[Colonna sonora del post: Mika - Stardust]
Oggi è Halloween. E chi se ne frega se
non è una festa nostra e l'abbiamo importata dall'estero. Come se i
vestiti che ci mettiamo fossero tutti Made in Italy. O i cellulari
che usiamo siano stati fatti tutti in Italia. O i programmi che
guardiamo in tv siano tutti frutto di menti italiane. O le cose che
mangiamo venissero tutte prodotte dal contadino sotto casa.
Io penso che si possa stare in pace con
se stessi sia mangiando la salsiccia prodotta dal macellaio di
fiducia che usa solo carne dell'allevamento che ha dietro casa, sia
usando la salsa di soia prodotta in Giappone. Non so, tutti a urlare
allo scandalo alla vista dei bambini che imitano quelli americani
quando bussano alla porta e fanno dolcetto o scherzetto e poi magari
vedi le stesse persone che hanno tutti i dvd di Glee pronti per
essere guardati. La coerenza si sa, non è per tutti.
La mia vita mi piace così, ricca di
spunti che vengono un po' qua e un po' là. Nel mio balcone ho una
piantina di pomodori che (se mi ricordo di darle da bere) mi permette
di fare qualche insalatina o qualche sugo di tanto in tanto: nemmeno
a chilometro zero, qui si parla di Centimetro Zero. Nel frigo ho le
verdure prese al mercato del centro, le salsicce del macellaio, una
salsa allo zenzero e una salsetta di pesce comprate in Austria; nella
dispensa ho i fagioli del contadino, i ceci della Coop, la salsa di
soia, i ramen pronti, i mochi comprati nel negozietto asiatico, una
crema di nocciole austriaca, le tortillas e le alghe nori; nel
congelatore ho l'impasto della pizza fatto a mano dal sig. Geom e il
gelato alla zucca della Lidl.
E mi vengono a dire che Halloween non è
una festa nostra e quindi non possiamo “sentirla”? Quindi dato
che la salsa di soia non è italiana, non posso gustarla? E cos'ho
mangiato negli ultimi anni quando sono andata milioni di volte al
ristorante giapponese? Un risotto di pesce con una salsa nera e
salata? No, ma allora rinchiudiamoci tutti in Italia, blocchiamo le
frontiere e non facciamo passare niente, che tanto qualsiasi cosa che
arriva dall'estero non ci appartiene.
E non sto dicendo che quello che è
fatto in Italia fa schifo, sto solo dicendo che, per quanto mi
riguarda, per me è come per le persone: se c'è un italiano e un
americano, con chi preferite fare amicizia? Non so voi, ma io con il
più simpatico. E nel cibo è la stessa cosa: tra un piatto di
tortellini e uno di crauti scelgo i tortellini, tra la zuppa di miso
e un piatto di spaghetti al pomodoro scelgo la zuppa di miso
(sacrilegio per un'italiana!), tra una peperonata e i canederli io
scelgo i canederli. Scelte insensate? No, sono scelte che rispettano
i miei gusti. Le cose che mi piacciono le scelgo in base al gusto,
non alla provenienza.
In realtà non ero partita per fare
un'invettiva contro gli anti-Halloween... Volevo solo presentarvi la
mia ricetta che non c'entra niente con Halloween! Si perché in
questo periodo i blog di cucina si riempiono di ricette spaventose,
arancioni e nere, piene di dita mozzate e zucche insanguinate, tutte
cose che farebbero concorrenza a qualsiasi film horror. E io avrei
anche pronta pronta una ricettina a tema, non horror, ma fatta con la
zucca. Ma che gusto c'è a postarla adesso? Probabilmente aspetterò
Natale o Pasqua.
Invece oggi vi lascio la ricetta di un
dolce scintillante e colorato, l'anti-Halloween in persona. L'ho
chiamato Dolce Stardust perché l'ho fatto un paio di settimane fa,
in piena estasi X Factor. Dato che Mika è tra i giudici e io mi
ricordavo solo una canzone che aveva fatto (la prima forse) mi sono
detta “Cavoli, tutti smattiti per questo Mika e io conosco una
canzone si e no?”. Allora mi sono improvvisamente ricordata che
l'anno scorso aveva cantato qualcosa con Chiara, mi sono andata a
cercare la canzone, che appunto si chiama Stardust, e mi è piaciuta
molto! Ed ecco da cosa viene il nome! Il dolce non è frutto della
mia immaginazione va viene da un libro!
