete il pesce marinato, ma proprio alla fine, tanto con il calore si scalda in poco tempo.
Buonissimo anche in versione supermercato, ve l'assicuro! Se poi vi comprate tutto il pesce fresco scommetto che sarà una vera goduria!

Voto: 8 e mezzo

Anche per oggi sono finite le ricette-suggerimenti di Jamie, alla prossima!

lunedì 6 gennaio 2014

Torta gelato menta e cereali e Il mio compleanno

[Colonna sonora del post: Ramones - Happy Birthday (Simpson)]


Le feste ormai sono passate: ho finito anche di festeggiare il mio compleanno, che quest'anno è durato un weekend. Infatti la sera prima, scattata la mezzanotte, ho iniziato a scartare un regalo in tema culinario; ma non culinario come potete pensare voi. Il regalo è stato uno di quei giochi dei bambini della Clementoni, Laboratorio in cucina, che tenevo d'occhio già dallo scorso anno ma che nessuno aveva ancora avuto il coraggio di regalarmi. Ques'tanno invece è mio e sto già iniziando a sperimentare lo yogurt! Il giorno dopo era il mio compleanno, quindi immancabile dolce a casa dei miei e 3 bevute al bar, una per ogni decennio passato. Il giorno dopo ancora altre 3 bevute, sempre una per ogni decennio. Il giorno dopo ancora cena di sushi a volontà e altre 3 bevute, sempre una per ogni decennio, più una quarta di chiusura del compleanno.

Questo significa che, come ogni anno, i miei buoni propositi non partono di sicuro dal primo gennaio. Nemmeno dal 2 (il giorno del mio compleanno) e nemmeno dal 3 o dal 4, dato che stavo ancora festeggiando. A dire la verità nemmeno dal 5 dato che era domenica e già che ci siamo nemmeno da oggi, dato che è la Befana. Potrei iniziare i miei buoni propositi domani ma se proprio devo dirvela tutta quest'anno non è che abbia tutti questi buoni propositi. Infatti dopo quasi 2 anni ho ripreso a bere il caffè, non ho di certo smesso di bere alcolici e ho la cucina e la dispensa piena di cose da mangiare. E ovviamente non ho ancora aperto un libro per studiare.
Insomma, niente buoni propositi per una volta.

E dato che va tutto al contrario, per questo invernale gennaio vi posto una ricetta estiva! E' una torta gelato alla menta con base di cereali, perfetta per rinfrescare le giornate invernali di questo periodo (che sembra sempre una cosa al contrario ma in realtà qui da me questo inverno mi sembra proprio anomalo, è caldo!)!

TORTA GELATO ALLA MENTA

INGREDIENTI per uno stampo da 22 cm

75 g di cioccolato, tagliato a pezzetti
40 g di burro
100 g di riso soffiato
1 kg di gelato alla vaniglia
mezzo bicchiere di sciroppo alla menta
(oppure direttamente 1 kg di gelato alla menta!)

Foderare lo stampo con la carta stagnola e coprire la base con un cerchio di carta da forno (nella ricetta originale c'era scritto, io non l'ho messa la carta forno e infatti è stato un pò difficile staccare la torta dalla stagnola).
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato e il burro, togliere dal fuoco e aggiungere il riso soffiato. Stendere tutto sulla teglia, in modo da formare base e bordi della torta. Mettere in frigo a raffreddare per circa 20 minuti.
Mettere il gelato in una ciotola e, quando si è ammorbidito un po', aggiungere lo sciroppo alla menta. Mescolare bene e versare tutto nella base della torta. Mettere in congelatore fino a che non si sia indurita per bene e alla fine decorare con il cacao amaro.