giovedì 31 ottobre 2013

Dolce Stardust e Invettiva contro gli anti-Halloween

[Colonna sonora del post: Mika - Stardust]


Oggi è Halloween. E chi se ne frega se non è una festa nostra e l'abbiamo importata dall'estero. Come se i vestiti che ci mettiamo fossero tutti Made in Italy. O i cellulari che usiamo siano stati fatti tutti in Italia. O i programmi che guardiamo in tv siano tutti frutto di menti italiane. O le cose che mangiamo venissero tutte prodotte dal contadino sotto casa.
Io penso che si possa stare in pace con se stessi sia mangiando la salsiccia prodotta dal macellaio di fiducia che usa solo carne dell'allevamento che ha dietro casa, sia usando la salsa di soia prodotta in Giappone. Non so, tutti a urlare allo scandalo alla vista dei bambini che imitano quelli americani quando bussano alla porta e fanno dolcetto o scherzetto e poi magari vedi le stesse persone che hanno tutti i dvd di Glee pronti per essere guardati. La coerenza si sa, non è per tutti.

La mia vita mi piace così, ricca di spunti che vengono un po' qua e un po' là. Nel mio balcone ho una piantina di pomodori che (se mi ricordo di darle da bere) mi permette di fare qualche insalatina o qualche sugo di tanto in tanto: nemmeno a chilometro zero, qui si parla di Centimetro Zero. Nel frigo ho le verdure prese al mercato del centro, le salsicce del macellaio, una salsa allo zenzero e una salsetta di pesce comprate in Austria; nella dispensa ho i fagioli del contadino, i ceci della Coop, la salsa di soia, i ramen pronti, i mochi comprati nel negozietto asiatico, una crema di nocciole austriaca, le tortillas e le alghe nori; nel congelatore ho l'impasto della pizza fatto a mano dal sig. Geom e il gelato alla zucca della Lidl.
E mi vengono a dire che Halloween non è una festa nostra e quindi non possiamo “sentirla”? Quindi dato che la salsa di soia non è italiana, non posso gustarla? E cos'ho mangiato negli ultimi anni quando sono andata milioni di volte al ristorante giapponese? Un risotto di pesce con una salsa nera e salata? No, ma allora rinchiudiamoci tutti in Italia, blocchiamo le frontiere e non facciamo passare niente, che tanto qualsiasi cosa che arriva dall'estero non ci appartiene.
E non sto dicendo che quello che è fatto in Italia fa schifo, sto solo dicendo che, per quanto mi riguarda, per me è come per le persone: se c'è un italiano e un americano, con chi preferite fare amicizia? Non so voi, ma io con il più simpatico. E nel cibo è la stessa cosa: tra un piatto di tortellini e uno di crauti scelgo i tortellini, tra la zuppa di miso e un piatto di spaghetti al pomodoro scelgo la zuppa di miso (sacrilegio per un'italiana!), tra una peperonata e i canederli io scelgo i canederli. Scelte insensate? No, sono scelte che rispettano i miei gusti. Le cose che mi piacciono le scelgo in base al gusto, non alla provenienza.

In realtà non ero partita per fare un'invettiva contro gli anti-Halloween... Volevo solo presentarvi la mia ricetta che non c'entra niente con Halloween! Si perché in questo periodo i blog di cucina si riempiono di ricette spaventose, arancioni e nere, piene di dita mozzate e zucche insanguinate, tutte cose che farebbero concorrenza a qualsiasi film horror. E io avrei anche pronta pronta una ricettina a tema, non horror, ma fatta con la zucca. Ma che gusto c'è a postarla adesso? Probabilmente aspetterò Natale o Pasqua.
Invece oggi vi lascio la ricetta di un dolce scintillante e colorato, l'anti-Halloween in persona. L'ho chiamato Dolce Stardust perché l'ho fatto un paio di settimane fa, in piena estasi X Factor. Dato che Mika è tra i giudici e io mi ricordavo solo una canzone che aveva fatto (la prima forse) mi sono detta “Cavoli, tutti smattiti per questo Mika e io conosco una canzone si e no?”. Allora mi sono improvvisamente ricordata che l'anno scorso aveva cantato qualcosa con Chiara, mi sono andata a cercare la canzone, che appunto si chiama Stardust, e mi è piaciuta molto! Ed ecco da cosa viene il nome! Il dolce non è frutto della mia immaginazione va viene da un libro!