DOLCE STARDUST
INGREDIENTI (stampo rotondo da 22-23
cm)
Per la base:
250 g di farina
150 g di burro
1 tuorlo
un po' d'acqua
Per la farcitura:
3 uova
20 g di maizena
75 g di zucchero
400 ml di latte
150 g di cioccolato
vaniglia
1 confezione di gelatina in polvere (io
ho usato quella in fogli ma non ricordo quanti ne ho messi...)
45 ml di acqua (se usate la gelatina in
fogli non serve)
30 ml di rum
150 g di panna
Preparare la frolla mescolando farina e
burro, fino a che non si formino tutte briciole, poi aggiungere il
tuorlo e un po' d'acqua, per formare un impasto della giusta
consistenza. Vi avviso che con questi ingredienti la frolla viene
particolarmente insapore: per me poi ci sta bene perché il dolce è
particolarmente dolce, ma se volete una frolla più “classica”
usate la vostra ricetta di fiducia!
Stendere la pasta, foderare uno stampo
da 22-23 cm e mettere in frigo per circa mezz'ora. Poi fare dei
buchetti nel fondo, coprire con la carta forno con sopra dei
ceci/fagioli/altri pesi a vostro piacimento e cuocere in forno
preriscaldato a 180°C per 10 minuti. Togliere i ceci e la carta da
forno e continuare la cottura per altri 10 minuti.
Mentre si raffredda, separare i tuorli
e gli albumi. Mescolare i tuorli, la maizena e 30 g di zucchero.
Scaldare il latte, versarlo nel composto con le uova, mescolare,
rimettere tutto nella pentola e cuocere a fuoco lento finché la
crema sarà cotta.
Dividere la crema in 2 ciotole. Sciogliere il
cioccolato a bagnomaria, unirlo a una delle due metà della crema e
metterla sul fondo del dolce. Lasciar raffreddare. Sciogliere la
gelatina in polvere nell'acqua (se usate quella in fogli fatela
ammorbidire) e versarla nell'altra metà crema, insieme al rum.
Aggiungere lo zucchero e mescolare tutto. Montare gli albumi a neve e
aggiungerli alla crema. Amalgamare tutto e versare nel dolce, sopra
alla crema al cioccolato.
Mettere il dolce in frigo finché non si
sarà rassodata (un paio d'ore), poi decorare con panna montata e
polvere di stelle!
Lo giuro, oggi mi ero ripromessa di non
fare un post chilometrico...
E per la cronaca, per fare questo dolce ho usato uova del contadino, panna dell'Auchan e polvere di stelle austriaca!
E per la cronaca, per fare questo dolce ho usato uova del contadino, panna dell'Auchan e polvere di stelle austriaca!
2 commenti:
Sottoscrivo in piano tutto quello che hai detto. Il fatto che Italia si mangi bene dappertutto, che ci sia una radicatissima tradizione culinaria praticamente in ogni regione, in ogni provincia e in ogni paesello fa si che questo Paese guardi con sospetto e superiorità tutto quello che viene dall'estero, come se solo noi fossimo i detentori della "Verità". Io ho vissuto per anni all'estero e ho imparato ad apprezzare i cibi degli altri Peasi, la mia cucina preferita in assoluto, anche prima di quella italiana, è quella indiana. Poi, per praticità ed abitudine non è che tutti i giorni mangio indiano, ma ho la casa piena di spezie, di sapori speciali ed esotici che rendono la mia cucina allegra. E così dovrebbe essere anche la vita. Allegra e piena di curiosità. Per tutto e tutti.
p.s. vorrei tanto una fetta della tua splendida torta, bella e sicuramente anche buona!
A presto.:)
Non ho mai capito infatti perché c'è tutta questa presunzione in fatto di cibo, tra gli italiani. Gente che, quando vai al giapponese, lo confonde con il cinese dicendo "tanto è tutto uguale" e "bah, io preferisco un piatto di pasta con il ragù al riso scondito". O gente che dà giudizi affrettati su cucine di altri paesi, perché tanto "la cucina italiana è la migliore al mondo". Bah, menti ottuse che non riuscirò mai a capire!
Comunque grazie della visita e del commento!
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