DOLCE STARDUST

INGREDIENTI (stampo rotondo da 22-23 cm)
Per la base:
250 g di farina
150 g di burro
1 tuorlo
un po' d'acqua
Per la farcitura:
3 uova
20 g di maizena
75 g di zucchero
400 ml di latte
150 g di cioccolato
vaniglia
1 confezione di gelatina in polvere (io ho usato quella in fogli ma non ricordo quanti ne ho messi...)
45 ml di acqua (se usate la gelatina in fogli non serve)
30 ml di rum
150 g di panna

Preparare la frolla mescolando farina e burro, fino a che non si formino tutte briciole, poi aggiungere il tuorlo e un po' d'acqua, per formare un impasto della giusta consistenza. Vi avviso che con questi ingredienti la frolla viene particolarmente insapore: per me poi ci sta bene perché il dolce è particolarmente dolce, ma se volete una frolla più “classica” usate la vostra ricetta di fiducia!
Stendere la pasta, foderare uno stampo da 22-23 cm e mettere in frigo per circa mezz'ora. Poi fare dei buchetti nel fondo, coprire con la carta forno con sopra dei ceci/fagioli/altri pesi a vostro piacimento e cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 10 minuti. Togliere i ceci e la carta da forno e continuare la cottura per altri 10 minuti.
Mentre si raffredda, separare i tuorli e gli albumi. Mescolare i tuorli, la maizena e 30 g di zucchero. Scaldare il latte, versarlo nel composto con le uova, mescolare, rimettere tutto nella pentola e cuocere a fuoco lento finché la crema sarà cotta.
Dividere la crema in 2 ciotole. Sciogliere il cioccolato a bagnomaria, unirlo a una delle due metà della crema e metterla sul fondo del dolce. Lasciar raffreddare. Sciogliere la gelatina in polvere nell'acqua (se usate quella in fogli fatela ammorbidire) e versarla nell'altra metà crema, insieme al rum. Aggiungere lo zucchero e mescolare tutto. Montare gli albumi a neve e aggiungerli alla crema. Amalgamare tutto e versare nel dolce, sopra alla crema al cioccolato.
Mettere il dolce in frigo finché non si sarà rassodata (un paio d'ore), poi decorare con panna montata e polvere di stelle!

Lo giuro, oggi mi ero ripromessa di non fare un post chilometrico...
E per la cronaca, per fare questo dolce ho usato uova del contadino, panna dell'Auchan e polvere di stelle austriaca!

2 commenti:

(ildeborino) Busy Bee ha detto...

Sottoscrivo in piano tutto quello che hai detto. Il fatto che Italia si mangi bene dappertutto, che ci sia una radicatissima tradizione culinaria praticamente in ogni regione, in ogni provincia e in ogni paesello fa si che questo Paese guardi con sospetto e superiorità tutto quello che viene dall'estero, come se solo noi fossimo i detentori della "Verità". Io ho vissuto per anni all'estero e ho imparato ad apprezzare i cibi degli altri Peasi, la mia cucina preferita in assoluto, anche prima di quella italiana, è quella indiana. Poi, per praticità ed abitudine non è che tutti i giorni mangio indiano, ma ho la casa piena di spezie, di sapori speciali ed esotici che rendono la mia cucina allegra. E così dovrebbe essere anche la vita. Allegra e piena di curiosità. Per tutto e tutti.
p.s. vorrei tanto una fetta della tua splendida torta, bella e sicuramente anche buona!
A presto.:)

Fra Pinki ha detto...

Non ho mai capito infatti perché c'è tutta questa presunzione in fatto di cibo, tra gli italiani. Gente che, quando vai al giapponese, lo confonde con il cinese dicendo "tanto è tutto uguale" e "bah, io preferisco un piatto di pasta con il ragù al riso scondito". O gente che dà giudizi affrettati su cucine di altri paesi, perché tanto "la cucina italiana è la migliore al mondo". Bah, menti ottuse che non riuscirò mai a capire!
Comunque grazie della visita e del commento!